Trianon e il nome dato a due castelli costruiti nel parco di Versailles: il Grand Trianon, detto anche Trianon de marbre e il Petit Trianon. Quest'ultimo, Zenit e nadir del Rococò, secondo la brillante definizione di Stefan Zweig, può essere considerato un minuscolo regno o piuttosto un giocattolo destinato ad occupare per un decennio la smania di giochi della regina Maria Antonietta.
Commissionato da Luigi XV re di Francia all'architetto Ange Gabriel, il Petit Trianon fu concepito inizialmente come maison de plaisir: il re, infatti, se ne serviva per i suoi incontri galanti, tanto che era stato ideato un tavolo rientrabile che saliva imbandito dalle cucine sottostanti, per non disturbare il sovrano in compagnia delle sue amanti.
Alla morte di Luigi XV, Luigi XVI regalò alla sua consorte, Maria Antonietta, questa deliziosa e minuscola residenza nel parco di Versailles. La regina, che ne fece la sua dimora prediletta, arricchì il Petit Trianon con un giardino nel quale si trovano il padiglione della Musica, il Tempio dell'Amore e l'Hameau.
Il palazzetto si presenta con un' architettura semplice, vagamente ispirata a forme classiche, e con un colore chiaro che spicca nel verde dei giardini. Composto da un solo piano e 8 locali, tra cui un'anticamera, una sala da pranzo, un salottino, una sala, il bagno e una piccola biblioteca, il Petit Trianon non presenta arredi fastosi: i rivestimenti in legno a doratura sostituiscono i marmi, le tende di seta e batista sostituiscono i tendaggi in broccato e velluto; delicato nelle linee, il Petit Trianon è una bomboniera in cui i quadri di Jeanne Antoinne Watteau e gli argentei minuetti di Luigi Boccherini trovano il loro perchè.
Del complesso fanno parte anche un piccolo teatro e una cappella privata.
I giardini e Hameau de la Reine
Le cure principali della regina andarono al giardino. Anche in questo caso Maria Antonietta seguì, cosciente o meno, la moda del tempo: nasceva, infatti, in quegli anni il gusto per il giardino all'inglese. Le idee di Rousseau erano nell'aria e la regina volle un giardino "naturale" anche in ricordo dell'infanzia che aveva trascorso in campagna. Spinti dall'impazienza della sovrana, centinaia di operai crearono un giardino pittoresco con un ruscelletto, un laghetto artificiale, un'isoletta artificiale, rocce ricoperte di muschio, una grotta d'amore nascosta, un romantico belvedere e un tempietto dedicato alle divinità dell'epoca rococò, il Tempio d'Amore, che si erge su una collinetta.
Per rendere ancora più naturale il tutto, la regina volle per questo delizioso scenario anche delle comparse: veri contadini e contadine, stallieri, mucche, pecore e lavandaie. Sorgeva in questo modo, accanto al Petit Trianon, un villaggio in miniatura fatto di stalle, granai e pollai e persino di una latteria dove la sovrana si divertiva a fabbricare con le sue dame il burro: il celebre Hameau o Casale di Maria Antonietta.
Già 5 anni prima, il principe Louis Joseph di Borbone aveva voluto un Hameau per il suo castello a Chantilly ma indubbiamente quello di Maria Antonietta è il più noto e il meglio riuscito.
L'architetto Mique e il pittore Hubert Robert disegnarono otto case coloniche simili a quelle in uso in Francia, con i tetti in paglia. Vennero praticate, per rendere il tutto perfettamento reale, fessure nei muri a martellate; Robert praticò anche la raschiatura del legno per dare un aspetto fradicio e vecchio alle case. All'interno, però, alcune di quelle misere abitazioni erano lussuosamente arredate, con specchi, stufe, comodi divani e biliardi.
Riattivato sotto Luigi Filippo da Nepveu, l'Hameau è stato restaurato nel XX secolo a cura di Patrice Bonnet e poi di Japy.