Le porcellane in epoca barocca
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in mobilia
Premessa
La porcellana, il cui nome deriva, a causa dell'aspetto, da una conchiglia, è un prodotto ceramico a pasta bianca, altamente traslucido, fortemente vetrificato e in genere rivestito di una coperta trasparente. La pasta della porcellana è composta di un elemento plastico (caolino, argilla), di un dimagrante (quarzo, silice) e di un fondente (feldspato, fosfato di calcio, magnesia, fritta). Le fasi di cottura e la temperatura possono variare a seconda della manifattura.
Liotard - Porcellane cinesi
La leggenda colloca la scoperta della porcellana nel IV millennio a.C. in Cina, ma non si conoscono con certezza manifatture in Cina se non a partire dal VI secolo d.C.
Fu con le Crociate che l'Europa entrò in contatto con i primi esempi di porcellana cinese, che si era propagata in Asia Minore. Alla fine del XIII secolo, Marco Polo diede qualche idea della sua composizione e fu così che si cercò di imitare la fabbricazione della porcellana, a Venezia, a Torino, a Pesaro e a Ferrara. Trascorse, tuttavia, parecchio tempo prima che si superasse la convinzione iniziale che la porcellana fosse una sostanza vetrosa.
I primi esperimenti furono fatti a Venezia, verso il 1470; in seguito Camillo da Urbino e Bernardo Buontalenti proseguirono le ricerche; quest'ultimo, nel 1575, ottenne una mezza porcellana (detta porcellana dei Medici), a metà strada tra la porcellana tenera e la porcellana dura. Le porcellane dei Medici erano rese particolari dal blu di cobalto e dal blu di manganese, che davano risalto alle decorazioni stilizzate di animali e fiori.
L'istituzione delle agenzie commerciali portoghesi verso il 1553, l'estensione delle missioni (soprattutto dopo il 1580), poi la creazione delle Compagnie delle Indie Orientali furono all'origine di un grande successo europeo della porcellana, il cui centro importatore fu Amsterdam.
Con l'importazione di porcellane dall'Oriente, il cui massimo sviluppo si ebbe nel Seicento e nel Settecento, si diffuse la grande passione per le cineserie.
L'epoca d'oro della porcellana
Nel Seicento l'industria della porcellana tenera si andò sempre più sviluppando in Francia. A questo proposito è bene chiarire che la porcellana tenera è composta di sabbia o quarzo, salnitro, sale marino, allume, polvere d'alabastro e terra bianca.
In breve tempo l'industra della porcellana tenera si andò sempre più diffondendo in particolar modo nei centri di Tournai, Alcora, Marieberg, e in Italia.
La porcellana tenera subì un perfezionamento ad opera di Claude Révérent (che ne ottenne il privilegio di fabbricazione nel 1664), di Louis Poterat, di Rouen (che ne ottenne il privilegio nel 1693), e dalla famiglia Chicaneau.
Nel 1735 fu fondata la manifattura di Chantilly, dove Ciquaire Cirou imitò il kakiemon, e da dove partirono i fratelli Dubois per fondare la manifattura di Vincennes nel 1738. Nel 1756 la manifattura di Vincennes venne trasferita a Sèvres e fu qui che si iniziò a fabbricare la porcellana dura.
Il successo delle porcellane era dovuto agli scultori e decoratori che fornivano modelli: per la manifattura di Sèvres operarono Boucher e Falconet che produssero delle vere e proprie opere d'arte. Molto in voga erano la decorazione a "barbotine", cioè in rilievo e l'imitazione dei motivi cinesi; in seguito prevalse il motivo floreale.
A Meissen la pittura su porcellana fu introdotta dallo smaltatore Johann Gregor Herold e la scultura da Kaendler. A Vienna lo scultore Niedermeyer elaborò dei gruppi mitologici, celebri in tutta Europa. Vanno ancora citate, a Nymphenburg, le figurine della commedia dell'arte di Bustelli e la decorazione per "transfer painting" inventata in Inghilterra da Robert Hancock nel 1755.
