Il ventaglio nel XVIII secolo
Scritto da Irene Marone. Pubblicato in moda
Il ventaglio è un oggetto di antiche origini utilizzato per rinfrescarsi durante i mesi caldi ma col tempo è anche diventato un oggetto di pregio da esibire e collezionare in diversi colori e fogge diventando una moda raffinata per le dame e i cavalieri di tutta Europa.
Il ventaglio “a paletta” fissa del primo '600 viene soppiantato a metà del secolo dal ventaglio a stecche richiudibili, più pratico e meno ingombrante.
Dotati di intelaiature in avorio, ebano, madreperla e legni pregiati ricoperte in carta, pelle lavorata per diventare sottilissima e trasparente (così detta pelle di cigno) o seta dipinta, ricamata o decorata con applicazioni simili al nostro decopuage, i ventagli diventano veri oggetti d'arte, che possono arrivare a costare cifre considerevoli, tanto da venire inclusi nei corredi e nelle doti delle dame di alto lignaggio.
Le stecche e la tela vengono decorati con applicazioni in oro, perle, pietre,cristalli, piccole pailletes in metallo e persino gioiellieri, decoratori di ceramiche e pittori famosi si cimentano nella produzione di ventagli che sono dei veri e propri capolavori, pezzi unici rappresentativi delle tendenze di moda susseguitesi nel corso del '700.
Un tipo di ventaglio molto alla moda alla metà del '700 era il Cento facce: sulla pagina venivano rappresentate scene di corte o di vita,dove gli abiti dei personaggi erano in seta ritagliata ed applicata,le testine in avorio dipinto.
Del resto durante il XVIII ed il XIX secolo le dame della nobiltà e dell’alta borghesia possedevano molti esemplari da utilizzare nelle svariate occasioni della giornata indipendentemente dal clima i ventagli scandivano la vita delle donne più abbienti: ve ne erano per sancire un fidanzamento, nella corbeille de marriage (corredo), per la presentazione a corte, per festeggiare la nascita dei figli, per gli eventi luttuosi.
Nel ‘700 ve ne erano anche da usare in chiesa,oppure per divulgare le danze più alla moda,con le piantine dei teatri ed i nomi dei proprietari dei palchi,come carnet de bal, come mappe geografiche, persino con dei menu.
Sono giunti a noi anche rari esempi di ventagli da bambina e da bambola, alcuni in materiali preziosi. Come per le madri,l’etichetta imponeva l’utilizzo di tale accessorio, spesso di forma identica,anche alle figlie, e di conseguenza ne erano corredate anche le loro bambole.
All'epoca della Rivoluzione Francese i ventagli furono un tramite per divulgare alle masse alcuni eventi salienti e la storia dei personaggi importanti. Alcuni erano controrivoluzionari e quindi vietatissimi, perché inneggiavano a Luigi XVI ed alla famiglia reale:essi sono assai rari.
L’Italia, dopo aver dettato legge in materia di ventagli nel XV e XVI secolo, ed essere stata in seguito surclassata da Francia ed Inghilterra, meglio organizzate e competitive,tornò ad imporre un proprio stile nel XVIII secolo con esemplari prodotti a Milano, Venezia, Firenze ,Roma e Napoli.
I più ambiti, subito riconoscibili, furono quelli con vedute urbane, archeologiche e paesaggistiche, denominati Grand Tour.
Essi venivano acquistati come ricordo dei viaggi che la nobiltà compiva nell’Europa del sud, con tappa obbligata in Italia. La durata di tali spostamenti di cultura ed istruzione variava dai due ai cinque anni.
Nel 1700 fu anche ideato un linguaggio a distanza, per trasmettere specifici messaggi a seconda del modo in cui il ventaglio veniva tenuto, aperto o mostrato. Nel XVIII secolo variava molto da corte a corte e comunque legato alle usanze locali. Esso fu codificato nel XIX secolo,e fu molto utile alle dame per fissare appuntamenti segreti,ma anche per i giochi di società.