Sebastien Le Prestre de Vauban
Scritto da Irene Marone. Pubblicato in architettura barocca
Un' inaspettata opportunità
Nato nel 1633 a Saint-Lèger de Faucherest in Borgogna da una famiglia della piccola nobiltà decaduta e rimasto orfano a 10 anni, fu educato da un carmelitano che lo istruì nella materie scientifiche, nella matematica e nella geometria.
Anche lui, come molti altri, vide nella Fronda del 1651 un'opportunità di riscatto sociale e di facile carriera e si unì alle truppe del Principe di Condé, distinguendosi da subito nella progettazione di difese da campo.
Dopo solo due anni di servizio sotto i ribelli fu catturato dall'esercito regolare francese, ma anche tra le truppe reali il suo talento non passò inosservato e gli diede l'opportunità della grazia e la nomina ad ufficiale.
Fu l' autore della pianificazione dell'assedio di Stenay, principale roccaforte delle truppe di Condè, durante il quale fu ferito due volte. Quando Stenay cadde, il 3 maggio 1655, la ricompensa di Vauban comprendeva la promozione a “geniere del re”.
Al servizio della sicurezza del regno
Per i vent'anni che seguirono Vauban fu l'ideatore e l'esecutore di tutte la strategie d'assedio e fortificazione di Francia.
Studiò con l'eminente geniere Chevalier de Clerville, ma presto superò il maestro in genialità ed efficacia dei progetti, guadagnando nel 1668 l'incarico di tutti i genieri del regno.
In particolare si concentrò sulla sicurezza dei confini Francesi, mettendo a punto tecniche rivoluzionarie come quella del Prè Carrè, sperimentata sui travagliati confini con le Fiandre.
Essa consisteva nell'edificare un sistema di fortezze regolarmente spaziate tra di loro tali da non consentire il passaggio di un'armata negli angusti camminamenti lasciati liberi tra una roccaforte ed un'altra. Questa tecnica avrà un enorme impatto sul pensiero militare strategico in Francia, influenza che culminerà con il concepimento della Linea Maginot durante la prima e la seconda guerra mondiale.
Dalla felice esperienza del prè carrè, Vauban concepirà un ambizioso progetto: cingere l'intero regno in una doppia cintura composta da 13 piazzaforti ciascuna, ove le più interne, più piccole ma meglio munite, sarebbero intervenute ove quelle più grandi ed esterne fossero cadute. Tutte le roccaforti sarebbero state messe in comunicazione tra loro da un sistema di vie d'acqua, efficace, veloce e dall'indubbio valore economico e commerciale.
Il ministro della guerra Lauvois e delle finanze Colbert guardarono con grande interesse al progetto di Vauban, intuendone la validità dal punto di vista militare ma anche l'opportunità di crescita produttiva che offriva al regno francese: una potenza difesa e sicura è un ottimo luogo dove fare investimenti e importare capitali e produzione, senza contare la fucina di lavoro e ricchezza che rappresentavano le 26 piazzaforti stesse.
Da “anello debole” a baluardo invincibile: il caso Belle-Ile
Belle-Ile è un isolotto a mezza strada tra le isole britanniche e la penisola iberica. La sua posizione-chiave e la presenza di numerose fonti d'acqua dolce lo rendono una roccaforte ideale su cui asserragliarsi e pianificare un attacco.
E' difficile da difendere poiché è lontana dalla costa e rappresenta decisamente un “tallone d'achille” dei confini francesi. Già dalla fine del XVI secolo gli attacchi dei paesi protestanti si fanno continui in quel punto, fino al saccheggio che l'isola subisce nel 1573 da parte degli inglesi assetati di vendetta per la sconfitta subita a La Rochelle.
Vauban interviene con un sistema di fortificazioni progressive che stravolgono la forma quadrangolare originaria del complesso e aggiungono elementi complessi per i camminamenti e punte aggettanti per l'artiglieria. A Belle Ile, infatti, è visibile il miglior esempio ( a tutt'oggi conservato) della “difesa in profondità” fatta di strati multipli e cerchie sovrapposte che fu lo stile distintivo e originale di Vauban.
Si susseguirono tre principali stratificazioni di fortificazione, l'ultima delle quali nel 1683: già nel 1674, durante lo svolgimento dei lavori, cento vascelli olandesi vengono respinti e nel 1696 una piccola flotta inglese viene letteralmente annientata dai cannoni di Belle Ile.
Quando nel 1703 l'artiglieria costringe alla ritirata 7000 anglo-olandesi la fama di Belle Ile come roccaforte imprendibile diventa leggendaria, insieme al genio strategico del suo creatore.
Si dovrà attendere il 1761 perchè la cittadella cada in mano agli inglesi, dopo un sanguinoso assedio di 38 giorni.
La guerra sotterranea
Vauban introdusse notevoli innovazioni anche nelle operazioni offensive di assedio: ideò infatti un piano di attacco alle fortificazioni nemiche basato su un sistema di avanzata progressiva con trincee e l'appoggio di fuoco pesante dell'artiglieria.
