Ella introdusse nelle sue finanze un ordine e un'economia ignoti ai suoi predecessori, e sotto i suoi auspici l'esercito acquistò un tale grado di perfezione quale non era mai stato raggiunto sotto nessuno dei suoi predessori. Una donna attuò un disegno degno di un grande uomo. Federico il Grande
Maria Teresa d'Asburgo nacque a Vienna il 13 maggio 1717, secondogenita dell'Imperatore Carlo VI e di Elisabetta di Brunswick-Wolfenbüttel.
Ricevette un'educazione di alto livello con conoscenza delle lingue fra cui il latino e mostrò predilezione per le arti e la musica.
Con la sua bellezza, intelligenza e forza di carattere conquistò tutte le persone che le furono accanto che la chiamarono Resel.
Non le venne impartita un'educazione politica perchè suo padre sperò di avere un discendente maschio, dopo la morte dell'unico figlio. Dai 14 anni in poi seguì i lavori del Consiglio della Corona accanto al padre mostrando interesse per la politica, il diritto e la filosofia.
Dopo la morte improvvisa di Carlo VI (1740), Maria Teresa ereditò le Corone d'Austria, Ungheria e Boemia grazie alla "Prammatica Sanzione" voluta dal padre nel 1713. La Prammatica Sanzione stabiliva che anche per l'Austria valevano le stesse modalità di successione dell’'Ungheria, stabilendo la precedenza del maschio sulla femmina, anche se più stretta consanguinea del re defunto: in assenza di eredi maschi sarebbe succeduta la donna più imparentata con il re.
Maria Teresa e la successione austriaca
La morte dell’imperatore scatenò le reazioni per la presa del potere i cui protagonisti furono: Carlo Alberto di Baviera, Augusto III di Polonia ed Elisabetta Farnese, regina di Spagna. Il primo attacco venne da parte di Federico II di Prussia che invase la Slesia (1740), subito seguito da Francia e Spagna, che occupò Milano, Baviera e Sassonia.
Era l'inizio della guerra di successione austriaca. Maria Teresa, fallito un tentativo di recuperare la Slesia riuscì però ad avere un alleato contro i franchi-bavaresi, l’Ungheria; è grazie a loro che riuscì a ricuperare i territori perduti e a minacciare l'occupazione dell'Alsazia francese.
In questa occasione Maria Teresa mostrò il suo forte carattere: vestita di strettissimo lutto, per la morte del padre, e stringendo tra le braccia il neonato erede Giuseppe, si presentò alla Dieta ungherese per chiedere aiuto e protezione nel nome di Dio.
Fu così che, nella commozione generale i Componenti la Dieta si impegnarono ad allestire un esercito di 20.000 uomini promuovendo una guerra che durò sette anni.
La Sassonia si alleò a Maria Teresa, che ebbe anche l’appoggio di Inghilterra ed Olanda e nel 1742, Federico II accettò una pace separata, ottenendo una parte della Slesia; Massimiliano Giuseppe, figlio del defunto Carlo Alberto di Baviera rinunciò ad ogni pretesa sull' Austria.
In quello stesso anno, il 4 ottobre, il marito che Maria Teresa aveva per amore sposato già nel 1736, Francesco Stefano di Lorena, fu incoronato Imperatore con il nome di Francesco I.
Francia e Spagna rimanevano nemiche dell’impero con mire su Renania e Italia.
Nel 1745 fu invasa la Lombardia, ma nel marzo del 1746 l’infante di Spagna, don Filippo di Borbone, dovette abbandonare Milano perchè Maria Teresa, con l'alleanza di Carlo Emanuele III di Savoia, riuscì a contrastare l'avanzata franco-spagnola.
La "Pace Europea" ad Aquisgrana
La pace di Aquisgrana (1748) concluse la guerra di successione austriaca e sancì la sovranità di Maria Teresa su tutti gli Stati ereditati dal padre eccetto la Slesia e parte della Lombardia ceduta ai Savoia per l’aiuto contro gli spagnoli.
L’imperatrice consolidò il potere riducendo il frazionamento della monarchia asburgica, creando uno stato più accentrato, un esercito, e un corpo burocratico al servizio del Sovrano. Cercò di ordinare e razionalizzare le diverse componenti dell’impero a partire dalle tradizioni, dagli usi, dagli ordinamenti sociali e politici nei domini austriaci (Austria, Tirolo, Carniola, Carinzia, Stiria), in quelli boemi (Boemia, Moravia, Galizia Lodomiria), nel dominio di Ungheria (Ungheria, Transilvania e Croazia) e nei territori degli ex domini spagnoli (il Milanese ed i Paesi Bassi meridionali).
Le riforme nei domini italiani
Unificò gli appalti indiretti nelle mani di una sola impresa, e diede avvio alla riforma fiscale con tributi diretti, collegati alla compilazione del nuovo catasto. Venne riformata l'Amministrazione pubblica con l'unificazione e la centralizzazione degli organi comunali e provinciali lombardi.
