I volgarizzatori
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mirabilia
Le donne erano fuori dalle università ed accedevano alla cultura di rado attraverso libri ma più spesso facendo salotto che era il modo preferito nel 600 di far anche cultura. Lì, infatti, filosofi e scienziati discutevano le loro teorie. Grande fortuna ebbero in periodo barocco i volgarizzatori, per lo più eruditi con senso degli affari che al di fuori delle università colmavano il vuoto culturale di chi non poteva seguire i corsi universitari ma per lo più delle donne.
A Parigi fu molto famoso Luis Lesclache che capito il suo influsso sul gentil sesso ottenne molto successo nei salotti parlando di Aristotele. Aprì uno piccolo studio pubblicizzandosi in tutta Parigi con manifesti in cui si declamava libero professore e prometteva di insegnare: Logica, scienza generale, fisica, morale, teologia naturale. Materie insegnate in due anni ed in francese limpido purgato dal gergo pedante e scolastico. In più gli studenti ricevevano tavole riassuntive delle materie. Pubblicò anche dei sussidiari ad uso del popolo arricchendosi non poco grazie all’intuizione di far parte di una confraternita influente nei salotti tanto da arrivare a quello della duchessa, nipote di Richelieu. Il trionfo fu enorme tanto che in una sera del 1652 venne accolto freddamente Pascal dopo la lettura di una sua memoria sulla macchina calcolatrice, ma venne portato in trionfo Lesclache che con entusiasmo aveva dimostrato l’immortalità dell’anima.
Famoso fu anche Theophraste Renaudot un medico e filantropo molto attivo, inventò infatti la gazzetta, l’ufficio di collocamento, dell’agenzia matrimoniale, del monte di pietà e della medicina sociale gratuita. Renaudot istituì una serie di corsi e la sua attività di divulgatore durò una decina danni e terminò per l’intervento della facoltà di medicina a cui non piaceva che fossero messe in discussione le teorie di Galeno e Ippocrate. Un imitatore, tale Conrart, seguiva anche lui il pubblico femminile con l’arguzia di tenere le lezionidalle 3 alle 6 del pomeriggio e di offrire dolci e arance commentando la gazzetta, ascoltando concerti oltre che a tenere i corsi di filosofia. Queste attività si tenevano al Palais précieux che forniva agli iscritti anche una sala di lettura e nella bella stagione si organizzavano anche delle gite.
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