L’abito occidentale è plasmato nelle sue origini moderne come una corazza che non ‘copre’ il corpo, ma si struttura come guscio autoportante dentro cui entrare. Le corazze, per poter combattere, devono muoversi, e il guscio è diviso in tante parti rigide quante sono quelle del corpo. La figura corazzata risulta spezzettata, frammentata dai raccordi di protezione delle giunzioni. Il volto è nascosto, e la forma di ogni elemento non corrisponde precisamente a quella sottostante. Viene così creata l’immagine di una macchina da guerra il cui aspetto terribile ha qualcosa di non umano e che deve intimorire i nemici.
Dal XVI secolo la maglia d’acciaio viene abbandonata perchè protezione scarsamente efficace; l’armamento si configura come il montaggio di una serie di ingranaggi funzionali e sofisticati. L’abito assume un aspetto analogo: spezzettamento della figura in vari pezzi e rigidità di quelli più importanti. La divisione più vistosa è fra il busto e la parte sottostante del corpo, segnata non semplicemente da fusciacche annodate ma da indumenti specifici che terminano e si raccordano in qualche modo al punto vita: giubboni e calzoni per gli uomini, abito tagliato in due parti, busto stretto e gonna larga che si arriccia sui fianchi per le donne. Alla parte centrale si innestano in alto maniche aderenti, e per gli uomini, in basso, le gambe sono poste in evidenza.
Dall’armatura deriva le sue forme la moda cinquecentesca, soprattutto quella spagnola, che dominerà la scena europea fino a quando la Rivoluzione Francese, sottraendo il potere agli aristocratici, non la sostituirà con quella, solo all’apparenza meno minacciosa, del borghese operoso.
La diversità degli indumenti
Rinchiudersi dentro l’armatura, pezzo per pezzo, comporta indossare di sotto indumenti specifici, che non solo non ostacolino i movimenti già resi difficili dal guscio di ferro, ma ne seguano la forma sia come taglio, sia per completarne la protezione. Così nascono i colli alti a fascetta, le alette alla sommità delle maniche, le falde del giubbone. Collo, attaccatura delle braccia, giunzione del busto al bacino, sono infatti i punti di raccordo dei pezzi principali dell’armatura, e come tali quelli più a rischio. Essi vanno protetti o con pezzi particolari, come la goletta, o con protuberanze e prolungamenti che coprano il sistema di allacciatura. Sugli abiti, le falde in vita e le alette alle spalle nascondono in modo analogo i sistemi di attacco delle maniche o dei calzoni, realizzati all’interno sulla fodera con fettucce o nastri passanti attraverso occhielli. Le maniche dei giubboni, che si infilano dentro le cubitiere, devono essere lunghe e aderenti; e tali appaiono negli abiti civili sotto quelle più ricche delle sopravvesti. Le gambe sono libere per muoversi e montare a cavallo: lo sviluppo della tecnica della lavorazione a maglia permette di creare calze elastiche e le calze in maglia e le gambe in evidenza rimarranno da questo periodo una caratteristica saliente della moda maschile. Tutte le membra del corpo trovano nell’armatura la loro specifica, compreso il sesso, che necessita anche di un’imbottitura di protezione che non verrà tolta neppure dai calzoni dell’abito civile, ma anzi con ricche decorazioni di sbuffi, tagli e nastri ne costituirà l’insolito e fantasioso complemento.
Una corazza anche femminile
Le peculiarità che caratterizzano gli abiti maschili passano nella moda femminile, anche perchè i sarti sono tutti uomini. I giubboni e gli abiti del gentil sesso, ora quasi tutti tagliati in vita, conservano e accentuano la punta che nei perni metallici delle armature scende necessariamente a coprire il ventre bisognoso di protezione. Il giubbone, spesso imbottito, allunga a punta in vita e prende a modellarsi, sia per gli uomini che per le donne, con una pancetta caratteristica più o meno accentuata e spostata verso il basso. L’imbottitura contraddistingue altri indumenti del busto, come il “colletto”, che ha un’origine specificamente militare, essendo confezionato in pelle, ma che assume anche forme particolarmente eleganti per essere portato nella vita civile.
L’uso dell’imbottitura si estende anche alla parte inferiore del corpo: oltre alla braghetta, anche i calzoni vengono riempiti con ovatta, tele e strisce di pelle.
Il bravo sarto è quello che sa tagliare, e non tanto cucire, perché è il taglio che rimodella le forme creando la linea voluta, l’aspetto che meglio corrisponde all’immagine ideale cui si deve tendere. Appaiono in questi anni i primi trattati di taglio, in genere spagnoli: è la moda spagnola, infatti, che ridisegna il corpo per rinchiuderlo in una costruzione di rigidi solidi geometrici sovrapposti. Questo ordine di forme appariva ai contemporanei razionale, espressione di dirittura morale e dominio del corpo.