Stile Luigi XV
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mobilia
Il regno di Luigi XV
Il regno di Luigi XV è ben diverso dal precedente, meno maestoso, meno cortigiano e formale reinventa Versailles dove per anni sotto la reggenza la corte non aveva più vissuto. Questo è il periodo del trionfo rococò, il classicismo dalle linee simmetriche e pesanti viene dimenticato ed i mobili diventano più piccoli snelli e leggeri riempiendo gli ambienti con molteplici forme. La vita di corte anche a Versailles è salottiera e quindi più intima dedita al gioco alla spensieratezza servono quindi mobili per mille usi, per il caffe, per il the, comodini, console per profumi, vini e giocattoli. Abbandonate le linee classiche i mobili diventano alti leggeri con gambe curve e sensuali, gli schienali e i bracci delle poltrone snelle mentre intarsi e linee ondulate disegnano divertimento e stravaganza, come scrisse un contemporaneo tutti i generi andavano bene fuorché il noioso.
Roccaille e pittoresque
La moda delle cineserie trionfa sempre più mentre i decori, in meno di un decennio, cambiano totalmente accantonando il repertorio classico barocco per fiori e roccailles. Artisti e pittori celbri che disegnano lo stile sono François Boucher, Christophe Huet e Jean Baptiste Pillement.
Il roccaille nasce dall’accostamento di rocce, conchiglie contornate da linee dai contorni incerti somiglianti a foglie oppure a schiuma e spruzzi d’acqua. Famosi mobilieri furono Slodtz, Mignon, Roussel e Cressent mentre grande influenza esercitarono nell’ornamento Meissonnier e Pinneau creatori del genere pittoresque.
I mobili
Gli scrittoi erano diffusi sotto Luigi XV, come i secrétaìres, soprattutto del tipo a ribaltina ma un tipo particolare trovò enorme successo: lo scrittoio a cilindro tanto che quello di Luigi XV è forse il mobile più famoso del mondo. Questa nuova scrivania ebbe un’accoglienza cosi entusiastica, che mobili analoghi furono immediatamente richiesti dalla gente alla moda.
Si fabbricavano tavoli per una quantità di usi, e per quanto sembra curioso anche per mangiare dato che fino al 700 non era previsto di pranzare seduti ad un tavolo. Altri tavoli servivano per la lettura, per dipingere, per riporvi materiali da lavoro leggeri, per reggere candelabri; alcuni tavoli e scrivanie furono creati con meccanismi e congegniche consentivano ai tavoli molteplici funzioni. Da tempo curiosità di questo genere si fabbricavano in Germania e si deve forse in parte all’influsso che esercitarono a Parigi, nel ‘700, gli artigiani tedeschi, la moda di scrivanie e tavoli forniti di soluzioni meccaniche che ne consentivano la trasformazione per molti usi.
Sotto Luigi XV c’erano la marquise, una doppia poltrona, e speciali sedie girevoli che servivano per i tavoli da toeletta. La voyeuse era una sedia con la parte superiore dello schienale ampia e imbottita: doveva consentire durante le partite di carte, a uno spettatore che stesse coi gomiti appoggiati allo schienale, di guardare il giocatore seduto. Svolgeva forse anche la funzione di una analoga sedia inglese, detta da biblioteca, sulla quale ci si sedeva a cavalcioni poggiando il libro sullo schienale. Ii sedile più famoso del ‘700 è però la bergère, una poltrona che, a differenza dalle poltrone normali, aveva lo schienale e i fianchetti sotto i braccioli chiusi con imbottiture o con canna intrecciata.
I sofà da riposo o letti da giorno si erano adoperati per un centinaio d’anni prima che si arricchissero, a una estremità, di uno schienale e di fianchetti, come ne aveva la bergère, e che assumessero il nome di duchesse. Qualche volta la duchesse era in due pezzi, dei quali uno una piccola bergère, l’altro una panchetta della stessa altezza. Qualche volta i pezzi erano tre: una panchetta centrale e due bergères ai due estremi. Le gambe ricurve, à cabriole, importate nel ‘600 dalla Cina, rappresentavano una forma stilistica di tutti i mobili Luigi XV, più evidente nei sedili, ma la si ritrova nella linea serpentina del rococò, con le sue curve tridimensionali o inverse.