La pittura inglese nel Seicento e nel Settecento
Scritto da Laura Savani. Pubblicato in pittura barocca
L'arte pittorica, nell'Inghilterra del XVII secolo, fu erede, in un certo senso, dello scisma avvenuto sotto Enrico VIII nel secolo precedente: banditi i soggetti religiosi e mitologici, la pittura per un secolo si limitò al ritratto.
L'Inghilterra subì il barocco solo per contagio: fu un fiammingo, Van Dyck, a rivoluzionare la pittura inglese; pittore prediletto di Carlo I Stuart, Van Dyck si stabilì a Londra nel 1632 e la sua arte divenne punto di riferimento per gli artisti che lo seguirono come Sir Peter Lely (fiammingo anche lui).
Con l'avvento di Cromwell, il puritanesimo impose al costume una austerità poco favorevole all'incremento della arti, ma Carlo II portò in Inghilterra, dal suo lungo esilio, le abitudini e il gusto francesi.
Nel XVIII secolo si formò una scuola originale con William Hogarth per la pittura di genere; con Joshua Reynolds, Thomas Gainsborough e George Romney per la ritrattistica.
L'Inghilterra della ragione Uno stile sfrontato
La pittura inglese nel XVII seolo
Cornelius Johnson William Dobson Peter Lely Gottfried Kneller John Michael Wright
La pittura inglese nel XVII seolo
William Hogarth Thomas Gainsborough Joshua Reynolds Richard Wilson George Romney Joseph Wright of Derby