La cultura politica del periodo barocco
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in cultura in epoca barocca
La cultura del Barocco è uno strumento operativo il cui obiettivo è quello di agire su gruppi di uomini dei quali si ha una visione precisa per far sì che essi si comportino tra loro, rispetto alla società che formano e al potere che da essa emana, in modo tale che si mantenga e si potenzi la capacità di autoconservazione di tali società secondo le grandi forze politiche del momento storico. Il Barocco non è altro che l’insieme di mezzi culturali uniti e articolati per operare convenientemente sugli uomini, intesi singolarmente e in gruppi.
Capire per dominare
Questo programma di azione sulla collettività degli uomini corrisponde a quella che allora si chiamava «politica». Quello che fa il teologo o l’artista corrisponde a un problema politico, se non nel contenuto, nella sua strategia. La stessa condotta individuale si considera soggetta alle categorie del comportamento politico, come conferma, ad esempio, l’uso di concetti come «ragione di Stato» o «statista», applicati alla vita privata. La conoscenza degli artifizi che l’uomo utilizza, e la conoscenza di quelli che si usano con l’uomo, costituisce un argomento a cui tutti devono prestare attenzione, nella misura in cui si occupano di dirigere in qualche modo l’uomo. Ai fini di poter guidare e accordare i comportamenti degli individui, bisogna penetrare nel meccanismo interno delle molle che li muovono. Scriveva La Bruyère nel capitolo De l’homme: “Sappiate con esattezza che cosa potete aspettarvi dagli uomini in generale e da ciascuno di essi in particolare, e poi lanciatevi nel commercio del mondo”.
L’arte strumento del potere
L’interesse per la conoscenza, il dominio e la manipolazione dei comportamenti umani, portavano a un’identificazione dei comportamenti con i costumi, della condotta con la morale. Tutto ciò implica un pragmatismo che alla fine si risolve in una maggiore o minore, ma sempre superficiale, meccanizzazione del modo di comportarsi degli uomini. Il fine morale della poesia di cui si fanno portavoce gli scrittori dell’epoca si converte in un sistema pratico per riformare, emendare, correggere i costumi degli uomini.
Lo scrittore è un precettista del comportamento che si preoccupa di stabilire il modello secondo cui deve condursi l’uomo di qualità. Ogni scrittore barocco pone come problema centrale quello del comportamento; per attirare gli altri verso il sistema di relazioni che ritiene fondamentale per la società, proclama che la riuscita o la felicità sta nel seguirlo.
La prudenza e metodo
Il ruolo preminente che assume la prudenza riflette il punto di vista comune degli uomini del Barocco. Di qui probabilmente viene l’aspetto di una cultura il cui disordine, mentre risponde a un sentimento, è ordinato e regolato. Il Barocco rappresenta una disciplina e un’organizzazione maggiori rispetto ad altri periodi. Nella sfera della vita religiosa si osserva un atteggiamento più consapevole: se contro le calamità naturali (pesti, epidemie, siccità, inondazioni, ecc.) s’invoca l’intercessione dei santi le cui immagini sono raffigurate in statue e ancone nelle chiese — così come si ricorre in altre occasioni alla stregoneria — l’organizzazione di queste cerimonie di culto dedicate ai santi agrari e taumaturghi offriva aspetti più razionali che non le oscure pratiche di uno stregone.
Questo spiega il tatticismo prudente che predomina negli uomini del Barocco, e la sostituzione di un criterio morale con un criterio moralistico in cui incorrono ad ogni passo. Ciò presuppone una meccanizzazione nell’uso delle molle interne dell’uomo, si tratta di acquisire la tecnica di un metodo con un alto grado di razionalizzazione operativa il che implica che la condotta umana può essere cieca o ispirarsi a valori non razionali, ma possiede una struttura con un ordine interiore che la ragione di colui che l’osserva può formulare nelle sue regole. ParIiamo di Barocco e razionalismo perché chi nel Seicento pianifica il metodo col quale si potrà agire in modo efficace sugli uomini, comincia pensando che essi possono rappresentare una forza cieca, ma che conoscendola si potrà incanalarla in modo razionale, così come il corso impetuoso di un fiume è sottomesso all’alveo di un canale calcolato per via matematica da un ingegnere.
