La Camerata dè Bardi fu costituita da un gruppo di intellettuali fiorentini che si riunivano per parlare di musica, letteratura, scienza e arte.
Prende il nome dal conte Giovanni Bardi, nella cui abitazione, palazzo Bardi in via de' Benci, si tenevano le riunioni.
La prima riunione documentata è datata 14 gennaio 1573 e tra i partecipanti si annoverano musicisti quali Girolamo Mei, Vincenzo Galilei (liutista, padre di Galileo e confidente del conte), Giulio Caccini, Emilio de' Cavalieri, Jacopo Peri e Ottavio Rinuccini.
Lo scopo della camerata era quello di riportare ai fasti di un tempo lo stile drammatico degli antichi greci. Lo sviluppo della tematica portò, in campo musicale, alla elaborazione di uno stile recitativo in grado di cadenzare il canto, rendendo il testo più comprensibile e il cantato più simile alle recitazione parlata. Inizialmente questo espediente fu applicato a semplici monodie (linee melodiche per voce solista) o a brevi intermezzi di oratori, come nel caso della “La rappresentatione di anima et di corpo” di Cavalieri, per poi essere utilizzato in compositive più articolate.
Nascevano così le basi del recitar cantando.
Fra i primi a perseguire gli intenti del cenacolo e a riprendere le tematiche e gli stilemi della teatro greco, vi furono Giulio Caccini (1550-1618) con le Nuove Musiche (1601) per voce sola e basso continuo e Jacopo Peri (1561-1633), con le opere Dafne (1597) e Euridice (1601), su libretto di Ottavio Rinuccini e la collaborazione di Caccini.
L' Euridice è considerata la prima opera lirica a noi pervenuta, ma si deve di certo a Claudio Monteverdi (1567- 1643) il perfezionamento di queste commistioni di teatro, danza e “recitar cantando”e la loro codificazione in un genere dai caratteri definiti e riconoscibili.
Impiegato a Cremona presso la corte dei Gonzaga, è indubbio che Monteverdi ebbe dei contatti con l'ambiente e le innvovazioni culturali della Camerata dè Bardi, soprattutto attraverso il librettista Ottavio Rinuccini, autore del libretto dell'opera Arianna. Con l'Orfeo, rappresentato con grande successo nel 1607, il Ritorno di Ulisse in patria (1639) e l'Incoronazione di Poppea (1642) si delineano le tematiche, vicine ai miti e alle leggende dell'antichità classica care ai componenti della Camerata, tipici di tutta l'opera barocca e pre-classica.
Nasce inoltre la figura del “cantante d'opera”che, facendo sfoggio di virtuosismi e abilità tecniche insieme a capacità teatrali e melodrammatiche, tanta parte avrà nel teatro dei secoli XVII e XVIII. A questo proposito possiamo citare l'esempio della prima rappresentazione dell'Arianna, il 28 maggio 1608: la parte di Arianna era sostenuta dalla grande virtuosa Virginia Ramponi-Andreini, detta La Florinda, che nell'eseguire il famoso Lamento (unica parte dell'opera giunta fino a noi) mosse alle lacrime tutto il pubblico e causò malori e svenimenti tra le dame più sensibili. Scene che precorrono le isterie collettive per i grandi solisti e i sopranisti delle opere di Porpora, Händel e Mozart.