Johannes Vermeer, detto Jan, nacque a Delft nel 1632. Scarse sono le notizie relative alla sua vita pivata. Sappiamo che il padre era un tessitore che possedeva anche una locanda e un anno prima della nascita di Jan divenne mercante d'arte.
Il giovane Vermeer sposò nel 1653 una ricca ereditiera di religione cattolica, nonostante lui fosse di fede protestante, dalla quale ebbe ben 14 figli e nello stesso anno venne accolto nella gilda pittorica di Delft, divenendo allievo di Carel Fabritius.
Molto importante per la carriera dell'artista si rivelò la suocera che lo sostenne finanziariamente aiutandolo in questo modo a farsi strada nel mondo della pittura.
Vive una vita senza momenti epici: nessun viaggio all'estero, nessuna committenza illustre, solo qualche incarico per conto delle corporazioni dei pittori di Delft, contatti sporadici e indiretti con gli artisti attivi nel resto d'Europa.
Dimenticato dopo la morte avvenuta nel 1675 probabilmente per stress, venne riscoperto e rivalutato nella seconda metà dell'Ottocento in seguito alla nuova attenzione per le tecniche cromatiche.
I temi e le tecniche
Per quanto riguarda l'arte di Vermeer, dall'esame delle sue prime opere, Toeletta di Diana e Cristo presso Marta e Maria, risultano evidenti gli influssi italiani in particolar modo l'influsso della scuola di Caravaggio e gli influssi di Gerrit Van Honthorst e Jacob Van Loo.
Pian piano l'artista si avvicinò allo stile di Rembrandt e in particolar modo allo stile del suo maestro, Karel Fabritius, attivo a Delft dal 1652 al 1654.
La svolta radicale nella sua pittura avviene alla metà degli anni '50, quando inizia a produrre piccoli, delicatissimi dipinti che ripropongono sempre lo stesso schema: da una finestra sulla sinistra entra un fascio di luce che rivela gradualmente oggetti e personaggi (al massimo 3), mettendo in risalto i dettagli abiti e degli arredi. I primi dipinti con questo stile prevedono un punto di vista rialzato, che permette di vedere ampie porzioni di pavimento a piastrelle alternate, con un forte effetto ottico di prospettiva.
Sono scene banali, di vita quotidiana, come nella più pura tradizione fiamminga, ma è sempre ricercato un significato allegorico o morale.
Attento conoscitore dell'animo femminile, Vermeer ritrae spesso donne nell'intimità della loro casa, spaziando dal pisolino della domestica a colte dame intente a scrivere lettere o a suonare il liuto o la spinetta. Nella ricerca dell'animo dei suoi soggetti, ferma le scene in un tempo sospeso con una dolcezza e insieme una profondità senza precedenti, rendendo eterni i fremiti psicologici dei personaggi che riesce a catturare nelle sue tele.
Sulla cronologia delle sue opere (una trentina in tutto), gli studiosi sono d'accordo sul seguente scaglionamento nel tempo, a partire dalla Giovane assopita e dalla Giovane donna leggente, dove, verso il 1657, Vermeer dimostrò ormai uno stile proprio, soprattutto nei fattori cromatico-luministici, che trovano la loro espressione più alta nella celebre Lattaia e nelle coeve Stradina di Delft, Veduta di Delft e Ragazza con turbante (o La ragazza dall'orecchino di perla).
Ragazza con orecchino di perla
Dal 1665 il suo impegno divenne quasi ossessivo verso una perfetta misurazione dello spazio e ciò si nota nelle opere come Pesatrice di perle, Donna con la collana di perle, Donna in blu, Merlettaia, Signora che scrive e Suonatrice di liuto.
Nella misurazione meticolosa dello spazio e della luce, come nell'ossessione per i particolari minuziosi, può aver avuto un ruolo la sincera amicizia dell'artista con lo scienziato Anton van Leeuwenhoek, l'inventore del microscopio: è plausibile che Vermeer possa essere stato uno dei primi a scoprire il mistero della vita celato nelle piccole cose della realtà, un mistero che la luce può rivelare a chi ha occhi, cuore e pazienza.
La ricchezza dei particolari di alcune sue opere, però, sembra sopraffare la perfetta misurazione dello spazio come si può notare nelle opere l'Astronomo, il Geografo e nelle due tele Donna alla spinetta e Fede.
Dall'entusiasmo della critica odierna per Vermeer sono nate, nell'ambito del collezionismo, manifestazioni di altissima stima e clamorosi episodi di falsificazioni.
Veduta di Deft
Lo stile
Interni silenziosi, ritratti, scorci urbani, la pittura di Vermeer è una pittura laica che, rivolgendosi a un nuovo pubblico, la borghesia, si orienta sui gusti e sull'orizzonte morale di questa. Il pittore trasfigurò il quotidiano trasportandolo in una dimensione atemporale e rendendolo sublime. La sua è per certi versi una pittura celebrativa: del lavoro, della vita domestica e, in ultima analisi, delle fortune, della serenità e della moralità della borghesia olandese.