Lo studio dell'anatomia tramite "modelli"
Sebbene dalla metà del '600 lo studio dell'anatomia si conducesse soprattutto su modelli in cera e non più eseguendo dissezioni di cadaveri ( diventate molto più rare rispetto all'inizio del secolo), nel XVIII secolo perdura l'abitudine di creare preparati anatomici, ovvero di trattare e simil-mummificare parti di veri corpi umani affinchè potessero conservarsi per anni ed essere studiate, i cosìdetti “spellati”.
Uno dei più importanti prosecutori di questa usanza, che la porterà a vette insuperate e quasi artistiche, è Honorè Fragonard, cugino del più noto pittore Jean Honoré Fragonard.
Dopo la laurea in chirurgia, incontra nel 1762 Claude Bourgelat, stalliere di Luigi XV e fondatore a Lione della prima scuola veterinaria della storia.
Fragonard diventa prima professore e poi direttore di tale scuola, che si occupa soprattutto di veterinaria equina: è lì che realizza per i suoi studenti numerosi spellati di cavalli interi o di loro parti.
La scuola ha molto successo e viene aperta una filiale a Parigi, dove viene convocato anche Fragonard, che nella capitale si dedica a tempo pieno alla realizzazione di spettacolari preparati anatomici.
Fragonard, artista del macabro
Non si limita però a realizzarli con cadaveri di animali, ma comincia a creare vere e proprie composizioni plastiche utilizzando anche parti umane. Questi oggetti sono così particolari che diventano ambiti anche dall'aristocrazia del Secolo dei Lumi che, assetata di novità e sperimentalismo, li acquista e li espone nelle proprie dimore come oggetti d'arte.
Molte di queste macabre sculture anatomiche prendono addirittura ispirazione dall'arte figurativa, come i suoi cavalieri, che si rifanno evidentemente ai monumenti equestri tipici del barocco, e l'uomo con la mandibola, un cadavere dal ghigno inquietante e gli occhi schizzanti fuori dalle orbite che brandisce una mandibola di cavallo nell'atto di imitare Sansone che combatte i Filistei.
Particolarmente inquietante è anche il famoso Cavaliere dell'Apocalisse, in cui il cavaliere è ritratto nella posa dinamica di spronare un cavallo rampante: corredavano questa scultura un piccolo esercito di macabri puttini, feti umani a cavallo di feti di cavalli, oggi andati tutti perduti.
Su Fragonard, sempre chiuso nel suo laboratorio ad armeggiare con cadaveri e ferri chirurgici, cominciò a circolare la voce che fosse impazzito e che il “Cavaliere dell'apocalisse” fosse in realtà una fanciulla di cui si era invaghito e che aveva ucciso e mummificato per tenerla accanto a sé per sempre.
Oggi, dall'analisi anatomica del cadavere, sappiamo che così non è (il soggetto utilizzato è infatti di sesso maschile), ma le dicerie poco edificanti su Fragonard e la scuola di veterinaria portarono Bourgelat a licenziarlo nel 1777. Continuò a realizzare scorticati artistici per l'aristocrazia di tutta Europa fino alla sua morte, nel 1789. Delle centinaia di pezzi realizzati da Fragonard, solo 21 sopravvissero alle distruzioni della Rivoluzione Francese.
Il segreto dell'"imbalsamatore"
La durata media di uno preparato anatomico mummificato in modo tradizionale era di 10, massimo 15 anni: quelli di Fragonard, realizzati tutti tra il 1762 e il 1798 sono ancora integri (seppure con alcuni occasionali interventi di restauro). Qual'era il suo segreto?
Sappiamo che Fragonard, dopo aver asportato la pelle del cadavere, gli ignettava grasso di montone, e non cera com'era la consuetudine: fondendo a temperatura più bassa, il sebo non bruciava i vasi, ma li manteneva integri, lucidi ed evidenti.
Inoltre per l'essicazione aveva messo a punto una mistura del tutto nuova, a base di sostanze repellenti e insetticide come la canfora, che avrebbero reso il preparato più durevole. Tuttavia ancora oggi sono ignoti alcuni ingredienti di questa incredibile mistura, capace di trasformare cadaveri di oltre 300 anni fa in oggetti scientifici ed artistici strabilianti.
il sito del museo Fragonard: Musee Fragonard