L'Italia è ricca di giardini e molti di essi sono divenuti proprietà dello Stato per varie vicende e per donazioni, mentre altri sono privati ed alcuni di essi visitabili in determinati giorni.
Il giardino di Villa della Gamberaia
In Toscana ne troviamo un folto gruppo di impostazione prettamente rinascimentale. Il famoso giardino di Boboli a Firenze, iniziato verso la metà del '500, è ricco di statue e vegetazione. Accanto a Firenze, presso Settignano, troviamo la Villa della Gamberaia, il cui impianto risale al '600; questa, pur non essendo grande, costituisce nella sua parte principale un bellissimo esempio di giardino all'italiana , con i suoi specchi d'acqua placidi ed ingentiliti da oleandri che contrastano con le opere topiarie; queste danno sagoma a svelti cipressi, a tassi, a basse sempreverdi; un prato verde, eccezionale per la sua lunghezza in un clima siccitoso, e bordato da cipressi, forma il collegamento con la parte barocca, costituita in parte da un grazioso cortiletto settecentesco di squisita fattura.
Vicino Collodi è situata la Villa Garzoni, il cui giardino, spostato lateralmente rispetto alla villa stessa in modo non usuale, costituisce un'ampia quinta scenografica di effetto spettacolare, teatralmente barocco.
Con Villa Marlia, prossima a Lucca, entriamo nel vivo della storia: acquistata nel 1806 da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, granduchessa di Toscana, la villa fu costruita nel '600 ed è dotata di splendidi giardini, tra i quali il famosissimo teatro di verzura, stupendo gioiello creato sagomando alberi di tasso per formare, in un emiciclo, quinte, ali, palchi e persino la buca per il suggeritore, il tutto intorno ad un palcoscenico fatto di erba rasa ed animato da statue rappresentanti le maschere del teatro italiano. Il giardino è dotato di alte siepi e di un incantevole giardino di limoni con un vasto stagno rettangolare delimitato da una balaustrata con grandi vasi contenenti limoni e fiori.
Il celebre teatro di verzura di Villa Marlia
Nell'Italia Settentrionale, possiamo ricordare in modo speciale, tra i grandi giardini di cui è dotata, quello che sorge su una delle quattro isole del Lago Maggiore, dette isole Borromee, e precisamente l'Isola Bella, così chiamata perchè nella seconda metà del 1600 il conte Carlo Borromeo fece costruire su di essa il palazzo che dedicò alla moglie Isabella: nonostante l'isola non sia più la più grande, la fastosità del giardino che discende al lago per mezzo di dieci terrazze digradanti coperte di splendida vegetazione, e la barocca concezione di edifici che rasentano la stravaganza (come il teatro d'acqua detto la "piramide"), ne fanno un esempio quasi unico a causa dell'impiego di essenze vegetali decisamente delicate la cui coltura è resa possibile dal clima temperato del lago.
Nel Veneto la Villa Barbarigo a Valzanzibio, presso Padova, ci riporta, sia pure con aggiunte posteriori, al giardino rinascimentale, con le sue siepi sagomate, i lunghi viali e gli specchi d'acqua ornati di statue, grotte artificiali e balaustrate.
Nel Lazio, malgrado gli scempi perpretati sulle bellissime ville romane, oggi scomparse o ridotte a proporzioni minime o a parchi pubblici mal curati e semi-devastati, abbiamo ancora un folto gruppo di giardini che mantengono inalterato l'antico splendore.
Reggia di Caserta - giardini
Per ritrovare una dovizia d'acqua, maggiore come estensione a quella della cinquecentesca Villa d'Este, dobbiamo giungere alla metà del '700 quando Luigi Vanvitelli inziò i lavori per il Parco Reale di Caserta. Qui l'abbondanza di acqua è straordinaria ma non costituisce più elemento di sorpresa: essa forma un asse centrale digradante come un'unica catena che scorre di fontana in fontana, di cascata in cascata, di bacino in bacino.
Questi elementi sono raccordati fra di loro da canali e gruppi marmorei: l'ardito progetto richiese più di 30 km d'acquedotto, con viadotti e gallerie, e fu, per quell'epoca, un'opera di dimensioni eccezionali.
Boschi di lecci e di alberi ad alto fusto inquadrano il giardino vero e proprio, nascondendo i confini e rendendo il parco assai più vasto mediante un abile gioco di prospettive e di visuali.
Antonio Joli "Festa per l'inaugurazione dell'acquedotto Carolino" 1768 - Reggia di Caserta