L’uomo barocco non è un razionalista ma si avvicina al pensiero razionalistico: si serve di processi parzialmente razionalizzati, delle creazioni tecniche e matematiche che ne derivano, onde raggiungere il dominio pratico della realtà umana e sociale sulla quale vuole operare.
La tecnicizzazione del comportamento politico non si esprime in una formula matematica, bensi in simboli che da Machiavelli in poi subiscono un processo che li allontana dai loro referenti magici, per trasformarsi in età barocca in un linguaggio concettualmente formalizzato. Simboli come quelli del serpente e della colomba, della volpe e del leone, assumono ora questo ruolo.
La fisiognomica
Per una conoscenza dell’uomo con finalità pratica e operativa, si deve agire sull’ dell’osservazione del volto, e in generale dell’aspetto esterno dell’uomo, il che promuove grandemente nel periodo barocco gli studi di fisiognomica. L’idea della necessità di questa particolare psicologia di popoli e individui crea la coscienza nei politici, nei moralisti, negli artisti e negli scrittori di una non meno necessaria adeguazione secondo che si voglia agire sopra una massa assoggettandosi di conseguenza alle qualità o al «genio» di ogni gruppo. Si comprende così l’interesse che si ha nel Barocco per lo studio delle diversità psicologiche, per la storia e per la biografia, nelle quali si modellano tali particolarità di carattere di popoli e individui.
Lo scrittore barocco tende a concepire l’uomo riducendolo ai suoi semplici elementi, presentandolo come una tavola rasa; tale è l’ipotesi di fondo della dottrina pedagogica e morale di Saavedra Fajardo: l’uomo — egli dice — nasce «rase le tavole dell’intendimento»; su di esse si imprime, efficace, la dottrina, ma per ottenere questo «è necessario osservare e conoscere le sue doti naturali», e adeguarsi a questi dati per formare l’uomo, correggendolo con la ragione e con l’arte. Lo scrittore barocco compie una sottile combinazione accettando l’immagine dell’uomo elementare, e allo stesso tempo rafforzando l’energia direttrice dell’educazione. L’azione dei gruppi dominanti alfine di operare sull’opinione pubblica, per controllarla, conformarla e tenerla dalla propria parte nelle crisi di più diversa natura che minacciavano la loro posizione, è un fatto fondamentale da cui si deve partire.
La persuasione come esercizio del potere
Nel Barocco l’influenza della Retorica aristotelica ha il primato su quella della Politica, e precisamente perché la prima è un’arte della persuasione. L’epoca barocca è un periodo polemico a tutti i livelli e in tutti i campi; uno stato di forti controversie impone la necessità tattica di coinvolgere la gente, il cui peso nelle lotte generali può essere decisivo. Nel diciassettesimo secolo persuadere è molto più importante che dimostrare. L’arte diviene una tecnica di persuasione che va anima e corpo nella stessa direzione in cui muovono le imposizioni autoritarie o gli ordini esecutivi.
Nell’esercizio della persuasione una delle tecniche utilizzate è quella di rendere partecipe dell’opera lo stesso spettatore. Ciò si raggiunge facendolo complice della stessa: tale è il risultato che si ottiene mediante il procedimento di presentarla aperta allo spettatore, e per far questo si possono seguire alcune strade: o un personaggio nel quadro si rivolge a chi lo contempla quasi volesse invitarlo a unirsi alla scena; oppure, usando la tecnica della scena incompiuta che sembra prolungarsi nel primo piano di chi guarda, si coinvolge lo spettatore nel quadro; o ancora ricorrendo al mezzo di farselo coautore, servendosi dell’artificio che l’opera muta col mutare della prospettiva in cui lo spettatore si colloca, e così via. Secondo Lépez Pinciano, il «commuovere o la meraviglia» è il fine dell’arte. A differenza della serenità a cui tende il Rinascimento, il Barocco cerca di commuovere e di impressionare, in modo diretto e immediato, procurando di intervenire efficacemente sulla molla delle passioni.