Tra tutti i luoghi di intrattenimento all'aperto creati dal giardiniere e architetto André Le Nôtre, i boschetti di Versailles sono quelli più famosi; ricchi di statue e vasi e giochi d'acqua questi spazi ospitavano regolarmente Luigi XIV e la sua Corte, delle vere e proprie stanze all'aperto in cui ascoltare musica, danzare o fare uno spuntino.
Ventiquattro boschetti che nel corso dei secoli hanno subito notevoli e rielaborati rimaneggiamenti. Già all'epoca del Re Sole, Mansart aveva apportato alcune modifiche ma a causa della loro manutenzione costosa e difficile molti boschetti deteriorano rapidamente e vennero chiusi nel corso del XVIII secolo.
Il boschetto più famoso, quello del labirinto, fu distrutto e completamente rinnovato nel 1775-1776. Altri boschetti, come i Bains d'Apollon, furono trasformati con elementi anglo-cinesi secondo la moda in auge sotto il regno di Luigi XVI.
Les Bains d'Apollon in un dipinto di Pierre-Denis Martin
l'Île royale, il grande stagno in cui venivano collaudati alcuni modelli di navi da guerra sotto il regno di Luigi XIV, fu riempito e trasformato nel "Jardin du Roi", e piantumato con alberi rari ed esotici per ordine di Luigi XVI.
l'Île royale in un dipinto di Étienne Allegrain
Ma veniamo al boschetto che senza dubbio stuzzica di più la fantasia, nonostante oggi non sia altro che un ricordo lontano.
Il boschetto del labirinto
Tra tutti i boschetti scomparsi di Versailles quello più famoso è senza dubbio il “boschetto del labirinto”. Fu Charles Perrault, il celebre autore di fiabe senza tempo, a disegnare e a progettare questo boschetto per la formazione del Gran Delfino sul già preesistente labirinto di André Le Nôtre. Espressione e simbolo della ricerca della saggezza, il labirinto era formato da 39 fontane contenenti al loro interno le favole di Esopo.
Il boschetto del labirinto in un dipinto di Jean Cotelle
Diciotto scultori lavorarono alla costruzione delle 39 fontane e dei 333 animali di metallo, rendendo in questo modo il boschetto un vero e proprio parco giochi ante litteram: ricordiamo gli scultori Jean-Baptiste Tuby, Etienne Le Hongre, Pierre Le Gros, ed i fratelli Gaspare e Balthazard Marsy.
Il boschetto divenne meta obbligata delle governanti e dei fanciulli a loro affidati, che si divertivano a riconoscere le favole di Esopo. Vi si vedevano per esempio, la volpe e la cicogna e altri animali immortalati dal favolista, illustrate da sculture in grandezza naturale di piombo dipinto.
I getti d'acqua sgorganti dalle bocche degli animali erano stati concepiti per dare l'impressione che queste creature di metallo parlassero.
Accanto ad ogni fontana c'era una targa sulla quale era stampata la relativa fiaba, e una quartina del poeta Isaac de Benserade, avente la funzione di spiegare la storia e la sua morale; si racconta che fu proprio grazie a queste targhe che il Gran Delfino imparò a leggere.
L'acqua, vera e propria protagonista di questo boschetto, arrivava ovviamente a destinazione grazie all'indispensabile macchina di Marly.
Il percorso di questo labirinto era insolito: non vi era alcun obiettivo centrale ma era facile perdersi. All'ingresso vi erano due figure: una rappresentante Esopo recante una pergamena nella mano e l'altra rappresentate il dio Amore con un filo, chiaramente un'allusione al mito di Arianna.
Il labirinto ebbe un così grande successo che non solo le governanti e i loro pargoli lo percorrevano ma anche il resto della corte aveva il permesso di poterlo attraversare. Visitatori e diplomatici ne rimanevano incantati e non si contano le testimonianze entusiaste dell'epoca. Il celebre compositore dell'epoca Marain Marais si ispirò a questo labirinto per una sua composizione.
Purtroppo la manutenzione del boschetto e delle sue 333 statue si rivelò presto un problema e in pochi anni ne fu limitato l'accesso.
Nel 1775-1776 quello che era il boschetto del labirinto fu completamente rinnovato per ordine di Luigi XVI. I costi di manutenzione erano troppo elevati e così il sovrano ne ordinò la sua distruzione. Un giardino all'inglese pieno di alberi esotici prese il posto del boschetto del labirinto che cambiò il nome in Bosquet de la Reine (boschetto della Regina) oggi noto per l'affare della Collana. Fu infatti in questo boschetto che avvenne l'incontro del Cardinale de Rohan con la finta Maria Antonietta (mademoiselle d'Oliva).
Le bosquet de la Reine
Link esterno: Sito ufficiale Versailles