Nato a Busto Arsizio nel 1600, Daniele Crespi si formò sull'esempio di Giovanni Battista Crespi e Giulio Cesare Procaccini, riuscendo a fondere gli elementi manieristici lombardi in una propria vigorosa personalità, alla quale non sono estranei alcuni elementi caravaggeschi.
Attivissimo e con una vena costante, il pittore ci ha lasciato parecchie opere: gli affreschi nella Certosa di Garegnano (dove secondo una leggenda si era rifugiato, dopo aver ucciso un amico) che narrano la vita di San Brunone, ripetuta, insieme con la vita di Cristo, nella certosa di Pavia.
In Santa Maria della Passione a Milano si trova il suo capolavoro, La cena di San Carlo, eccezionale per la semplicità dei mezzi e la potenza di resa.
Fra le altre sue opere ricordiamo: pale d'altare in Sant'Eustorgio, San Vittore, San Protaso, Sant'Alessandro; il Cristo flagellato (collezione Crespi), il Cenacolo, la Madonna col Bambino e santi (Pinacoteca di Brera), tutti a Milano; la Pietà nel museo del Prado a Madrid.
Morì a Milano nel 1630.
La Pietà, Madrid, Museo del Prado