Il completamento dell'Opera Royale all'interno del palazzo di Versailles fu il coronamento di quasi un secolo di progetti, lavori e rimaneggiamenti: i lavori poterono considerarsi del tutto conclusi solo verso la fine del regno di Luigi XV, ma il nucleo originario del teatro risale al 1682, l'anno in cui il suo predecessore Luigi XIV si stabilì in pianata stabile a Versailles.
Il re Sole aveva infatti commissionato a Jules Hardouin-Mansart e a Vigarani di realizzare un teatro dedicato al balletto, ove l'intera corte trovasse spazio come spettatrice e, all'occorrenza, come parte attiva sul palco. Le sale e i corridoi del palazzo erano ormai diventati troppo esigui per delle rappresentazioni danzanti che spesso, tra professionisti e nobili, contavano più di duecento partecipanti e un pubblico numeroso più del doppio. Mansart scelse come collocazione la parte finale della nuova ala,che sarebbe stata completata di li' a pochi anni, poiché a suo avviso presentava delle condizioni ideali: era vicina ai serbatoi d'acqua che alimentavano le fontane dei giardini, provvidenziali nel caso fossero divampati incendi, all'epoca molto frequenti nei teatri per via delle numerose candele accese sul palco di legno e vicine ad abiti e parrucche di attori e spettatori. Inoltre, cosa più unica che rara per l'initerrotta pianura di Versailles, il terreno in quel tratto era in pendenza e permetteva di creare dietro e intorno alle quinte un vasto spazio per espedienti e macchine di scena, senza dover ulteriormente scavare e modificare la conformazione del terreno.
Nessuno degli architetti che succedettero a Mansart mise in discussione la scelta di un luogo così appropriato allo scopo.
Gran parte della struttura era già completa intorno al 1685, quando le guerre e le difficoltà finanziarie che afflissero l'ultimo stralcio del regno di Luigi XIV costrinsero ad un brusco abbandono dei lavori.
Luigi XV, che dal canto suo si trovò ad ereditare una pessima situazione finanziaria, rimandò lungamente lo stanziamento dei fondi per la ripresa dei lavori.
Il risultato fu che per quasi cento anni la corte francese assistette a spettacoli teatrali, opere e balletti rappresentati in un teatro “smontabile” allestito all'occorrenza nel corridoio del Passage des Princes. Quando questa struttura, dagli spalti in legno e praticamente priva di quinte, si rivelava insufficiente e l'opera da rappresentare constava di un organico numeroso e dell'impiego di complessi macchinari per gli effetti di scena, veniva edificato un teatro temporaneo nelle scuderie della Grand Ecurie. La costruzione, completa di tutte le parti di un teatro stabile, veniva interamente demolita al termine della rappresentazione.
Questa soluzione temporanea fu adottata, ad esempio, nel 1745, durante i festeggiamenti per le nozze del Delfino, ma tutta l'operazione fu così laboriosa e dispendiosa da convincere definitivamente Luigi XV a rivolgersi a Ange-Jaques Gabriel per la costruzione di un teatro stabile.
Il completamento dei lavori, che portarono il teatro allo stato che possiamo ammirare oggi, richiesero più di venti anni. Durante questo periodo Gabriel, che aveva studiato a fondo i principali teatri italiani, ed in particolare quelli di Vicenza, Bologna, Parma, Modena e Torino, presentò una serie di progetti di completamento molto diversi tra loro: nessuno di essi incontrò il favore del suo regale committente.
Solo nel 1768, alla vigilia del matrimonio di suo nipote, il re si decise a scegliere un linea per la prosecuzione dei lavori e a renderli effettivamnte esecutivi. Il teatro fu completato definitivamente ventitrè mesi dopo e fu inaugurato il 16 maggio 1770, il giorno del matrimonio del Delfino con l'Arciduchessa Maria Antonietta, con la rappresentazione del Perseè di Quinault e Jean Baptiste Lully.