Aveva quella grazia voluttuosa senza la quale la bellezza stessa non basta a sedurre. Duca A.J. de Noailles
I primi anni
Françoise de Rochechouart de Mortemart nacque il 5 ottobre 1641 nel castello di Lussac-les Chateaux, nel Poitou, figlia di Gabriel de Rochechouart-Mortemart governatore dell’Ile de France, impenitente dongiovanni e di Diana de Grandseigne, donna particolarmente bigotta.
La piccola fu battezzata nella chiesa di Saint-Maixente con un nome, Françoise, che la futura marchesa di Montespan avrebbe sostituito in Athénaϊs, molto più altisonante e adatto alla sua personalità. La ragazza crebbe nel Poitou e ricevette una buona educazione nel convento di Sainte-Marie-à-Saintes ma fu una pessima allieva: praticamente analfabeta fino all’adolescenza, farà sempre terribili errori di ortografia ma riuscirà ad ottenere, grazie alla sua fervida ambizione, una passabile cultura.
Da Françoise ad Athénaϊs
Nel 1660, appena diciannovenne, si recò a Parigi dove venne scelta come “figlia d’onore” della giovane regina Maria Teresa. Risalgono a quel periodo il suo amore per il marchese Luois de Noir Moutiers e le sue apparizioni nei balletti del poeta Isaac de Benserade.
Nella sua opera, “Il secolo di Luigi XIV”, Voltaire dice di Athénaϊs: “Sua sorella maggiore, Madame de Thianges e la minore, la badessa di Fontevrault, erano le più belle donne del loto tempo. Ma Athénaϊs era splendida, più bella di entrambe.”
Il suo bellissimo viso era di un ovale perfetto e la sua persona corrispondeva perfettamente ai canoni di bellezza dell’epoca: aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri, il naso piuttosto aquilino e una bocca piccola e vermiglia con denti bianchi e perfetti, caso raro nel XVII secolo. Alta, statuaria e proporzionata, con un seno generoso, una carnagione perlacea e bellissime mani, Athénaϊs sarà sempre sicura del suo fascino e della sua avvenenza.
Ambiziosa e calcolatrice
Il 28 gennaio 1663 Athénaϊs sposò Louis de Pardaillan de Gondrin, marchese di Montespan, un giovane gentiluomo guascone di un anno minore di lei al quale darà due figli: il duca d’Antin e una bambina, che saranno allevati dalla nonna paterna.
I coniugi Montespan non avevano un reddito sufficiente per vivere a corte anche perché avevano le mani bucate: lui era dedito al gioco e lei, terribilmente civetta, amava costose toilettes e bei vestiti, che saranno sempre la sua passione.
Il matrimonio di Athénaϊs non fu felice e tantomeno d’amore, il marchese era pericoloso e violento e spesso picchiava la moglie.
Nel 1664 la marchesa divenne Dama d’onore della regina stabilizzando in questo modo la sua posizione a corte e, sempre più bella e ambiziosa, riuscì ad entrare in ottimi rapporti con Madame de La Vallière.
La furba e calcolatrice marchesa aveva già il suo piano: sedurre il re e per farlo avrebbe prima dovuto ottenere la fiducia della sua favorita.
Madame de La Vallière si era accorta che Luigi XIV re di Francia si era stancato di lei, della sua semplicità e della sua timidezza e, pur di non perdere il suo amore, invitò a vivere con se, all’Hotel de Brion, la sua bellissima amica che indubbiamente aveva il fascino giusto per intrattenere il re. In questo modo, pensava madame de La Vallière, il sovrano si sarebbe sentito meno annoiato e sarebbe venuto più volentieri a trovarla.
Fu un errore e un pessimo calcolo: la furba e ambiziosa Athénaϊs seppe ammaliare facilmente Luigi XIV e il 5 novembre del 1666, a corte, si mormorava già che il re aveva “notato” madame de Montespan. Tutti ammiravano i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri, l’eleganza della sua figura; era, in una parola, una bellezza trionfante da far ammirare a tutti gli ambasciatori.
Alla fine del 1666 il re confessò a Madame de La Vallière di non amarla più e di essersi invaghito della Montespan tuttavia si rifiutò, per i primi tempi, di troncare i rapporti con la Vallière, alla quale era ancora profondamente affezionato.
