Con questo termine vengono di solito definiti i giardini cinesi e giapponesi. La prima descrizione certa dei giardini cinesi la troviamo nel 1685, in un libro di Sir William Temple che, essendo stato ambasciatore in Olanda, aveva senza dubbio acquistato le sue conoscenze attraverso le descrizioni dei mercanti dei Paesi Bassi. Nel secolo seguente troviamo molte e ben più precise notizie fino a quando, nel 1772, fu pubblicata Una dissertazione sul giardinaggio orientale, scritta da Sir William Chambers: il trattato, pur non essendo stato scritto per diretta esperienza, ebbe grande fama e contribuì non poco, oltre che alla creazione dei giardini paesaggistici occidentali, anche a far conoscere, almeno per un certo periodo di tempo, quelle costruzioni e quegli ornamenti che vanno sotto il nome generale di cineserie e che tanto successo ebbero tra la nobiltà.
Il giardino cinese del Petit Trianon oggi scomparso
Oggi le descrizioni di Chambers sui giardini cinesi ci appaiono stranamente simili ad una galleria di dipinti di Ruysdael o di Salvator Rosa (edifici a parte) probabilmente esagerate dal desiderio di affermare le proprie teorie sul paesaggio.
E' perfettamente vero che i Cinesi onoravano la natura e tendevano a mantenerne intatti gli aspetti salienti inserendoli nel contesto generale, ma gli esempi che ricaviamo da antiche incisioni, parlano soprattutto di un insieme di regole rituali e metafisiche che la natura allo stato selvaggio non può possedere.
Il giardino cinese è una composizione simbolica che, avvicinandosi ai canoni della pittura, evoca l'immagine del cosmo. I suoi principali costituenti sono la pietra e l'acqua. Agli stagni disseminati di isolotti, ai ruscelli e alle rocce si aggiungono leggerissime strutture architettoniche in legno: ponticelli, chioschi, padiglioni, che collegano talvolta gallerie coperte.
Sans Souci: la Chinesisches Teehaus ideata da Johann Gottfried Bùring tra il 1754 e il 1757
Il giardino orientale è fatto di tre stili: lo stile classico (shin), lo stile personale ed intimo (gyo) e lo stile semplice (so) spesso formato di pochi elementi. Questi tre stili sono spesso rintracciabili contemporaneamente nei giardini privati, distribuiti a seconda della loro disposizione rispetto all'edificio di cui formano il completamento ideale, e, la loro suddivisione molto antica (risale al '600), perdura ancora oggi con poche varianti.