La Chiesa cattolica, in risposta alla riforma protestante, attua un profondo lavoro riformistico che verso la fine del cinquecento si diffonde in tutta Europa con un rinnovato senso religioso e spirituale, con forte vocazione verso il trascendente, influenzando la produzione pittorica del seicento e del settecento.
Caravaggio, La Conversione di San Paolo
Dopo il concilio di Trento il dibattito teologico teorizza che la morale e la persuasione devono essere attuate mediate le emozioni provocate dall'arte. Nel Discorso intorno alle immagini sacre e profane il Cardinale Paleotti afferma che la funzione della pittura sacra è di ‘ muovere gli animi dei guardanti, rappresentandoci dinanzi agli occhi e insieme nei nostri cuori atti eroici e magnanimi' e ancora ‘ non vi è strumento più forte o efficace a ciò delle immagini fatte dal vivo; il sentir narrare il martirio di un santo, il zelo et la costanza d'una Vergine, la passione dello stesso Cristo, sono cose che toccano dentro di vero: ma l'esserci con vivi colori qua posto sotto gli occhi il santo martirizzato, colà la Vergine combattuta e nell'altro la Cristo inchiodato, egli è pur vero che tanto accresce la devozione compugne le viscere, che chi non lo conosce è di legno o di marmo'.
Il divino nella cultura barocca
La teatralità e lo studio dei gesti e della mimica permeano i mezzi mediatici del periodo barocco; tra i più importanti studi ricordiamo: De Humana Physiognomia di Giovanni Battista della Porta, L'arte dei cenni di Giovanni Bonifacio, Conferenza sopra l'espressione generale e particolare di Charles Le Brun e il trattato Chirologia, or the natural language of the hand di John Bulwer.
La visione del divino e dell'estasi diventano un nodo centrale della produzione pittorica sacra; si sperimentano nuove forme espressivive col fine di persuadere lo spettatore; i più insigni pittori come Carracci, Caravaggio, Guido Reni, Rubens, Van Dyck, Murillo si cimentano con questo tema ponendo la meraviglia del divino per accendere la spiritualità, l'esaltazione e la devozione verso la grazia di Dio.
Illusioni, gesti, espressioni e composizioni scenografiche traspongono al mondo sensibile il divino.La luce è usata per mostrare e focalizzare il punto d'azione ma anche per converso l'oscurità cela e decontestualizza la scena. Gli oggetti vengono resi realistici, quasi da poterli toccare, mentre dall'alto angeli e luce vengono verso il protagonista rendendo visibile il miracoloso.
L'estasi nel sacro
L'arte sacra, e non solo quella pittorica, ci mostra uomini e santi in atto di preghiera che culminano nell'estasi, nell'esperienza mistica dell' incontro con il divino. I dipinti che rappresentano la visione del sacro hanno come componente fondamentale il volto estatico: testa, faccia e in particolare gli occhi, riversi all'indietro, sono la manifestazione dell'esteriorizzazione dell'anima. Un esempio maturo dell'arte barocca è sicuramente l'estasi e l'anima beata viste dal Bernini, in consonanza con quanto afferma Charles Le Brun: “le maschera della venerazione avranno: testa inclinata verso il lato del cuore e occhi e sopraciglia alzati verso il cielo, al quale sembrano fissi per scoprire ciò che l'anima non può conoscere. La bocca è socchiusa e denota la sottomissione e il rispetto che l'anima prova per un oggetto che ritiene superiore ad esso.”
Anche il corpo in estasi è ricco di pieghe e posture per render lo sforzo, la costrizione e la tensione verso un emozione che spinge a un piacere spirituale trascendente. Con le espressioni e le pose il pittore cerca di esprimere l'istante teofanico.