Genesi di una potenza
All'inizio del '500 si affaccia all'orizzonte d'Europa una nuova nazione, strappata con forza e tenacia al mare: gli olandesi, o meglio gli abitanti delle Sette Province Unite del Nord capitanate da Guglielmo d'Orange, combattono per la loro indipendenza dall'imperatore, rivendicano una lingua unitaria (il neerlandese) e sono profondamente legati dall'adesione alla severa regola calvinista, che comunque tollera minoranze cattoliche ed ebree con un'apertura al diverso che non ha eguali.
I mercanti della Compagnia delle Indie Orientali si lanciano sul mare per conquistare il primato commerciale con l'Oriente: alla fine del '500 i porti di Amsterdam e Rotterdam sono le piazze commerciali più fiorenti d'Europa.
All'alba del XVII secolo il miracolo è compiuto: l'Olanda è il paese più benestante d'Europa, con il più alto reddito procapite, il più alto tasso di alfabetizzazione del continente, la miglior alimentazione. In questo hummus fecondissimo cresce il ceto dominante, una ricca e raffinata borghesia, mecenate esigente di artisti che raggiungeranno livelli qualitativi e quantitativi della produzione unici in Europa.
Basti pensare che durante il '600 l'Olanda è il paese che produce e assorbe il più alto numero procapite di opere d'arte del Vecchio Continente.
Questa situazione crea una grande competitività tra gli artisti, che raramente riescono a vivere del loro operato: diversamente dai loro colleghi "pittori a tempo pieno" italiani o spagnoli, spesso sono impegnati in cariche pubbliche di amministrazione della città, sono operai o scienziati e "occasionalmente" riescono a piazzare sul mercato il frutto della loro attività artistica.
I generi
I generi cari a questo tipo di fruitori non sono certo quelli delle grandi committenze religiose o principesche: vengono richieste opere di piccole dimensioni, che descrivano il mondo ordinato e comodo delle case olandesi, le loro mense opulente, l'oggettistica ricercata e talora esotica che le arreda.
Anche il ritratto si diffonde a macchia d'olio, offrendo la viva testimonianza della moda, dei sentimenti, dei rigori e delle licenze di una società quasi idilliaca. L'abilità dei pittori fiamminghi in questo genere sarà apprezzata anche da committenti stranieri.
Vero genere d'elezione nell'area olandese e fiamminga è quello della cosidetta di genere, dove viene intesa non solo la natura morta ma anche la veduta paesaggistica: attinge infatti ad una ricca tradizione figurativa attenta al dettaglio e alla rivoluzione iconografica protestante, che si oppone all'idolatria delle immagini sacre, e trae nuova forza dalla possibilità di rendere protagonista quel ceto medio responsabile della conquista di un'identità nazionale tanto anelata.
Gli autori
Il secolo d'oro della pittura fiamminga si annunciò ad Utrecht che riuniva, nei primi decenni del XVII secolo, un gruppo di artisti formatisi sotto l'influsso di Orazio Gentileschi e di Caravaggio: G. Van Honthorst, H. Terbrugghen, A. Bloemaert.
Con il fiorire della borghesia si moltiplicarono le commissioni, tranne che sul piano delle grandi imprese decorative; prevalsero il quadro da cavalletto, ritratti, pitture di genere, nature morte.
Il Seicento corrispose al manierismo tardivo e subì l'influenza del tenebrismo. Il pittore tedesco Adam Elsheimer fu una guida per gli olandesi della capitale pontificia, dove si trovava fin dal 1600, per la sua conoscenza dei giochi di luce e degli effetti notturni: il suo esempio si aggiunse alla forza del luminismo.
Fra gli olandesi che passarono per l'Italia figurano Hendrick Terbrugghen (1588-1629) e Gerrit Van Honthorst (Gherardo delle Notti, 1590-1656).
Il primo, dopo aver soggiornato nella penisola dal 1604 al 1614, arrivò quell'anno a Utrecht, dove coltivò un'arte potentemente plastica, dai forti contrasti di colore, dall'espressione vigorosa ma anche dalla grazia poetica dei toni sottili.
Il secondo dovette soggiornare a Roma fin dal 1610-1612; studiò lo stile di Caravaggio ma preferì gli effetti di luce artificiale. Di ritorno nei Paesi Bassi, preparò l'arrivo di un talento superiore, quello di Hans Hals, uno dei maestri più grandi dell'arte olandese.
La pittura di Rembrandt
Tra i più grandi artisti di quest'epoca d'oro, Rembrandt Harmenszoon van Rijn spicca tra molti: pittore e incisore, egli oltrepassò gli stili preoccupandosi principalmente di esprimere la vita interiore e spirituale. La sua pittura è barocca per la ricerca di una regia imponente, per i contrasti di luce, per il senso del movimento e per i grandi assi della composizione.
L'arte di Rembrandt rientra anche nell'olimpo dei classicistima il suo è un classicismo personalissimo con un uso del colore e del chiaroscuro tipicamente barocchi.