Il giovane Giovan Battista Pergolesi non ha neppure 26 anni quando, squassato dalla tosse della tubercolosi, comincia a scrivere il suo Stabat Mater.
E' ospitato dal convento dei cappuccini di Pozzuoli, dove l'acqua termale e i vapori sulfurei avrebbero dovuro migliorare la sua condizione, che invece l'umidità e il freddo delle celle rendono ogni giorno più insopportabile.
Ma lui deve lavorare...e ha fretta: i Cavalieri della Vergine dei dolori della Confraternita di San Luigi al Palazzo gli hanno commissionato uno Stabat Mater da sostituire a quello del sommo, inarrivabile Alessandro Scarlatti, eseguito puntualmente ogni quaresima dal 1724.
Un'occasione irripetibile. Una possibilità di sucesso e affermazione che avrebbe dato stabilità e tranquillità ad un giovane musicista per molti anni. Anni che Giovan Battista non sa neppure se avrà davanti a sé.
Ma non importa, lui lavora giorno e notte.
Le confraternite a Napoli sono potentissime e le celebrazioni pasquali le più seguite, soprattutto dal punto di vista musicale. I recenti successi, soprattutto dovute a serenate e opere buffe, non hanno ancora cancellato il ricordo dei fallimenti teatrali romani e a Giovan Battista sembra di non avere più tempo per lasciare qualcosa di grande.
Parti di viola mancanti o appena abbozzate, errori grossolani, grandi macchie di inchiostro e un certo disordine tipico di chi ha fretta, una gran fretta: è così che si presenta oggi la partitura autografa dello Stabat Mater. Le sue mani tremanti, che avevano lavorato febbrilmente sulla partitura per mesi ogni giorno, esclusi quelli, sempre più numerosi, in cui la tosse non gli permetteva neppure più di scrivere, lasciano quei fogli stroppiciati la mattina del 17 marzo 1736: prima di scivolargli dalle mani, Giovan Battista ha fatto appena in tempo a scrivere “Finis Laus Deo”.
Quando i cappuccini lo trovano senza vita, non attribuiscono molta importanza alla partitura: velocemente si disfano del corpo gettandolo nella fossa comune adiacente alla Cattedrale per paura di un contagio.
La carriera artistica di Pergolesi si è espressa nell'arco di soli cinque anni, ma la bellezza del suo Stabat Mater, apprezzato dai contemporanei e persino parafrasato da Johann Sebastian Bach in un suo salmo, ha lasciato nella storia il segno, commovente e meraviglioso, di una vita spesa per la musica.