La chiesa di San Francesco a Ripa sorge a Roma sull'omonima piazza; la Ripa, cui si fa riferimento, è il porto tiberino di Ripa Grande, attivo fino al '900.
Fino al XIII qui esisteva un monastero benedettino che serviva anche da ospizio per i pellegrini, con una chiesa dedicata a San Biagio; San Francesco d'Assisi vi fu ospitato durante la sua permanenza a Roma, nel 1219, e questo fu il motivo per il quale l'interò complesso passò ai Francescani.
La chiesa di San Biagio venne rinnovata, conservando gli ambienti in cui soggiornò il santo, grazie all'intervento del nobile Rodolfo Anguillara. Interamente ricostruita a partire dal 1680, per volere del cardinale Pallavicini, la chiesa è ricca di sculture. L'aspetto attuale dell'edificio è dovuto alla ricostruzione absidale di Onorio Longhi nel 1603, e delle navate e della facciata di Mattia de Rossi, tra il 1681 e il 1701.
L'interno a tre navate, con quattro cappelle per parte, è ricco di memorie e monumenti funebri; notevole la quarta cappella destra dedicata ai Ss. Pietro d'Alcantara e Pasquale Baylon, costruita su progetto di Nicola Michetti e completata da Ludovico Rusconi Sassi, un'elegante creazione in stile barocchetto romano, ricca di marmi policromi.
La fama della chiesa è però da ricercarsi nella Cappella Paluzzi-Albertoni, costruita da Giacomo Mola nel 1625, che ospita uno dei più grandi capolavori del Bernini: l'Estasi della Beata Ludovica Albertoni, eseguito dal maestro tra il 1671 e il 1675.
Ludovica Albertoni, nobile romana, durante il sacco di Roma si prodigò in favore dei poveri e il suo culto fu ratificato nel 1671, anno in cui al Bernini fu richiesto il monumento funebre. Il maestro eseguì la figura della beata agonizzante travolta dalla passione divina, inserendola nella preesistente cappella quadrangolare con cupola e lanternino, arretrandone la parete di fondo e realizzondovi due finestre visibili che illuminano la scultura, con un effetto luce particolarissimo, che sembra provenire direttamente dal "divino"; dietro la drammatica scultura fu collocata la Madonna col Bambino e S. Anna di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia, opera del 1675.
Dalla sagrestia si può accedere, salendo al primo piano, alla cappella di S. Francesco; sullo sfondo è presente uno straordinario armadio scenografico di reliquie del 1696, che si apre mediante la rotazione delle colonne: al centro c'è l'immagine di S. Francesco che secondo la tradizione sarebbe, non solo un vero e proprio ritratto del santo, ma anche il primo ritratto della storia della pittura italiana.