Il mistero della Maschera di Ferro è un vero e proprio enigma dell’epoca barocca la cui trama irrisolta affascina ancora oggi come in passato. Da Alexandre Dumas ai molti registi il tema è stato rivisitato e per ultimo citiamo Leonardo Di Caprio, che ha interpretato sia Luigi XIV sia il suo sosia e fratello gemello, cioè la Maschera di Ferro, seguendo la leggenda innescata dall’autore del Candido. C’est la faute à Voltaire!
La storia della maschera di ferro
La vicenda viene alla luce nel 1703 anno della morte del misterioso personaggio dietro al maschera, a parlarne è la principessa Palatina, cognata di Luigi XIV re di Francia, in una lettera all’amica Sofia di Hannover:
"Un uomo è rimasto per lunghi anni alla Bastiglia e vi è morto mascherato. Aveva sempre al fianco due moschettieri che l’avrebbero ucciso all’istante se si fosse tolto la maschera. Ha sempre mangiato e dormito mascherato. Per il resto lo hanno trattato benissimo ben alloggiato e gli hanno dato tutto quello che desiderava. Faceva la comunione con la maschera. Era assai devoto e leggeva continuamente Non si è mai potuto sapere chi fosse."
Dopo la morte tutto venne cancellato della vita di quell’uomo: i vestiti, i materassi, i cuscini, la biancheria del letto. Si diede alle fiamme il mobilio della cella; le sedie, il tavolo, persino l’intelaiatura della finestra. Vennero fusi i vasellami che gli servivano per mangiare tenendosi addosso la maschera.
Il primo ad appassionarsi alla storia fu Voltaire che nel 1751 scrisse nel Secolo di Luigi XIV:
"Alcuni mesi dopo la morte di Mazzarino si mandò nel più gran segreto al castello dell’Ile Sainte-Marguerite un prigioniero sconosciuto, di una taglia al di sopra dell’ordinario, giovane e dalla figura più bella e più nobile. Questo prigioniero per la strada portava una maschera il cui sottogola aveva degli strati d’acciaio che gli lasciavano la libertà di mangiare con la maschera sul volto. I carcerieri avevano l’ordine di ucciderlo se si fosse tolto la maschera."
Più tardi sempre Voltaire ne le Questions sur l’Encyclopédie, disse che era un fratellastro di Luigi XIV, figlio di Anna d’Austria e del cardinale Mazzarino. Gli storici hanno seguito molte tracce ipotizzando che fosse il figlio segreto della madre di Luigi XIV e Mazzarino e d’Artagnan oppure che fosse il figlio segreto dello stesso Re Sole, tante ipotesi poco veritiere.
Anche sulla maschera vi sono varie ipotesi, in prima analisi è opportuno ricordare che nel XVII secolo le maschere di ferro erano in uso in tutti gli stati europei ma secondo alcuni quella della storia che raccontiamo era una maschera di velluto nero con alcune strisce di ferro per non liberarsi della maschera.
Sulle tracce del mistero della maschera di ferro
La storia della maschera di ferro si intreccia con quella di un personaggio noto: Benigne de Saint-Mars, moschettiere al servizio del celeberrimo d’Artagnan che per promozione, nel 1665, delle sue imprese venne mandato a Pinerolo come comandante assoluto con il compito di segregare tra gli altri il personaggio misterioso della maschera di ferro.
Saint-Mars rimane a Pinerolo per ventidue anni e in seguito venne mandato nelle isole al sud della Francia per finire a 72 anni governatore della Bastiglia.
A Pinerolo c’erano cinque prigionieri di riguardo e la Maschera di Ferro è uno di loro, probabilmente. Il primo indiziato è Eustache Dauger o Ranger odiato dal ministro Louvois. C’è poi un certo Dubreuil, detto «Samson», una spia di cui Louvois dice: «E uno dei più artificiosi birboni che si possa incontrare».
