Il paradiso terrestre
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mirabilia
A partire dal Rinascimento numerosi viaggiatori, geografi e sapienti hanno cercato con determinazione dove si trovasse il Paradiso terrestre, posizionandolo sulla Luna, in Africa, a Babilonia o addirittura nel nord della Francia.
La suggestione che spinse alla ricerca del paradiso la diede Dante, per quanto la sua descrizione fosse arida, e successivamente Milton ne aumento la fama.
Nel 1503 l’avventuriero bolognese Varthem, in viaggio per l’India, passando per Palestina e Siria scopri la casa del maledetto Caino, quindi non troppo lontano dal Paradiso. La stessa scoperta la fece anche il naturalista Maistre Gilius.
Un prelato sapiente, Pierre Daniel Huet vescovo di Avranches ,ai tempi di Luigi XIV volle affrontare la difficile questione preparando una dissertazione per l’Academia francese nel 1691.
L’arcivescovo enumerando tutti i posti in cui si è ritenuto fosse stato il Paradiso terrestre espresse il parere che il primo uomo visse nei pressi del canale che congiunge il Tigri e l’Eufrate, prima di finire nel golfo Persico, della stessa opinione fu anche Calvino.
"E' stato posto nel terzo cielo, nel quarto, nel cielo lunare, sulla Luna stessa, su una montagna vicina al cielo lunare nella regione mediana dell'aria, fuori dalla terra, sopra la terra, sotto la terra. E' stao posto nel Polo artico, nella terra dei Tartari, là dov'è il mar Caspio. Altri lo hanno relegato fino alla Terra del Fuoco. Molti l'hanno messo a Levante, o sulle rive del Gange o nell'isola di Ceylon, facendo perfino derivare il nome delle Indie dal nome Eden. Lo si è posto in Cina e perfino oltre l'Oriente, in un luogo disabitato; altri in America, altri in Africa,sotto l'Equatore, altri nell'Oriente equinoziale, altri sulle montagne della Luna, da dove si credeva nascesse il Nilo, la maggior parte in Asia, gli uni nell'Armenia maggiore, gli altri nella Mesopotamia, in Persia, in Assiria, a Babilonia, in Siria o in Palestina. Vi sono anche stati coloro che hanno voluto onorare la nostra Europa e, fatto che oltrepassa i limiti dell'impertinenza, l'hanno posto a Hesdin, città dell'Artois, basandosi sull'assonanza del nome con quello di Eden. Non dispero che qualche avventuriero, per avvicinarlo ancora di più a noi, lo metta a Houdan...". Secondo Huet, la posizione più probabile era "sul fiume prodotto dalla congiunzione del Tigri e dell'Eufrate, che si chiama oggi il fiume degli Arabi, tra questa congiunzione e la divisione che fa questo stesso fiume, prima di gettarsi nel mar Persico"
Juan Bautista de Erro y Azpiroz un secolo dopo riconobbe tutta la valenza scientifica dell’Arcivescovo francese, migliorando anche la posizione e ritenendo che il paradiso terrestre si trovasse sotto l’antica città di Apamia e senza esitazione era certo che da li sono venuti i discendenti di Adamo e che parlassero la lingua escualdunac, inoltre traccio anche i contorni sulla carta geografica del Paradiso.
Goffredo da Viterbo invece rifiuta le idee dei predecessori e sostiene che il Paradiso terrestre fosse al di la della Bretagna i confini della terra. Ne l’Imago Mundi, una serie di trattati del 1583 invece lo considera in Asia ma non accessibile perché dietro un muro di fuoco che sale al cielo.