L'Accademia degli Ardenti (o del Porto) aprì nel primo decennio del Seicento la strada della musica nell'ambito dei vari cenacoli culturali di Bologna; seguirono l'Accademia dei Floridi (1615), quella dei Filomusi (1622), dei Filaschisi (1633), infine l'Accademia Filarmonica (1666) che concentrò molti appartenenti di queste.
L'Accademia, estremamente rinomata, annoverava cinquanta maestri musicisti, divisi in tre ordini (compositori, cantanti, strumentisti).
Nel 1749, in considerazione del prestigio raggiunto, una bolla papale concesse all'Accademia bolognese lo status privilegiato dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma (tra le altre concessioni, la responsabilità di nominare i maestri di cappella delle chiese cittadine): il diploma di aggregazione dell'Accademia divenne ambitissimo anche fuori Bologna.
Legata al periodo aureo dell'Accademia Filarmonica fu la vita di Giovanni Battista Martini, che entrò a far parte dell'Accademia nel 1758, insigne musicista e insegnante che fu tra le personalità artistiche più accreditate del tempo. Compositore e storico, lasciò una biblioteca immensa, una "Storia della musica", uno stuolo di allievi destinati a un futuro importante e un epistolario sterminato, composto di più di seimila lettere indirizzate ai più celebri musicisti del tempo.
Wolfgang Amadeus Mozart in particolare ricevette da Padre Martini lezioni che daranno alla sua musica un solido sostegno, e si riveleranno proficue soprattutto negli ultimi anni; il culto per il contrappunto, così poco usato dagli operisti italiani dell'epoca, sarà il retaggio prezioso del soggiorno di Mozart nella colta e musicalissima Bologna, ricevuto dalle mani di un uomo che, certamente unico in Italia, possedeva allora una copia dell'Arte della fuga di Bach.
Da queste lezioni nascerà il fresco, arioso, scintillante contrappunto mozartiano.