All'amore di Luigi XIV per l'arte in ogni sua forma e al genio di Jean Baptiste Lully si deve, oltre allo sviluppo del melodramma francese, la nascita del balletto moderno.
La danza, gia' inserita nella formazione dell'alta nobiltà sin dall'età tardo medioevale e annoverata insieme alla musica tra le arti del QUADRIVIUM, assume nel barocco un ruolo socio-culturale centrale e proprio alla corte del monarca francese arriverà ad acquisire persino un valore strategico-politico.
Ancora sotto la reggenza della madre, un Luigi neppure adolescente debutta nel Ballet de Cassandre ma è a 15 anni, ricoprendo il ruolo del SOLE nel Ballet Royal de la Nuit che inizia il sodalizio artistico tra il re e J.B.Lully, intesa che nel giro di 15 anni porterà la danza e la musica da balletto ad una raffinatezza, una complessità e un'autonomia mai raggiunta prima.
Pare che persino l'appellativo di RE SOLE sia da attribuire ad una aneddoto legato alla danza:nel carosello organizzato nel 1662 per festeggiare la nascita del Delfino il re scelse come emblema il sole, l'immagine secondo lui ritenuta più idonea a rappresentare un grande e ambizioso monarca.
Lully alla corte di Francia
Lo spazio e il potere sempre crescente che Lully seppe trarre dalla passione del re, passando prima da compositore di corte a sovrintendente,compositore della camera reale e direttore dei “PETITES VIOLONS”, gli permisero di trasformare il balletto in un genere autonomo e di rimaneggiare molti balli di estrazione popolare in raffinate danze di corte, non più come in passato considerato un “cammeo” all'interno di rappresentazioni teatrali o di melodrammi. Anche la diffusione del minuetto, una composizione-simbolo del barocco che trae origine da ambienti rurali, si deve al musicista fiorentino, che per la prima volta lo introdusse a corte nel 1654 in una versione “colta”.
L'approccio del re alla danza, all'inzio del tutto amatoriale e basilare, divenne sempre più tecnico e specialistico, contribuendo alla nascita di nuovi passi e di moltissimi moderni elementi coreografci.
A questo scopo istituì delle figure apposite e dedicate (in passato spesso l'insegnate di musica forniva all'allievo anche rudimenti di danza), dando vita alla figura del coreografo e del ballerino professionista. Il capostipite di questa nuova categoria professionale può esser considerato Pierre Beauchamp, coreografo personale del sovrano.
Allo scopo di formare questi insegnanti specializzati e di perfezionare la tecnica dei danzatori destinati alle esibizioni di corte, nel 1661 fonderà la Acadèmie Royale de la Danse, inaugurando la stagione delle grandi accademie nazionali di danza che iniziarono a fiorire in tutta Europa. Il primo direttore, Charles Louis Beauchamps (1636-1719) ha codificato le cinque posizioni dei piedi e l’uso del en dehors ( la gamba girato all’esterno), che è alla base della danza classica.
Nel 1672 la Acadèmie Royale si fuse con l'Acadèmie royale de la Musique, e da questo matrimonio nasceranno innovativi esperimenti di fusione tra le arti, come la Comèdie Ballet, dove i versi sarcastici di Molière, le melodie di Lully e le nuove figure coreografiche si fonderanno in capolavori assoluti come il Borghese Gentiluomo. Anche quando il re, intorno a 35 anni, abbandonerà le scene come ballerino, il balletto manterrà sempre un ruolo preminente nelle rappresentazioni di corte e nella neonata opera in lingua francese, per la quale Lully saprà creare alcune pagine di danza che diverranno persino più note, apprezzate e popolari delle stesse arie cantate, come invece avveniva in Italia. Ne è un esempio la meravigliosa Passacaglia del V atto dell'Armide, il capolavoro lirico del musicista fiorentino, oggetto di numerose variazioni, trascrizioni ed adattamenti già pochi mesi dopo la sua presentazione nei teatri parigini.
La danza della Cérémonie des Turcs, tratta dalla comèdie ballet Le Bourgeois Gentilhomme di Molière-Lully
La nascita del balletto
La nuova “forma-balletto” ha, in prima battuta, come unica sede di rappresentazione la corte di Versailles e non i teatri di Parigi, per i quali sono invece destinati la prosa e il belcanto: la danza è considerata un'arte elevatissima, la vera quintessenza della nobiltà e della grazia.
Ed è proprio per questa aura quasi apollinea che Luigi XIV riesce a usare la danza come strumento di potere: partecipare anche solo come comparse ad un balletto del re vuol dire in qualche modo partecipare della sua grandezza e della sua potenza, entrare nei suoi favori dalla porta principale, più ancora che se si fosse annoverati tra i suoi ministri.
I balletti scandiscono i momenti sociali e politici più salienti del regno del monarca: scongiura definitivamente la minaccia di una nuova fronda permettendo ai figli e ai discendenti dei nobili che avevano tramato contro il padre di partecipare come figuranti allegorici al Ballet de la Nuit, operando una forma di riconciliazione più efficace di ogni trattato ed operazione diplomatica. Inaugura la stagione del potere assolutistico, strappato alla madre ed ai suoi ministri con un formale atto di forza, con lo spettacolare Idylle sur la Paix, incarnando tramite la danza il Dio Giove, signore dei mortali e delle divinità, detentore del potere e dell'equilibrio cosmico.
I tratti essenziali del balletto barocco francese
Molte sono le differenze tra le modalità di rappresentazione del balletto al tempo di Luigi XIV e quello odierno: i balletti a corte non prevedevano palchi sopraelevati, ma venivano eseguiti a livello dello spettatore, permettendo che i danzatori, come dei tra gli uomini, si “aggirassero” tra il pubblico.
All'inizio tutti i danzatori erano uomini e le parti da donna venivano eseguite en trevesti. I danzatori erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco. Coloro che interpretavano ruoli femminili indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti: nulla a che vedere con i “tutù” e le scarpine da punta che siamo abituati a vedere oggi. Saranno Marie Camargo e Marie Sallé , alla metà del Settecento, a rivoluzionare il mondo della danza, introducendo scarpe senza tacco, accorciando le gonne, rendendole meno ingrombranti e abbandonando le maschere.
Il primo balletto in cui appaiono ballerine professioniste è Trionfo dell’Amore del 1681: prima di allora le uniche donne che avessero preso parte ai balletti erano le donne di corte (spesso anche appartenenti alla famiglia reale), impegnate in ruoli simbolici o di comparsa.
Anche i passi erano meno acrobatici e articolati rispetto a quelli della danza contemporanea ma incarnavano una solennità e una grazia più composte e virili, oltre che a dover fare i conti con i limiti imposti da calzature inadatte e costumi scomodi e pesanti. Tuttavia ancora oggi nella tecnica accademica esiste un passo sovente eseguito dal Re Sole chiamato in suo onore Entrechat Royal.
Grazie all'impulso dato da Luigi XIV il gusto del balletto si diffonde nelle corti di tutta Europa. La Maske, uno spettacolo di canti, recitazione e danza, eseguito anche dagli stessi regnanti, diventa una forma di spettacolo privilegiato nei balli di corte inglesi. Nel 1651 John Playford pubblica The English Dancing Master, che costituisce uno studio esauriente dei balli popolari inglesi.
Verso l'inizio del settecento nei balletti aumenta il formalismo a scapito dei contenuti: lo spettacolo danzato diventa sempre più spesso una galleria dove mostrare i virtuosismi dei singoli danzatori, anticipando e gettando le basi per i grandi e tecnicissmi balletti dell'Ottocento.
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