Alessandro Algardi nasce a Bologna nel 1598 e si forma nell’accademia di Ludovico Carracci.
La formazione
Nel 1622 è attivo a Mantova, presso Vincenzo II Gonzaga. Alla sua corte può ammirare le opere di scultura classica che lo influenzano profondamente. Dopo un breve soggiorno a Venezia approda a Roma nel 1625. Introdotto nell’ambiente artistico dal suo conterraneo Domenichino, è a lungo impegnato col restauro di opere antiche: in quest’epoca, “restaurare” significa aggiungere i pezzi mancanti alle statue mutile dell’epoca ellenistico-romana.
Le opere
Grazie al Domenichino, Algardi ottiene nel 1628 la commissione di due statue in stucco raffiguranti la Maddalena e San Giovanni Evangelista per le nicchie della cappella Bandini, nella chiesa di San Silvestro al Quirinale. La cappella conteneva già due statue del Mochi, che influenza lo stile dell’Algardi al pari della statuaria ellenistica: l’artista si tiene così lontano dall’eccessivo gusto chiaroscurale della plastica berniniana, prediligendo una luminosità diffusa e avvolgente.
Con la salita al soglio pontificio di papa Innocenzo X Pamphili, lo scultore entra in diretta concorrenza col Bernini. Il papa Pamphili non ha una grande sensibilità artistica e non nutre una predilezione particolare per lo stile dell’Algardi; tuttavia lo preferisce per inimicizia nei confronti del papa Barberini che lo aveva preceduto, e del protetto di questi, Bernini.
Per ottenere la commissione di un’opera importante Algardi non esita a giocare sporco: è tramite intrighi e sotterfugi che nel 1645 toglie a Francesco Mochi la commissione del senato romano per una statua di bronzo di Innocenzo X destinata al palazzo dei Conservatori. Se i mezzi sono poco ortodossi, il risultato è un capolavoro: spiccano la vivacità del gesto benedicente, il chiaroscuro intenso degli ampi paramenti, la saldezza della costruzione.
Dal 1638 al ’43 realizza la Decollazione di San Paolo per l’altare della chiesa di San Paolo Maggiore a Bologna. Il gruppo scultoreo è collocato entro un’esedra a colonne marmoree ideata da Bernini. Il soggetto allude al nome e al cognome di Paolo Spada, estensore del lascito per l’edificazione della cappella. Suo figlio, il cardinale Bernardino, è il committente dell’opera. Algardi completa il lavoro nel 1643 ma il gruppo scultoreo viene inaugurato solo nell’anno giubilare 1650, insieme all’altare. La maestosa incorniciatura a colonne isola le figure su una specie di palcoscenico. A differenza di Bernini, Algardi punta all’essenzialità, semplicità e chiarezza, facendo risaltare l’atteggiamento e la qualità morale del Santo nel momento del martirio. Siamo all’epilogo dell’azione - il carnefice sta per vibrare il colpo - ma le due figure restano distinte, ognuna isolata nella sua sfera individuale. Infatti scopo dello scultore non è mostrare un dramma violento, ma mettere in evidenza il contrasto morale tra i due personaggi, rilevabile nei gesti e nelle espressioni.
Tra le opere più importanti dell’Algardi vi è il grande rilievo marmoreo raffigurante l’Incontro tra Attila e il papa Leone Magno (1649-53). Leone Magno era andato sulle rive del Po incontro ad Attila, che voleva oltrepassare il fiume col suo esercito per conquistare e distruggere Roma. Il rilievo raffigura l’apparizione in cielo degli apostoli Pietro e Paolo con le spade sguainate contro il temuto capo degli Unni, evento che distoglierà Attila dal suo progetto e lo condurrà alla ritirata. Questo famosissimo rilievo è una summa dello stile algardiano, più realistico e sobrio rispetto a quello del Bernini.
La chiarezza nell’osservazione nonché l’attenzione quasi maniacale per il dettaglio spiegano come mai Algardi fosse tra i ritrattisti più richiesti della sua epoca.
Il suo capolavoro in questo campo è il busto di donna Olimpia Maidalchini (1645-50), cognata di Innocenzo X.
Il volto da matura matrona romana mostra un cipiglio autoritario, segno visibile del potere che la donna esercita.
A incorniciarle il volto, un grande velo inarcato ad ala che sottolinea ancora una volta la fierezza del personaggio.
Alessandro Algardi muore a Roma il 6 Giugno 1654.