La Reggia di Colorno (la Versailles dei Duchi di Parma) si trova a Colorno in provincia di Parma. Fu costruita per volere del Duca Francesco Farnese, su ciò che rimaneva dell’antica rocca risalente al XIV secolo ma fu la Contessa Barbara Sanseverino che trasformò la rocca in un palazzo facendone la sede di un importante centro culturale.
Dopo la condanna a morte della contessa, la reggia passò ai Farnese. Molti interventi furono progettati dall’architetto di corte Ferdinando Galli Bibiena e il Palazzo, il giardino e le fontane di Colorno, divennero famose presso le altre corti per la loro bellezza.
Nel 1731, quando morì l’ultimo dei Farnese, il Ducato di Parma passò a Carlo III di Borbone che trasferì molte collezioni e arredi del palazzo, a Napoli.
Nel 1749 il Ducato passò al fratello di Carlo III, Filippo di Borbone il quale affidò il compito di ristruttuarre la reggia all’architetto francese Petitot e allo scultore Boudard. Filippo voleva fare della reggia una piccola Versailles in omaggio alla giovane moglie Luisa Elisabetta, figlia prediletta di Luigi XV, meglio nota come Madame Infante o Babette. Il teatro di corte ospitava regolarmente compagnie francesi e italiane, tra cui quella di Carlo Goldoni.
Alla morte di Filippo la reggia passò a suo figlio Ferdinando e a sua moglie Maria Amalia d’Asburgo Lorena, figlia dell’Imperatrice Maria Teresa. Ferdinando molto religioso, fece ricostruire l’oratorio di corte e l’attiguo convento domenicano, direttamente collegato al suo appartamento privato. Nell’appartamento del duca vennero poi poi realizzati una biblioteca e un osservatorio astronomico.
Le sale di Reggia Colorno
La reggia è una complessa struttura architettonica, con oltre 400 sale, corti e cortili e con un bellissimo giardino alla francese ristrutturato solo di recente. Suggestivi gli appartamenti del duca e della duchessa.
Alle sale del piano nobile si accede tramite uno scalone, collegato alla Galleria e alla Sala d’Armi. Dalla Galleria si può giungere all’interno della prima torretta, che da sul giardino e nella quale si trova un delizioso salottino cinese. La sala più grande della Reggia è appunto la Sala Grande, voluta dal Petitot, all’interno della quale vi è un bellissimo camino realizzato da Boudard in marmo di Carrara. la seconda sala più grande è quella della Musica, non ancora restaurata. La sala meglio conservata è quella della Compagnia.
Alcune sale recentemente restaurate presentano affreschi (del Bresciani) rappresentanti scene bibliche. Ma l’ambiente più affascinante è l’osservatorio astronomico; nella volta sono raffigurati la rosa dei venti e i segni zodiacali. Pur essendo sale di rappresentanza, gli ambienti sono ridotti e intimi, in perfetta consonanza con il gusto francese dell’epoca.
I giardini della Reggia di Colorno
Sotto Francesco Farnese (inizi del XVIII sec.) vi fu la realizzazione, su progetto del Bibiena, del “Gran Parco”; tra i vanti del giardino c’era la Grotta Incantata, dotata di automi. La ristrutturazione dei giardini si ebbe sotto il Petitot, tra il 1750/1760, che si adeguò alla moda francese con la collaborazione del Delisle. Sotto Maria Luigia (seconda moglie di Napoleone) il parco venne trasformato in giardino all’inglese. Oggi la Provincia di Parma ha ripristinato la prima parte del giardino ricostruendo il parterre alla francese.
L’Aranciaia
L’Orangerie fu costruita tra il 1710 e il 1712, sotto Francesco Farnese, come riparo invernale per gli alberi d’aranci e limoni che ornavano il giardino del palazzo in estate. L’edificio nacque, probabilmente, su progetto del Bibiena. Oggi è sede del Museo Etnografico e dell’Ingegno Popolare e della Tecnologia preindustriale, della Stampa e del Cinematografo.
La Cappella
Costruita sotto Francesco Farnese nel 1722 fu ampliata sotto Ferdinando di Borbone. Vi sono conservate importanti pale d’altare eimportanti arredi liturgici mirabili opere del settecento parmense.
* Barbara Sanseverino
Barbara Sanseverino nacque a Milano nel 1550 e si stabilì a Colorno dopo il matrimonio con Giberto Sanvitale, signore di Sala Baganza. Sposò poi in seconde nozze Orazio Simonetta.
Fu donna di vasta cultura e divenne l’anima di un cenacolo letterario, che lei stessa aveva creato, in concorrenza con la corte dei Farnese a Parma. Entrata in relazione con i Gonzaga e gli Este fu, a causa dei suoi rapporti con la corte Mantovana, vittima dei sospetti di Ranuccio Farnese. Imprigionata nel 1611 confessò il suo tradimento dopo lunghe torture. Condannata a morte, venne decapitata nel 1612 a Parma. La reggia di Colorno con lei si arricchì di un raffinato giardino all’italiana dal disegno geometrico, ricco di aiuole, fontane, sentieri e una rete di fitti canali. Un giardino celebrato da poeti come Tasso e Guarini
Raffinata collezionista d’arte, raccolse a Colorno una ricca pinacoteca ( con opere di Tiziano, Bedoli, Giulio Romano, Andrea del Sarto, Correggio, Parmigianino e di numerosi artisti fiamminghi) e una raccolta di antichi cammei. La collezione dopo la sua condanna venne confiscata dai Farnese. Attualmente è in gran parte parte esposta a Napoli nel Museo di Capodimonte.