Questa tecnica rivoluzionaria, che si contrapponeva ai sanguinosissimi e tradizionali attacchi della fanteria in campo aperto, fu sperimentato con successo all'assedio di Namur del 1692 e riproposto poi in modo più completo e sistematico ad Ath nel 1697.
Nel trattato Istruzioni sulla condotta degli assedi Vauban tratta diffusamente l'argomento della guerra sotterranea, descrivendo nei dettagli lo svolgimento dei lavori di sterro, ed è il primo a sostituire i termini sterratori e zappatori con i più moderni genieri e guastatori, in uso ancora oggi.
Nel Trattato sull'attacco e sulla difesa delle piazzaforti Vauban teorizza l'efficacia dell'uso degli esplosivi nella guerra sotterranea, definendo la mine come una trincea scavata sotto le mura nemiche e riempita di una certa quantità di polvere da sparo. Facendo brillare la “mina” appiccandole il fuoco, il bastione esplode.
Per quanto possa sembrarci elementare, questo concetto cambierà radicalmente e inesorabilmente il modo di combattere in Occidente.
Nello stesso trattato, Vauban riporta le teorie scientifiche da lui elaborate sul fuoco di rimbalzo e il tiro verticale antiuomo, oltre a precisi calcoli balistici su cui l'artiglieria si è basata per ancora quasi 100 anni dopo di lui.
Per le sue scoperte scientifiche nel 1702 Luigi XIV lo nomina Maresciallo di Francia e nonostante l'età e la salute tengano il geniale stratega lontano dai campi di battaglia, il re gli commissiona il delicato incarico di progettare un attacco alla piazzaforte di Torino.
Il “consulente” dell'assedio di Torino
Il progetto per l'attacco a Torino redatto da Vauban su ordine del re prevedeva un attacco laterale alla città, che potesse aggirare i numerosi camminamenti sotterranei ad alto rischio “mine”che attraversavano la cittadella sabauda.
Quando, la mattina del 23 luglio 1706, il Maresciallo di Francia apprese da Dunkerque, ove si trovava, che il generale La Feullade aveva disatteso le sue istruzioni e si era lanciato anche lui nello scavo di trincee sotterranee, montò su tutte le furie e scrisse lettere di rimprovero e di sdegno sia al re che a La Feullade, paventando il rischio del fallimento dell'operazione.
I timori del Vauban non erano infondati: infatti quando i francesi, che sembravano inarrestabili, tentarono di penetrare all'interno della cittadella fortificata, presso la galleria della Mezza Luna di soccorso il soldato minatore Pietro Micca sacrificò la sua vita per far brillare una grossa carica di esplosivo, causando ingenti vittime alle truppe di Luigi XIV.
Nonostante la sua indignazione per l'accaduto, Vauban continuò a rivestire il ruolo di consulente strategico del re sino alla morte, nel 1707.
Un Maresciallo umano
Il suo genio trovò applicazione anche sull'armamento dei singoli soldati: fino a quel momento i soldati di fanteria avevano montato le baionette sui moschetti infilandole direttamente sulla canna del fucile, il che rendeva impossibile sparare senza asportare la baionetta.
Di conseguenza la maggior parte degli eserciti del tempo non collegavano le baionette ai moschetti, ma integravano i reparti di fanteria con picchieri armati di baionette montate su aste di lancia.
L'idea semplice eppure geniale di Vauban di incastrare la baionetta al di fuori della canna permise ad ogni fante di poter combattere nel doppio ruolo di moschettiere e picchiere, ottimizzando il numero degli uomini e migliorandone le prestazioni.
Ma Vauban non vede i suoi sottoposti solo come un numero o come materiale da usare fino a consunzione: egli infatti è tra i primi a teorizzare nei suoi scritti che il trattamento degli uomini, il rispetto delle loro esigenze e lo sviluppo di un attaccamento quasi viscerale al comandante sono la chiave di volta della riuscita di ogni operazione militare.
E tra le cose che rendono più ben disposto e volenteroso un uomo, dice Vauban, c'è di certo il momento in cui è sazio e riposato.
Quando arriva a Briancon nel 1692 per sistemare la fortezza semidistrutta da un attacco del duca di Savoia, trova degli uomini già stremati dalle fatiche belliche e dal freddo, a cui avrebbe dovuto chiedere di scavare, trasportare massi, spalare la neve che quell'anno era caduta copiosa.
Nel progetto che stende il 21 e il 22 novembre parla espressamente di rifocillare le truppe con riposo in alloggi riscaldati e con la somministrazione per ben 3 volte al giorno di una nutriente e calorica zuppa calda a base di verdure, cereali e “lardons” di maiale, elaborandone lui stesso la ricetta e creando un piatto che ancora oggi è possibile gustare in qualche trattoria alpina che propone la tradizionale “soupe Vauban".