Da necessità....virtù
Quando la faraonica corte di Luigi XIV si insedia a Versailles, appare subito chiaro che il piccolo orto allestito sotto Luigi XIII per soddisfare le esigenze di quello che all'epoca era solo un casino di caccia è del tutto insufficiente a soddisfare la necessità delle cucine.
Inoltre, i terreni circostanti al nuovo palazzo sono malsani e paludosi: per trasformali in un orto razionale e fertile ci vuole un intervento geniale, quello di Jean Baptiste La Quintinie, che il re Sole nomina direttore di tutti gli orti e i frutteti della famiglia reale.
Quintinie ha studiato da avvocato, ma dimostra subito un'intensa passione per la botanica sperimentale, accumulando esperienza nei prestigiosi giardini di Rambouillet, Chantilly, Sceaux e Vaux le Vicomte.
Quintinie impiega 5 anni, dal 1678 al 1683, per realizzare il suo capolavoro: all'interno della cinta muraria progettata da Mansart, egli drena l'umidità del terreno paludoso tramite un acquedotto sotterrano in cui i liquami sono convogliati da tubi disseminati in tutto l'orto.
Il terreno viene bonificato aggiungendo quello sano e fertile prelevato dalle vicine colline di Satory e concimato con i rifiuti organici prodotti dalle cucine del palazzo. Per l'irrigazione viene ideato un sistema moderno e razionale in cui è sfruttata anche l'acqua piovana, prima accumulata in una cisterna esterna alle mura e poi convogliata nel bacino centrale dell'orto.
Le meraviglie del potager
Il cuore del “potager” è la Grand Carrè di 3 ettari, suddivisa in 16 piccoli quadrati circondati da sostegni per alberi di pere di 50 specie diverse. Tutt'intorno vi era un terrazza dalla quale il re poteva scrutare tutto il giardino.
Trenta giardini erano organizzati attorno al Grand Carrè, delimitati da mura che fungevano da sostegni naturali per 20.000 alberi da frutto e da “isolanti” delle varie aree: oggi ne rimangono solo 20, ma è ancora evidente l'intento originario di creare delle aree delimitate in cui fossero preservati microclimi diversi che permettessero anche coltivazioni “fuori stagione”.
Il re amava stupire i suoi ospiti offrendo loro frutti insoliti, come la pera “Bon Chrètien”,creata apposta per il sovrano, e la pesca Tèton de Venus che Quintinie riusciva a produrre anche in pieno inverno.
Luigi XIV, ghiottissimo di fichi, commissionò anche una figuerie: completamente isolata dagli agenti esterni, forniva già frutti dolci e maturi ad inizio giugno.
Altri giardini erano esclusivamente dedicati a fragole, ciliegie e a 20 specie di mele.
Anche la Melonniere e le Jardin Biais furono creati per andare incontro ai sofisticati appetiti reali: vi si coltivavano, tra gli altri, piselli, asparagi e 16 tipi diversi di lattughe, tutte prelibatezze di cui Luigi era ingordo. In particolare la moda dei piselli, lanciata dal re, è ben descritta da M.me de Sevignè: La mania dei piselli continua; l'impazienza di mangiarne, la soddisfazione di averne mangiati e il piacere di starne mangiando sono i principali argomenti di cui i nostri principi hanno discusso negli ultimi 4 giorni. Vi sono dame che dopo averne mangiato, e abbondantemente, a cena con il re, corrono nei loro appartamenti per consumarne ancora prima di andare a letto.
Luigi XIV, con l'aiuto di Quintinie, aveva trasformato anche la necessità di nutrirsi in una moda.
Business e sperimentazione
Per il suo mantenimento il potager richiedeva un ingente impegno economico e almeno 30 giardinieri esperti che se ne occupassero.
Tuttavia questo investimento rappresentava all'epoca un motivo di grande prestigio: non è un caso che il potager fosse una tappa fissa di tutti i tour che il re proponeva ai suoi ospiti illustri e agli ambasciatori, facendogli dono di specialità inusitate o ancora misteriose in Europa.
L'ambasciatore del Siam e il Doge di Venezia, in visita a Versailles, rimasero ammirati dalla grandezza e dalla magnificanza del giardino, ma anche dalla modernità dei metodi di coltivazione e dallo spazio riservato alla sperimentazione botanica.
Il potager infatti era anche un laboratorio agronomico in cui si tentavano gli acclimatamenti di piante nuove dagli impieghi ancora poco conosciuti, tra cui la melanzana e il caffè. Anche dopo la morte di Luigi XIV e nonostante i tagli di budget, il potager rimase attivo come spazio sperimentale e nel 1735 il primo luogo in Europa dove furono coltivati degli ananas: se ne contavano ben 800 esemplari.
Tutte le piante erano poi ritratte, catalogate e ne venivano annotati i ritmi di crescita e tutte le anomalie notevoli. Molto di questo materiale, insieme a quello proveniente dall'orto botanico di piante medicinali, servì per la compilazione dell' Herbier du Roy: coordinato dall'architetto e medico Claude Perrault e magnificamente illustrato dai migliori artisti dell' Académie Francaise come Bosse e Robert, fu pubblicato incompleto nel 1676 e rappresenta una delle più complete raccolte sull'argomento di tutta l'età moderna.