Esemplare esempio di barocchetto emiliano, Villa Sorra è una villa padronale formata da un corpo centrale e da due avancorpi arretrati ai lati. La progettazione è forse di Giuseppe Antonio Torri e dell’allievo Francesco Maria Angelini. Nel corpo centrale si trova un grande salone ovale sovrastato dalla grande volta a padiglione su pianta ellittica attorno al quale sono collocati simmetricamente due salette, quattro appartamenti e la cappella, la scala all0imperiale e due contrologge. Le altre costruzioni della villa sono: la scuderia, la ghiacciaia, ed il caseificio.
La villa è riccamente decorata da tempere su iuta, dalle grandi vedute del salone d'ingresso, dalle decorazioni in stucco e dagli affreschi presenti sulla volta di alcune scale come: l’affresco sulla volta della sala della musica raffigurante Minerva che incorona le Arti, opera ottocentesca di Pietro Fancelli (Bologna, 1764-1850) e quello del modenese Francesco Vellani (1688-1766) situato nella cappella. Pregiata è la decorazione della salla alla "chinese" esempio di barocchetto mentre gli arredi, intagliati e dorati, volgono versò il rococò.
Il grande dell'arredamento è tuttavia andato perso ma restano le tempere su tela delle due salette al piano nobile e della sala a sud che rappresentano graziosamente gli ozi villerecci e scene campestri. Nella sala da pranzo abbiamo dipinti di estremo interesse che riproducono: la peschiera, la facciata orientale della villa, il giardino visto dai cancelli, la zona centrale del giardino. la facciata occidentale e la prospettiva sulla montagnola.
La storia di Villa Sorra
Intorno alla metà del seicento Francesco Sorra acquista del terreni nel comune di Castelfranco Emilia, più precisamente tra panzano e Gaggio, all'epoca territorio dello stato Pontificio. Nel 1698 Rinaldi I d'Este, duca di Modena, onora i figli maschi di Francesco del titolo di Conte. Il figlio Antonio acquista altre terre e tra seicento e settecento fa costruire la villa per meglio sorvegliare i lavori agricoli. Il nipote Francesco Maria Sorra terminerà la costruzione, alla sua morte i beni vengono ereditati dal conte Camillo Munarini e così ai discendenti fino al 1933 quando in essenza di eredi diretti i beni vengono destinati alla costituzione di un Ente a beneficio dei poveri. Oggi villa giardino e tre poderi sono dei comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro.
Il giardino di Villa Sorra
Interessante e stupefacente il giardino di Villa Sorra si presenta ricco di ambienti e particolarità tanto da immergere il visitatore in un atmosfera da fiaba. Tutto il giardino è circondato da fossati d'acqua che attaversano anche in vari punti il parco per nitrire piccoli laghi e la peschiera in fondo al giardino settecentesco.
Nel 1827 la marchesa Ippolita Levizzani, vedova del conte Cristoforo Munarini Sorra, avvia i lavori di trasformazione del giardino formale in giardino all’inglese. Il progetto è affidato al Direttore dell’Orto Botanico dell’Università estense che, oltre al lago irregolare, fa costruire la “povera stanza di un romito” al cui interno si cela la “opulenta sala” del Kaffeehaus, ove “un nembo di sottilissimi spruzzi d’acqua ti assale d’improvviso”. Nel Kaffeehaus, oltre agli scherzi d’acqua, agli ospiti sono offerte la sosta e le fumanti americane spume.
Il paesista bolognese Campedelli realizza i “simulati avanzi delle Terme, giacenti sulla riva del lago”, il finto “abbandonato scalo” e la terrazza, la cui parte sottostante è raggiungibile percorrendo un suggestivo sentiero scavato nel terreno e dalla quale si può godere di una delle vedute più suggestive del parco.
Il paesista modenese Tommaso Giovanardi idea delle false rovine medioevali comprendenti un ponte levatoio e due torri, collocate sulla ricostruita montagnola, che fungono da belvedere.
Lo scenografo Camillo Crespollani, artefice della grotta posta sotto le rovine del castello, realizzata da Carlo Stancari di Gaggio. L’ingegnere bolognese Cesare Perdisa, progettista dell’aranciera neogotica edificata nel 1842, caratterizzata da undici ampie arcate a sesto acuto e destinata ad ospitare vasi di agrumi e piante esotiche di particolare pregio e rarità. A completamento del giardino si realizzano, tra l’altro, le due isole dei cani, che richiamano “all’animo l’idea della mestizia e dell’abbandono”, la capanna “peschereccia”, a fianco della quale era ormeggiata la barca che nelle “sere ridenti salpò al sereno lume di estiva luna quelle acque”, carica “di amabili donne, e di fiorente gioventù” e la capanna del cacciatore, della quale oggi non rimangono che poche tracce.
Come raggiungerla
Villa Sorra si trova nella campagna modenese a Panzano nel comune di Castelfranco Emilia. Nel sito internet di Villa Sorra, oltre a trovare preziose informazioni della località e degli orari di visità, troverete anche nozioni storiche e immagini presiose, soprattutto quelle del giardino.