Il terzo è La Rivière, il fidatissimo domestico di Fouquet che segue il padrone in carcere e vi rimane costretto anche dopo la morte di Fouquet, avvenuta nel 1680.
Il quarto sepolto vivo è un monaco domenicano, del quale si ignora persino il nome.
E infine ecco il quinto e il più importante: Ercole Antonio Mattioli, già ministro e uomo di fiducia del duca di Mantova, arrestato nel 1679 e morto (forse) nell’aprile 1694.
Quest’ultimo prigioniero è forse il miglior indiziato di esser il nostro personaggio.
Il duca, Carlo IV Gonzaga, nel 1679, voleva vendere la città e la fortezza di Casale a Luigi XIV. Dal 1632, il Re Sole era già padrone di Pinerolo, ma ora sognava d’impadronirsi della capitale del Monferrato. Casale infatti sorvegliava il Piemonte ed era la chiave di volta del Milanese, per il quale costituiva una costante minaccia. Inoltre Casale permetteva di controllare la strada di terra che legava il Mediterraneo alle Fiandre, e Finale Ligure e Genova a Milano.
Nel 1679 per discutere la cessione di Casale il duca di Mantova manda a Parigi il suo amico Mattioli.
Le trattative erano segrete ma Mattioli ne dà notizia alla Spagna per denaro e intraprende un doppio gioco che lo porterà alla rovina inimicandosi Gonzaga e il potentissimo ministro Louvois.
Se davvero Mattioli fu la Maschera di Ferro, si spiegano i riguardi che gli vennero tributati nei vari penitenziari. Era un avventuriero, ma restava pur sempre un diplomatico ed era stato catturato in aperta violazione del diritto internazionale. A queste cose allora si dava peso. Così, per punirlo, ma anche per sottolineare la sua importanza e il suo prestigio tra i detenuti comuni, gli diedero quella «maschera di velluto nero guarnita di forti stecche d’acciaio e fissata al muro con un catenaccio» di cui parlano leggende e memoriali e anche Alexandre Dumas.
Il 3 aprile 1687, Saint-Mars arriva alla nuova occupazione sull’Ile Sainte-Marguerite, con il detenuto, che dev’essere senz’altro Eustache Dauger. Il guaio è che, durante il viaggio, all’interno della portantina ermeticamente chiusa non è arrivato un filo d’aria e quindi il prigioniero, cui non ci si può avvicinare, ha rischiato di morire soffocato senza che nessuno se ne accorgesse.
Il prigioniero era celato sotto una maschera. Ma a cosa serviva la maschera? A nascondere il vuoto, il nulla del personaggio. Per alcuni tutto era una farsa Saint-Mars avrebbe gonfiato le dicerie sui suoi detenuti perché gli faceva piacere essere al centro della curiosità dei contemporanei e, lo prevedeva, anche dei posteri.
La Bastiglia ultima dimora della Maschera di Ferro
Nel 1698, quando Saint Mars, il carceriere della maschera di ferro ha 72 anni, viene chiamato a dirigere l’importante prigione della Pastiglia a Parigi. Secondo alcuni storici è solo in questo ultimo viaggio e solo alla Bastiglia che il prigioniero indossa la maschera di ferro.
L’uomo dalla Maschera di Ferro viene registrato col nome di Gesnon. Negli ultimi anni viene concesso che presenziasse a funzioni religiose e così nel 1703 si è sentito male al ritorno dalla cappella. De Junca scrive sul registro del carcere: Il lunedì 19 novembre 1703 è morto il prigioniero sconosciuto, sempre mascherato d’una maschera di velluto nero, che il governatore Saint-Mars aveva portato con sé venendo dall’Ile Sainte-Marguerite e che sorvegliava da tempo. Fu sepolto con il nome di Marchialy (qualche storico scrive Marchioly), che fa pensare a Mattioli.
Così si conclude una delle storie più affascinanti senza aver soluzione del mistero.
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