Pittore svizzero (Ginevra 1702-1789), Jean Etienne Liotard, iniziò la sua carriera artistica come miniaturista ed apprese le tecniche fondamentali del ritratto a pastello, quella che rimarrà sua indiscussa specialità.
In seguito si perfezionò a Parigi, dove però fu rifiutato dall' Acadèmie Royale. Dopo aver viaggiato in Italia ed aver ricevuto moltissime commissioni per ritratti, girovagò per tutta la regione del Mediterraneo, stabilendosi per 4 anni a Costantinopoli. Affascinato dall'esotismo della vita e dei costumi orientali, si fece crescere una lunga barba e inizò a vestire alla foggia del luogo, guadagnandosi il soprannome di "pittore turco".
Secondo la biografia di Liotard, scritta da J.-E. Liotard jr, trovandosi a Costantinopoli dal 1738 al 1742, “...fece un gran numero di disegni dal vero di uomini turchi e donne greche.
Il principe di Moldavia, avendo sentito parlare di lui a Costantinopoli dove si trovava, prima si fece dipingere lì, poi lo chiamò alla sua corte a Iasi, e gli fece fare il suo ritratto e quello della figlia, della moglie e del patriarca di Gerusalemme.
Era arrivato il 15 ottobre 1742, ci restò dieci mesi e mezzo durante i quali eseguì per il principe i disegni di tutti i Voda che avevano regnato in precedenza in Valacchia. Questo si chiamava Costantino Maurocordato, principe buono e dolce e che amava le scienze.
Liotard, avendo notato che i grandi del paese portavano tutti la barba, stanco di radersi provò a lasciarsela crescere.
Essendo stato invitato alle nozze di uno dei signori, quando questi serie accorsero si congratularono tutti del fatto, facendogli grande accoglienza, tanto che Liotard decise allora di tenerla."
A Costantinopoli eseguì anche i ritratti dei membri della colonia britannica.
Per il resto della sua vita viaggiò in tutta Europa, eseguendo ritratti a pastello su commissione: l'attrezzatura richiesta per questo tipo di tecnica era semplice e leggera rispetto a quella di un ritrattista ad olio, quindi ideale per un artista itinerante com'era sempre stato. Inoltre la rapidità di esecuzione e l'inalterabilità dei colori (sebbene fissati con gomma arabica o gommalacca ) rendevano i ritratti a pastello molto apprezzati. Nel 1762 eseguì a Vienna i ritratti di tutta la famiglia imperiale su commissione dell'Imperatrice Maria Teresa che, dato il minimo ingombro dei ritratti, avrebbe potuto portarli con sè nei suoi spostamenti in Europa ed utilizzare il loro accurato verismo per combinare matrimoni strategici a distanza. Tra i 14 ritratti compare anche quello di Maria Antonietta all'età di 7 anni.
Molto riusciti e incredibilmente realistici sono anche l'autoritratto conservato agli Uffizi, il ritratto di Madame d'Epinay (Ginevra, Museo d'arte e storia) e quello della contessa di Coventry e il Paesaggio presso Ginevra (Amsterdam Rijksmuseum).
Il punto di forza dei ritratti di Liotard fu di certo la somiglianza al vero e un uso dei pastelli simile alla tecnica ad olio dei miniaturisti, che aveva appreso durante gli anni di studio a Ginevra: eviterà le sfumature e l'effetto "cipria" molto utilizzato nel '700, ottenendo contorni netti e figure nitide, rese ancor più definite dalla scelta di sfondi neutri.
Il suo verismo era spesso impietoso e in controtendenza con le scelte "concilianti" dei ritrattisti su commissione dell'epoca, tanto da far dire a Madame de Pompadour in riferimento al ritratto che gli aveva commissionato: "Tutti i vostri meriti si riducono alla barba".
All'età di 79 anni pubblicò il Traité des principes et des règles de la peinture, un trattato sui princìpi ispiratori della sua arte e sulle tecniche del mestiere: nettezza del disegno, grazia e nitidezza sono poste come regole essenziali del ritratto a pastello mentre il tratteggio e lo sfumato sono violentemente criticati.
Nel trattato Liotard sintetizza la funzione della pittura come "specchio della Natura".
La bella cioccolataia (1744-45), Dresda, Staatliche Kunstsammlung
La Bella Cioccolataia non fu tenuta in gran conto da Liotard, che non ne parlò mai nei suoi scritti e nelle sue lettere. Si pensa sia il ritratto della giovane Baldauf che sembra aver sposato il conte Dretrichstein o Lichtenstein. L'opera ebbe un clamoroso successo e dai contemporanei fu più volte definita come "il miglior pastello mai realizzato".