Gli accessori del vestire in epoca barocca assunsero un grande rilievo nei costumi sia maschili che femminili. Gli uomini portavano la parrucca che dispensava dalla spada, altrimenti obbligatoria per entrare in una dimora reale; c'erano parrucche per ogni circostanza e con esse gli uomini non potevano portare il cappello; tuttavia un copricapo di castoro, piatto e ornato da una piuma, faceva sempre parte del loro abbigliamento.
Per uscire le donne fasciavano la testa con una sciarpa di velo mentre in casa portavano una cuffia di tela bianca; anche per loro acconciatura e cappello mal s'accordavano: basti pensare alla cascata di ricciolini sulle orecchie e alla pettinatura alla Fontanges (1), vero e proprio miracolo di architettura.
Sulle capigliature delle signore venivano fissati piccoli gioielli a forma di ape o di farfalla; l'acconciatura veniva poi montata su filo d'ottone e ornata da nastri chiamati assassini e impreziosita con pizzi.
Le donne incollavano sul viso i nei o mosche (pezzettini di garza) di forma e nomi svariatissimi: l'appassionato, vicino all'orecchio; il civettuolo, vicino al labbro; lo sfacciato, vicino al naso.
D'inverno le spalle venivano coperte con stole di pelliccia, moda lanciata dalla Principessa Palatina, o con una corta cappa con cappuccio. Una maschera di velo proteggeva contro il gelo e il sole, mentre per riparare le mani dal freddo veniva utilizzato il manicotto, già conosciuto a Venezia nel XV secolo; foderato di pelliccia o di velluto era utilizzato da uomini e donne.
Erano però i guanti e le calzature ad avere maggiore successo. I guanti erano di forma molto svasata e arricchiti da ricami e risvolti di pizzo.
Gli stivaletti e le scarpe erano morbidissimi, a punta quadrata, abbelliti da un fiocco e, più tardi, semplicemente da una fibbia e quando Luigi XIV decise di foderare i suoi tacchi con cuoio rosso, tutti a corte si affrettarono ad imitarlo.
Le scarpe da cerimonia e le pianelle erano di velluto o di seta ricamata, le calze, i cui colori armonizzavano con quello del vestito, erano ricamate sulle cuciture e venivano sostenute sopra il ginocchio dalle giarrettiere; potevano essere fatte a mano o a macchina.
Si lavorava a maglia ovunque: nelle prigioni, negli ospizi, negli orfanatrofi e perfino nelle caserme. In un primo tempo, quello del sarto era un mestiere riservato solo agli uomini, che potevano tuttavia farsi aiutare dalle loro mogli ma nel 1675 una corporazione di donne protetta dalle grandi dame ottenne l'autorizzazione a occuparsi della biancheria intima e dell'abbigliamento dei fanciulli.
Fino a sette anni, maschi e femmine venivano vestiti alla stessa maniera; portavano un bustino reso rigido da stecche di balena, che li costringeva a un portamento eretto, e una veste protetta da un grembiule bianco.
Sul dorso delle vesti dei bambini venivano cuciti lunghi nastri, le dande, che servivano alla nutrice per aiutarli nei loro primi passi.
Nei salotti delle preziose venivano agghindate di tutto punto due bambole, la Grande e la Piccola Pandora, che diffusero nell'intera Europa il verbo della moda parigina. Le incisioni erano dei veri e propri veicoli pubblicitari in mancanza di riviste periodiche.
Anche nella gioielleria la Francia dettò legge in tutta Europa. A questo primato diede il suo valido contributo la corte: non tanto la regina Maria Teresa, quanto le dame che si succedettero nei favori del re. I monili era realizzati in metalli preziosi, perle barocche, pietre dure e preziose, smalti e cristalli di rocca.
Il ventaglio
Accessorio di notevole importanza era il ventaglio: quello pieghevole, con la tipica forma semicircolare, apparve in Europa nel XVI secolo.
Adottato dalla moda francese al tempo di Caterina de' Medici, divenne uno degli accessori preferiti di Elisabetta I d'Inghilterra; la sua importanza nel costume crebbe sempre più e divenne un oggetto di lusso e talvolta d'arte, conoscendo nel XVII e nel XVIII secolo un importante sviluppo.
Prodotto essenzialmente in Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Italia e Spagna, il suo uso si estese a tutti gli strati sociali.
Il ventaglio era fatto di pizzo (alla moda veneziana), di pergamena traforata, di seta o carta dipinta, con scene bibliche o mitologiche, pastorali o galanti (ne crearono Watteau, Boucher, Fragonard ). I ventagli francesi, insuperati in originalità e raffinatezza, furono eguagliati solo da quelli veneziani (si ricorda la fabbrica dei Remondini a Bassano); erano dotati di uno specchio e ornati di pietre preziose e d'intagli, talvolta dotati anche di un monocolo.
Presto il ventaglio si trasformò anche in uno strumento di comunicazione e le dame impararono un linguaggio del tutto particolare.
Ecco alcuni esempi: tenere il ventaglio con la mano destra di fronte al volto equivaleva a dire: seguimi; tenerlo con la mano sinistra di fronte al viso voleva dire: mi piacerebbe conoscerti; coprirsi l'orecchio con il ventaglio era un chiaro desiderio di essere lasciate in pace; lasciarlo scivolare sulla guancia voleva dire: ti voglio bene; appoggiarlo sulla guancia destra equivaleva a un si, mentre sulla sinistra era un no; aprire il ventaglio completamente e coprire con esso la bocca significava essere liberi sentimentalmente.
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Il parasole
Altro accessorio essenzialmente muliebre era l'ombrellino o parasole che divenne popolare in occidente verso il XVI secolo. Fu sempre Caterina de' Medici ad introdurre la moda in Francia di questo accessorio, anche se l'uso rimase allora ristretto all'ambiente della Corte. Al tempo il parasole era costruito su un'ossatura pesante, coperto probabilmente di cuoio o di robuste stoffe e portato da una persona diversa da quella che ne usufruiva, cioè da un valletto o da un servo.
Del 1670 è il primo figurino raffigurante una signora a passeggio con un ombrellino di foggia orientale e ornato da una ricca frangia mentre il primo ombrellino pieghevole vide la luce in Francia nel 1709 ad opera di un certo Monsieur Marius; curiosamente, questi primi ombrellini pieghevoli, erano destinati agli uomini a cavallo.
A poco a poco fu abbandonato l'uso dell'ombrello sorretto da un servitore e il parasole divenne, soprattutto alla corte del Re Sole, un accessorio di rigore nell'abbigliamento di corte, specie per le passeggiate nel giardino di Versailles.
Nel XVIII secolo si generalizzò l'uso di ombrelli più leggeri e individuali, graziosamente disegnati, coperti di stoffe leggere con trine, nastri, ecc.; sembra che l'ispirazione venisse dall'Oriente, dove ombrelli del genere si usavano da tempo.
Note
(1)Si racconta che durante una passeggiata una leggera brezza obbligò Mademoiselle de Fontanges, favorita del re, a raggruppare con un nastro i suoi riccioli sulla testa. Luigi XIV si complimentò con lei e così l'indomani tutte le dame erano pettinate in questa maniera; tale moda durerà trent'anni!
Un'altra acconciatura molto in voga era quella alla Hurlupée, inaugurata dalla duchessa di Nevers negli anni ‘70, detta anche alla Hurluberlu: i caratteristici riccioli che incorniciavano la fronte venivano chiamati malandrini.