Turcherie moda barocca
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in moda
L’attrazione che i costumi turchi suscitò nella società settecentesca, tanto da lasciare un’impronta sullo schema vestimentario femminile, furono profonde se si considera che era il più “occidentale” dei costumi e il meno aperto a variazioni strutturali. Drammaticamente vicino e incombente, l’impero ottomano aveva colpito l’immaginario occidentale fin dall’epoca delle crociate, e il ritratto del sultano Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli, che Gentile Bellini aveva dipinto nel 1480, non è che il precursore di una “moda” esplosa tre secoli dopo per la rappresentazione sociale delle classi privilegiate. La moda per le “turcherie” era stata stimolata da due sensazionali ambasciate inviate dal sultano a Parigi nel 1721 e nel 1742, che avevano seguito la pubblicazione, nel 1714, di un repertorio illustrato sui costumi mediorientali, che costituì un sorta di riferimento obbligato per ogni tipo di “turcheria”. Per la rappresentazione sociale delle élites il ritratto in costume esotico costituì uno dei passaggi più ricercati oltre che, spesso, una fonte diretta per la conoscenza degli abbigliamenti originali, che venivano riportati in Occidente dai viaggiatori, nonché utilizzati dai pittori per le pose, e dal teatro.
Lady Mary Montague
Il pubblico femminile inglese era stato sollecitato a una più lucida considerazione sulle qualità di funzionalità delle vesti femminili turche dalle lettere di Lady Mary Montague. In compagnia del marito, al seguito di un’ambasceria inglese a Costantinopoli, la dama aveva avuto modo di constatare la differenza tra le forme rigidamente artefatte di corsetti epaniers che costituivano l’architettura delle toilettes femminili europee, e la scioltezza non costrittiva dei caftani turchi e alla maggior modestia dei larghi calzoni sbuffanti e chiusi alla caviglia, rispetto alle impalcature delle gonne occidentali, inconsistenti di fronte a qualunque pressione.
Profilature e guarnizioni di pelliccia sono uno degli elementi che entrano nella moda nell’ultimo ventennio del Settecento per l’influenza mediorientale. Ne troviamo una conferma nella rivista milanese, in cui viene indicata come moda proveniente dall’Inghilterra, di derivazione turca per gli importanti legami commerciali tra i due Paesi, attraverso una Compagnia del Levante che garantiva il monopolio dei traffici con i Paesi ottomani e Venezia.
Lo stile
Sul finire degli anni Ottanta, vesti “alla turca” e “alla musulmana”, spesso ricordate e illustrate nelle riviste, sembrano distinguersi dalle altre principalmente per la forma della sopravveste, molto arretrata sul dietro, sia nel corpetto che nella gonna. Esse sono però contraddistinte anche da altri dettagli: l’utilizzo di tessuti leggeri, la cui trasparenza era esaltata dalla contrapposizione di stoffe di colore molto vivace poste al di sotto, e specialmente la fusciacca in vita che, quasi sempre frangiata, costituisce un elemento nuovo per la moda occidentale.
Queste fusciacche avranno un ruolo attivo nei cambiamenti della moda femminile in evoluzione alla fine del Settecento: via via di altezza accresciuta nei primi anni Novanta, formano l’anello di congiunzione tra la struttura settecentesca a vita stretta e quella neoclassica con la vita portata sotto il seno.
Il collegamento si salda proprio nel quadro del gusto neoclassico, quando la fusciacca in vita sarà addirittura considerata “all’antica” l’abbigliamento “immutabile” dei Paesi esotici, decantato dai primi viaggiatori ma che seguitava a esercitare il suo fascino.
Madame Adelaide di Francia, figlia di Luigi XV, in costume turco - Jean-Etienne Liotard (1753)
Dettagli che indicano quanto suggestioni e suggerimenti derivati dalla turquerie interessassero una parte del corpo femminile, la vita, punto focale per i cambiamenti che si affermeranno con la moda neoclassica. Col tempo anche le strutture portanti della ampie gonne riducevano il loro impatto sulle vesti e la moda “alla turca” conquistava, tra l’87 e l’88, anche posizioni di prestigio nella moda femminile venendo ammessa come abito di corte e quindi assunta nelle occasioni di gala.