Le fischiate di Marino
Scritto da Francesca Santucci. Pubblicato in mirabilia
Nel 1608, quando ormai era un poeta famoso, Giovan Battista Marino, al seguito del cardinale Piero Aldobrandini, si recò a Torino per le nozze dell’infanta di Savoia con Alfonso d’Este, e qui scrisse un componimento in omaggio di Carlo Emanuele I duca di Savoia, preceduto da una lettera dedicatoria al principe Vittorio Amedeo, che gli valse grande successo e il favore di casa Savoia, tanto da esserenominato cavaliere dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.
Si stabilì, così, a Torino, alla corte del duca, suscitando la rivalità del poeta genovese Gaspare Murtola, segretario ducale di Carlo Emanuele, al quale il Marino desiderava succedere nella prestigiosa carica; tra i due nacque un’aspra polemica, con scambio di sonetti satirici, La Murtoleide e La Marineide, in cui entrambi si insultarono scambiandosi invettive feroci ed oscene.
Il Murtola, licenziato, non si limitò più alle sole invettive verbali, ma cercò di uccidere il Marino, che, però, scampato ai colpi di pistola,chiese ed ottenne la grazia per il rivale.
Le “fischiate” qui presentate, cioè le poesie nate dalla polemica con il rivale, sono tratte, appunto dallaMurtoleide.
Fischiata II
In principio il Fattor disse, e fu fatto,1
e nacquer gli elementi oltre ogni stima,2
e fu distinto il ciel di clima in clima,
la luna e il sol comparvero in un tratto.
Or si trova in Turino un certo matto,
che, de la creazion cantando in rima,
torna ogni cosa a quell’esser di prima,
e quel che Dio creò, questi ha disfatto.
Mi meraviglio che l’Inquisizione
non procuri di fargli un scherzo brutto,
perché non faccia maggior confusione.
Il Creator di nulla fece il tutto,
costui del nulla un nulla; e, in conclusione,
l’un fece il mondo e l’altro l’ha distrutto.
Nel 1608 il Murtola aveva pubblicato La creazione del mondo, un poema di sedici canti in ottave.
1) quel ch’Egli disse si fece realtà
2) miracolosamente
Fischiata XXIX
Murtola, tu ti stilli e ti lambicchi
quel cervellaccio da giocar a scacchi
e da far orїoli1 ed almanacchi,
e ti strucchi2, collepoli3 e rincricchi.4
Ma, mentre in tutti i buchi il naso ficchi,
e con tuoi versi tutto il mondo stracchi,
ognun t’appende dietro i tricchi tracchi
e ti manda a la forca che t’appicchi.
O grand’archimandrita degli allocchi,
o supremo archifanfano5 de’ cucchi,6
o busbacione, 7 o matto da tarocchi:
e non t’accorgi ormai che ci hai secchi?
Vattene ad abitar tra’ Mamalucchi,
o farai meglio a conversar coi becchi.
1) tanto è mutevole
2) scuotere la testa soffiando e gonfiando di stizza
3) ti dimeni
4) ti pavoneggi
5) chi aspira ad avereil primato in cose sciocche o tra gli sciocchi
6) birbante, imbroglione
Fischiata XLVII
La pecora balando fa bè bù,
il cavallo nitrendo fa hì hì,
il grillo grisolando fa grì grì,
ed il porco grugnendo fa grù grù;
il cucco cuccheggiando fa cù cù,
cantando il gallo fa chichirichì,
pigolando il pulcino fa pì pì
ed abbaiando il cane fa bù bù;
la papera stridendo fa pà pà,
la chioccia chiocciando fa cò cò,
e il gatto maolando fa mià mià;
il corvo crocidando fa crò crò,
la cornacchia gracchiando fa crà crà,
e l’asino raggiando1 fa hì hò:
tu, cantor di Pinò,2
che, ‘l poema ne hai pien di “per tua fe’”,
qual è quel verso che conviene a te?
leggi anche Marino a Parigi
1) ragliando
2) il Murtola aveva composto rime per Pinò, un cane del duca Carlo Emanuele I
Riferimenti bibliografici
Marino e i marinisti, a cura di G. G. Ferrero, Ricciardi, Milano