Frans Hals nacque ad Anversa nel 1580. Dal 1585, dopo la caduta di Anversa in mano degli Spagnoli, la famiglia di Frans si trasferì ad Haarlem, dove si stabilì e dove il pittore rimase per tutta la vita, se si eccettuano i due brevi soggiorni ad Amsterdam (1633-1635) per dipingere il gruppo della Compagnia del Capitano Reynier Reael.
E' difficile ripercorrere le tappe giovanili di Hals: l'opera più datata pervenutaci è il ritratto di Jacob Zaffius (1611). Per l'attività precedente si può pensare o ad un lungo periodo di formazione o ad una tardiva inclinazione verso l'arte pittorica.
I primi ritratti da lui eseguiti rivelano, nella severità dell'impostazione e nella rigidità della posa, l'influsso di Cornelis Ketel, mentre le scene di genere (Banchetto in un parco, andato distrutto nella Seconda Guerra Mondiale) mostrano l'accostamento ai modi e ai soggetti prediletti da Vinckeboons e dai manieristi di Haarlem: Van Mander, Hendrik Goltzius, Cornelis Cornelisz. Compaiono già in queste opere il tratto rapido e immediato, il tocco nervoso e scoperto che costituiscono la "sigla" della sua pittura e che un secolo più tardi valsero a Frans Hals, da parte di Reynolds, il rimprovero di non aver portato a compimento i suoi quadri.
Questa immediatezza espressiva è anche testimoniata dal fatto che non si conoscono disegni preparatori: nella maggior parte dei casi il pittore dipingeva direttamente sulla tela.
Nel 1616 dipinse il monumentale Banchetto degli ufficiali della Guardia civica di San Giorgio: le dodici gravi figure in nero sono caratterizzate con vivace e immediata aderenza alla realtà del modello, senza precedenti nella storia della ritrattistica olandese. Nel decennio 1620-1630 si assiste a una più decisa rottura con la tradizione manieristica e ad un accostamento ai caravaggisti di Utrecht, soprattutto nella rappresentazione di mezze figure a grandezza naturale: nascono così i "ritratti" di attori, bevitori, musici, eseguiti con libertà assai maggiore dei ritratti veri e propri dipinti per commissione come la "Zingara" (Louvre).
La zingara, 1628, Museo del Louvre
L'accostamento ai pittori di Utrecht fu soprattutto tematico, perchè Frans Hals non fu mai interessato alla ricerca di contrasti drammatici di chiaroscuro, ottenuti con la luce artificiale, comune ai caravaggisti olandesi; predilesse invece una luminosità diffusa e reale, talvolta con effetti di "plein-air".
Negli ultimi decenni Hals non dipinse quasi più scene di genere e si dedicò solo al ritratto: la sua pennellata divenne ancora più audace ed essenziale, manifestando anche nei ritratti ufficiali la libertà già tipica delle scene di genere. La sua pittura si fece più semplice e severa, sostituendo i colori splendenti del periodo precedente con effetti quasi monocromatici, mentre i personaggi sorridenti si immergono in austera meditazione. Questo processo si approfondì nell'ultima stagione del pittore in opere di allucinante potenza evocativa.
L'opera di Hals, dimenticata dai contemporanei, fu riscoperta nell'Ottocento. Morì ad Haarlem nel 1666.