Seguirono le riforme giudiziarie, finanziarie ed economiche, sociali e culturali, con la riorganizzazione dell'istruzione pubblica e con la creazione delle scuole elementari. Milano si giovò anche di rinnovamenti edili come il restaurò di Palazzo Reale, la villa di Monza, la ristrutturazione del Palazzo Brera, e la creazione di varie vie, giardini e palazzi. Nel 1774 venne posta sulla guglia più alta del Duomo la famosa Madonnina, simbolo della città e nel 1778, sempre opera del Piermarini, venne inaugurato il Teatro alla Scala. Anche dal punto di vista culturale Milano ebbe un fiorire di riviste e giornali e innovatori pensatori come Monti e Beccarla.
A Trieste l'impulso innovativo fu notevole, la città fu privilegiata, per la posizione geografica nei confronti dell'Austria, nella costruzione del Porto quale principale scalo marittimo dell'Impero asburgico.
Alla lungimiranza di Maria Teresa vanno ascritti alcuni provvedimenti che potenziarono la ricchezza cittadina promulgando l'estensione all'intera città delle franchigie doganali che provocò a Trieste affluenza di persone di tutte le razze e di ogni ceto, in conseguenza di questa eterogeneità fu promulgato "l'Editto di tolleranza" che dava la libertà di culto, di negoziare liberamente e di possedere beni.
Lo stile architettonico delle costruzioni edilizie e monumentali che sorsero nella città si riferirono a quelle di moda a Vienna in quei tempi. Prevalse cioè il barocco di tipo viennese del Barone Fischer von Erlach, in maniera però più moderata, che preludeva alla futura evoluzione neoclassica.
La guerra dei sette anni
Nel 1756, per riaffermare il predominio asburgico in Germania (contro la Prussia), cercando di riconquistare la Slesia, Maria Teresa rinunciò alla tradizionale alleanza con Inghilterra e Olanda, accostandosi alla Francia ed alla Russia, con il "rovesciamento delle Alleanze". Fu una guerra che durò sette anni fra Austria, Francia, Russia, Sassonia e Svezia contro la Prussia e l'Inghilterra e che fu combattuta prevalentemente in Germania. Seguì la Pace di Hubertusburg nel 1763, che sancì la sconfitta delle mire austriache sulla Slesia. In cambio ottenne che il suo primo figlio maschio venisse eletto "Re dei Romani" (1764) e diventasse quindi il candidato principale alla successione imperiale. Ciò avvenne l'anno successivo, all'improvvisa morte dell'amato consorte Francesco I. Nel 1765, infatti, il figlio Giuseppe fu messo a fianco di Maria Teresa come correggente e nello stesso anno ricevette la corona imperiale.
Nell'ultimo decennio del suo regno, Maria Teresa, spinta dal figlio Giuseppe II e dal Cancelliere Kaunitz, aderì ad una politica espansionistica che non avrebbe desiderato. Partecipò con Russia e Prussia alla prima spartizione della Polonia, nella quale ottenne la Galizia e la Lodomiria. Intervenne senza entusiasmo pure alla guerra di successione bavarese nel 1778, scoppiata per l'estinzione della dinastia dei Wittelsbach, che si concluse l'anno dopo con la pace di Teschen e che fruttò all'Austria l'annessione della regione dell'Innviertel.
Una donna sovrana
Maria Teresa fu una donna eccezionale, intelligente, bella, appassionata con profondo senso del dovere soprattutto verso la sua dinastia e l’Impero, quello che in una parola si definiva Erzhaus. Fu una donna che lottò molto ancora prima di essere imperatrice riuscendo a sposare Francesco Stefano di Lorena di cui fu sempre fino alla morte innamorata, nonostante i tradimenti. Alla morte del padre dovette lottare ancora per riuscire a far eleggere imperatore Francesco Stefano e diventare, in quanto moglie, imperatrice. Ricordo che il suo fu un potere vero e pieno e ben poco si lasciò influenzare dal marito. Ebbe in tutto 16 figli di cui 3 nati morti e altri tre morti in gioventù. Rigorosa e metodica organizzava la giornata a tutti lavorando sodo e con intelligenza. Seppe ammodernare il paese e difenderlo dagli attacchi delle altre nazioni modificando alla meno peggio le politiche delle alleanze.
I figli e le figlie in particolare furono per lei uno strumento di potere facendole sposare con i grandi d’Europa. La più famosa fu Maria Antonietta data in sposa, ancora quindicenne, al delfino di Francia futuro Luigi XVI; a questa figlia dedico molte lettere di raccomandazioni purtroppo inascoltate, prevedendo ben un decennio prima il dramma che poteva accadere.
Lavorò sodo fino al giorno della morte dividendo il potere con l’energico e indipendente Giuseppe II. Si spense a Vienna il 29 novembre 1780 compianta da tutti.
La tomba di Maria Teresa si trova a Vienna nella cripta dei cappuccini.