Orazio Lomi, meglio conosciuto come Gentileschi (cognome della madre), nacque a Pisa nel 1562.
Tramite il fratello Aurelio, che gli fu maestro, fu influenzato dall'arte del Pontormo e dei manieristi toscani.
Si recò giovanissimo a Roma, dove rimase fortemente colpito dalle opere di Caravaggio, tuttavia non aderì mai profondamente allo stile caravaggesco, trattenuto dalla sua educazione fiorentina e da un intenso amore per la bella maniera, che lo spinse ad elaborare una raffinata eleganza pittorica.
Dopo un periodo di intensa attività a Roma (affreschi in Santa Maria Maggiore e in San Giovanni in Laterano; Pale in Santa Maria della Pace e in San Silvestro; San Francesco con le stimmate alla Galleria nazionale), il pittore si recò nelle Marche intorno al 1610 e lavorò a Fabriano e ad Ancona; di questo periodo sono la Madonna col bambino e Santa Francesca Romana (Urbino, Galleria nazionale); allo stesso periodo appartiene la pala con i Santi Cecilia, Valeriano e Tiburzio già sull'altar maggiore della chiesa di Santa Cecilia a Como, oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Nel 1621 Gentileschi si recò a Genova dove lavorò all'Annunciazione per la chiesa di San Siro; passò quindi in Francia e dal 1626 in Inghilterra, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1647.
La sua influenza sulla pittura nordica, olandese in particolare, fu grande.
Fra le tante opere si ricordano: Santa Cecilia e l'angelo (Roma, Galleria Corsini), Annunciazione (Torino, Galleria Sabauda), Riposo in Egitto (Parigi, Louvre), la Castita di Giuseppe (Hampton Court), Mosè salvato dalle acque (Madrid, Prado), la Suonatrice (Vienna, Raccolata Liechtenstein).