Il libertino
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mirabilia
La figura e i simboli del libertinismo sono una delle tante invenzioni del mondo barocco che ancora oggi e per molto tempo avvenire accompagneranno i sogni ed i racconti della nostra società.
Anni fa ho letto Elogio del libertino di Franco Cuomo che con magistrale prosa esaminava al meglio i due personaggi per eccellenza del libertinismo europeo del mondo Barocco; Don Giovanni e Casanova, non posso mancare dunque di parlarne. Tirso de Molina nel 1630 pubblica El burlador de Se villa dando forma compiuta a Don Giovanni, successivamente seguirono rifacimenti e canovacci fino al Don Giovanni di Moliere del 1665, a quello di Corneille nel 1677, Goldoni nel 1730 con Don Giovanni o la punizione del dissoluto, e poi Byron, Grabbe, Puskin e Dumas padre. Il Don Giovanni che pero' tutti ricordano maggiormente e' quello di Mozart del 1787 su libretto di Lorenzo da Ponte. Sembra che a questa ultima opera abbia collaborato anche Casanova.
Al Don Giovanni, figura fantastica, si contrappone il Casanova personaggio reale, per quanto entrambi libertini essi sono uno all'antitesi dell'altro in tutto, sono due filosofie differenti, due mondi diversi. Dongiovanni seduce mentre Casanova e' sedotto, il primo usa le donne il secondo se ne innamora; di Don Giovanni si scrive mentre e' Casanova che scrive di se stesso nelle memoires. Don Giovanni rappresenta l'illuminismo il futuro razionale che conta quante donne ha sedotto, mentre Casanova e' un personaggio dell'ancienne regime a cui importa saper quanti orgasmi riesce a regalar alle donne e non quante ne seduce. La rivoluzione dei casanova va dall'alcova alla scrivania mentre Don Giovanni si spinge oltre, sfida Dio: nel “Don Giovanni di Moliere” il libertino offre una moneta d'oro ad un mendicante affamato perchè imprechi, ma il pover uomo rifiuta per non dannarsi l'anima. Se Don Giovanni e' il diavolo Casanova e' l'angelo dell'amore che sperpera e si prostra suddito nei confronti dell'amata che erge a simbolo di assoluta bellezza.
Tra i due libertini comunque non c'e' contrapposizione come dice Cuomo nel suo " Elogio del Libertino" c'e' differenza e quello che li divide e' l'illuminismo di Voltaire che taglia in due il mondo tra ancien e futuro razionalista. Casanova e Voltaire si incontrano ma non si piacciono affatto, non si capiscono mentre uno parla di ragione di scienza e di numeri l’altro si arrocca sul passato tradizionale rispettoso dell’etichetta ed ancor succube di cabala ed alchimia.
Nel Casanova di Fellini manca una scena, forse la più importante che racconta dell'incontro tra Casanova e Voltaire. La scena, benché scritta, non viene girata (il perchè non l'ho capito) però merita di esser qui raccontata così come riportata da Cuomo perché arguta ed ironica.
Casanova va ad incontrare Voltaire ormai anziano e pieno di gloria circondato nella sua villa Svizzera da uno stuolo di ammiratori. Casanova e' giovane, non tanto famoso per la sua filosofia ma per la sua fuga dai piombi.
Casanova: Questo e' il momento più felice della mia vita. Finalmente conosco il mio maestro. Da venti anni, signor Voltaire, sono suo discepolo.
Voltaire: Continui a farmi onore per altri venti anni e prometta di portarmi poi i suoi onorari…..
Casanova: Glielo prometto, ma lei a sua volta prometta di aspettarmi.
Voltaire: Le do la mia parola, e morrò piuttosto che non mantenerla.
La scena prosegue con Voltaire stanco che si assopisce e viene portato via dalla sua giunonica amica e balia mentre Casanova è avvicinato da una donna che gli promette amore e gli chiede di aspettarlo all’albergo dei Mori. Casanova ci va ad aspettarla come un bambino ma in vano. Don Giovanni non lo avrebbe mai fatto, perché? Casanova è un sognatore come Don Chisciotte.
Nel Casanova di Schnitzler questa contrapposizione risalta ancor di più e fa riflettere; Casanova con la cabala è in ritardo rispetto a Voltaire ma nello stesso tempo anticipa il romanticismo, Voltaire è in anticipo ma allo stesso tempo in ritardo rispetto al sentimento romantico.
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