L’opera di Basile è di grande importanza per la tradizione narrativa europea perché crea un modello narrativo e i suoi soggetti sono stati ripresi da scrittori come Perrault, Gozzi, Wieland, i fratelli Grimm e molti Anche i film di animazione della Pixar o Disney ancora oggi gli rendono omaggio raccontando della bella addormentata, di Cenerentola o del Gatto con gli stivali.
Il titolo dell’opera Cunto de li cunti, Lo trattenemiento de' peccerille, non deve trarre in inganno perché il pubblico a cui è pensato è quello delle corti e dei casali.
Le storie del Cunto de li cunti vengono raccontate in cinque giorni ed è chiamato anche Pentamerone per continuare con la tradizione del decamerone di Boccaccio, dal greco penta che significa cinque e homeron giorni.
Trama del Cunto de li cunti
C’era una volta la principessa Zoza triste e malinconia che non rideva mai fin tanto che un giorno una vecchia imprecando contro un giovane ragazzo la fece ridere a squarcia gola. La vecchia sentendosi beffata scaglio alla principessa una maledizione: non avrebbe più avuto pace fin che non avesse sposato il principe di Caporotondo che giaceva però in catalessi su una tomba e poteva essere risvegliato solo da un anfora piena di lacrime.
Dopo sette anni di ricerche ziza trova la tomba e in due giorni di pianto riempie l’anfora quasi al colmo ma sviene dalla stanchezza. Una schiava che assiste alla scena ne approfitta e riempie l’anfora con quattro lacrime, il principe si sveglia e la porta in città per sposarla. Zoza quando si riprende non trova il principe e va in città accompagnata dalle fate che le danno in dono una noce, una castagna ed una nocciola: dalla noce esce un nanetto che canta meravigliosamente, dalla castagna una chioccia con dodici pulcini d'oro, dalla nocciola una bambola che fila oro.
Zoza regala tutto alla schiava divenuta regina ma la bambola infonde al re il desiderio di ascoltare delle fiabe e così vengono chiamate dieci vecchie a raccontarle. L’ultimo giorno zoza racconta al sua fiaba smascherando così l’impostora che aveva rotto l’incantesimo.
Struttura dell’opera
Basile crea il genere narrativo della fiaba che diventa un modello narrativo. I racconti hanno una struttura simile: all’inizio e alla fine c’è un proverbio che servono a dare alla lettura una morale mentre la trama è caratterizzata da: un conflitto, un allontanamento o un viaggio e in fine il ritorno e il cambiamento che risolve il conflitto. Il cambiamento da povertà e ricchezza o da disgrazia a benessere dipende sempre da poteri eccezionali in cui intervengono orchi o fate. Tutti cambiano lo status, tutti si trasformano grazie alla magia ma anche alla volontà e alla determinazione.
Lo stile del Cunto de li cunti
Il cunto de li cunti di Basile è un opera letteraria barocca, la fiaba, la meraviglia, la magia danno spazio ad una creatività ricca e complessa. L’autore mescola nelle sue fiabe le regole della commedia dell'arte, del racconto rituale e anche dell’alchimia.
La lingua che usa Basile è il dialetto napoletano del seicento ed ora sarebbe illeggibile ma è arrivato a noi grazie alle traduzioni di inizio novecento ed in particolare all’interessamento di Benedetto Croce che pur addolcendo e ammodernando il linguaggio esalta la gienialità dell’opera.
Il Pentamerone è un opera moderna perché parla dei problemi della società, dei giovani dei rapporti tra le classi che si risolvono con la magia mescolando realtà e finzione.
I protagonisti non hanno un io, non parlano di loro ma della posizione sociale a cui appartengono, sono: principi, re, contadini, mercanti e si muovono in ambientazioni indefinite nello spazio e nel tempo.
Alcune frasi del Cunto de li cunti
L'opera di Basile raccoglie molti detti popolari che come vedrete sono divenuti famosi tanto da essere usati anche nel nostro linguaggio contemporaneo.
A pazze e piccerille Dio l'aiuta
La provvidenza assiste i fanciulli e gli insani di mente
Passa crapa zoppa si nu trova chi la ‘ntoppa
La capra zoppa trova sempre ulteriori ostacoli
L'ommo propone e Dio dispone
L'uomo propone e Dio dispone
Pazzo è chi contrasta con le stelle
E' pazzo chi combatte contro le stelle
Ca giova sempe essere cortese
E' sempre opportuno essere cortesi
‘A ‘mmiria, figliu mio, se stessa màcera
Figlio mio, ricorda che l'invidia distrugge anche se stessa
Figlio de la ‘mmiria è ‘o crepacore
Figlio dell'invidia è il crepacuore
Nisciunu male fuie mai senza castigo
Nessun male è senza castigo
‘A bella zita ‘n chiazza se marita
Una bella ragazza trova marito in piazza
Chi fa bene, sempe bene aspetta
Chi fa del bene, riceve del bene
Chi ‘ntroppeca e nun cade, avanza de cammino
Chi incespica e non cade, va avanti
Quanno l'ommo meno se l'aspetta, ‘e ggrazie soie te fa chiovere ‘o Cielo
La fortuna arriva, quando meno te lo aspetti
A chella casa ca nun sì ‘mmitato, nun ce accustà ca ne sì cacciato
Se non sei invitato, non ti presentare altrimenti verrai cacciato
Nun ha lu ddoce a caro chi provato non ha, prima , l'amaro
Non apprezza il dolce, chi prima non ha assaggiato l'amaro
Quanno lu malanno vò venire trase pure p' ‘e ssenghe de la porta
Quando deve venire una malattia, s'infila perfino dalle fessure della porta
Vene cchiù int' a ‘n'ora che in cinet'anne
Arriva più in un ora, che in cento anni
‘A pena de ‘n ommo tristo assaie tricare pote, ma nun manca maie
Le pene di un uomo malvagio, possono tardare, ma non mancano mai
Dio manna ‘ e bbiscotte a chi nn' ha ‘e diente
Dio dona i biscotti a chi non ha denti
Che sempe cu lu timep e cu la paglia vide che s'ammaturano li nnespole
Con il tempo e la paglia, maturano le nespole
Chi sputa ‘n cielo le ritorna ‘n faccia
Chi sputa in cielo gli ritorna in faccia
‘O cane scuttato ‘a ll'acqua càura, tene paura pure ‘e ll'acqua fredda
Il cane che si è scottato con l'acqua calda, ha paura anche dell'acqua fredda
‘N'ora de cuntiente fa scurdare mille anne de turmiente
Un'ora di gioia fa dimenticare mille anni di sofferenza
‘A votte chiena e ‘a mugliera ‘mbriaca
La botte piena e la moglie ubriaca
Chi nun ave pietà, pietà nun trova
Chi non ha pietà, non trova pietà
Sempe che può, fa bene e scordatenne
Se hai possibilità fai del bene e poi dimenticatene
Ogni giudizio umano è fauzo e stuorto
Ogni giudizio umano è falso e distorto
Figlia de la superbia è la ruvina
Figlia della superbia è la rovina
‘A forbice è sora carnale d' ‘a mala lengua
Le forbici sono paragonabili alle cattive dicerie
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