Sovrani di mezza Europa subirono il fascino delle porcellane che entrarono presto a rivestire un vero e proprio ruolo di arredamento e decorazione nelle regge. Ricordiamo le decorazioni murali in porcellana nel palazzo di Aranjuez (copia del salottino di Maria Amalia a Portici) e più tardi nel salone di palazzo Reale a Madrid.
Famose manifatture barocche
La ceramica di Delft
Le prime manifatture di maiolica in Olanda nacquero verso la metà del Cinquecento. Già un secolo dopo la scuola di Delft era indiscutibilmente la più importante. I suoi caratteri distintivi presero corpo tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, quando l'Olanda aveva intensi traffici con l'Asia.
Non è un caso quindi che nei motivi decorativi della maiolica di Delft si ritrovino tracce evidenti del repertorio figurativo orientale, motivi vegetali stilizzati e dipinti in azzurro.
Sugli stemmi orientali si inserisce la predilezione tutta olandese per le scene di genere che, ambientate in un Oriente noto dai più solo attraverso racconti di terza mano, assumono connotati fantasiosi, con personaggi intenti in bizzarre occupazioni.
Le porcellane di Meissen - il caolino, pietra filosofale del secolo dei lumi
Meissen è senza dubbio uno dei regni della porcellana europea. Tutto cominciò quando, alla fine del Seicento, il nobile boemo Walther von Tschirnhaus entrò in contatto con Johann Friedrich Bottger, alchimista del re Augusto I il forte; i due ricercatori vennero tenuti quasi prigionieri nell'Albrechtsburg, il castello del re. Nel 1708 Tschirnhaus morì e l'anno dopo Bottger presentò la prima porcellana, un grès rosso e durissimo. Dal 1713, la scoperta del caolino di Aue, in Sassonia, permise la produzione dei primi oggetti. Fu l'inizio della stagione della manifattura di Meissen.
Il segreto di fabbricazione, tenuto gelosamente nascosto, trapelò in territorio tedesco: a Vienna nel 1719, per opera di Conrad Hunger e Samuel Stolzen che, fuggiti da Meissen, rivelarono a Du Paquier, direttore di una fabbrica, la qualità della pasta, i tempi di cottura, la tecnica di decorazione; a Hochst nel 1750; a Nymphenburg nel 1761 e in qualche decina d'altri centri.
Le porcellane di Capodimonte
La nascita delle porcellane di Capodimonte trae origine dal matrimonio di Carlo III con Maria Amalia di Sassonia. Maria Amalia era la nipote di Augusto il Forte, fondatore delle celebri porcellane di Meissen. Quando il fratello di Maria Amalia, inviò al cognato una finissima tazza chiamata “chicchera del re”, Carlo III non volle servirsi che di quella, e non ebbe pace finchè non ebbe attirato a Napoli il chimico tedesco Scheper, l'unico che conoscesse i segreti della fabbricazione di Meissen.
I laboratori furono installati là dove oggi sorge il museo di Capodimonte, e fu lo stesso Carlo che sovrintese alla scelta dei miniaturisti e modellatori. Affidò a Scheper la ricerca delle terre adatte agli impasti. Nel 1743 s'iniziarono le porcellane in “pasta tenera”, con il caolino di Fuscaldo (Cosenza). I primi modellatori furono i Gricci. Il risultato, grazie all'impasto di caolino, feldspato e quarzo fu un magnifico effetto sottovetro.
Alla partenza di Carlo III per la Spagna (nel 1759) la manifattura di Capodimonte fu distrutta e risorse vicino a Madrid dove, con operai e materiale napoletani, ebbero origine le officine del “Buen retiro”. Quando il figlio di Carlo, Ferdinando IV, salì sul trono di Napoli volle riaprire la manifattura ma le porcellane che nacquero da questa fabbrica rediviva non ebbero più lo straordinario effetto delle precedenti.