Il re e la Montespan divennero amanti effettivi nel maggio del 1667 e la reazione del marchese di Montespan fu violenta: mentre in genere i mariti delle favorite erano felici e compiacenti di dover dividere le proprie consorti con il re, il marchese fece violente scenate alla moglie e arrivò addirittura a picchiarla; a palazzo chiedeva beffardo che fossero alzate le porte perché le sue corna erano così grandi da non permettergli di passare. La corte, pur non provando alcuna simpatia per la marchesa, ne fu indignata; il trattamento che il marito le riservava appariva vergognoso per la morale dell’epoca e addirittura la regina, di solito gelosissima, fu dalla parte della marchesa. Stanco di questi eccessi, il sovrano decise di far rinchiudere il marchese in una segreta della Bastiglia dalla quale uscì nel 1669 apprendendo che Athénaϊs aveva dato un figlio al re. Da quel momento decise di partire e di stabilirsi nel suo castello di Bonnefont dove fece celebrare i “funerali” della sua consorte: informò tutti che era appena avvenuta la morte della moglie “uccisa dalla civetteria e dall’ambizione”.
La reazione dello zio di Athénaϊs, vescovo di Sens, non fu da meno: schiaffeggiò la nipote urlandole: “Tu parente di un vescovo e amante del re! Vergognati!”
Ascesa
Ebbe così inizio una lunga e a tratti burrascosa relazione dalla quale nacquero otto figli, tutti leggittimati, tra cui il duca del Maine, Mademoiselle de Nantes, Mademoiselle de Tours, Mademoiselle de Blois e il conte di Tolosa.
Luigi in quegli anni non aveva occhi che per lei, accontentava ogni suo capriccio regalandole gioielli, denaro e palazzi; ogni tanto provava irritazione per la sfrontatezza di Athénaϊs ma stregato da questa vispa creatura, molto più brillante e divertente di Louise, perdonava i suoi eccessi anche in virtù della sua avvenenza.
Ma questa bellezza “trionfante”, questo viso d’angelo, nascondeva terribili segreti che le fecero perdere a poco a poco l’amore del re.
Messe nere
La marchesa sembrava devota, frequentava i conventi e le chiese, si confessava e comunicava regolarmente, ma la sua fede era come quella di molte persone del suo tempo, fatta di esteriorità e di finta pietà.
All’epoca della sua amicizia con Louise de La Vallière, Athénaϊs non esitò a chiedere aiuto ad una spaventosa strega, Madame Voisin, chiedendole di togliere a tutti i costi dal cuore del re la candida Louise.
Il ricorso a sortilegi e fattucchiere, a filtri d’amore, ad afrodisiaci e altre diavolerie, erano molto comuni in quel periodo.
Il re era un uomo incostante e capriccioso e mentre Madame de La Vallière era durata sei anni come favorita, le altre cadevano quasi subito in disgrazia ma Athénaϊs voleva trovare un posto stabile nel cuore del sovrano.
La cronaca dell’Affare dei Veleni è molto complessa: i primi processi iniziarono verso la metà del 1679 e l’intrigo mise a soqquadro la Francia e infangò molte reputazioni tra cui, appunto, quella di Madame de Montespan. Dopo l’arresto della fattucchiera cominciò a circolare l’inquietante voce che la marchesa si fosse rivolta a lei per avvelenare prima madame de La Vallière e più tardi Angélique de Fontanges, la bellissima amante diciottenne del sovrano.
A poco a poco venne fuori la sconcertante verità: la bellissima Athénaϊs, timorosa di essere soppiantata, aveva desiderato distruggere madame de La Vallière e, spaventata perché Luigi trovava sempre nuove amanti, aveva cominciato a frequentare le streghe e a prendere parte ai loro riti. La sua gelosia esplodeva in maniera terribile come ci racconta Madame de Sévigné: “È presa da rabbie inesprimibili. Non ha visto nessuno in quindici giorni. Scrive dall’alba a sera, al momento di coricarsi straccia tutto. Il suo stato mi fa pietà. Nessuno ha compassione, ance se lei ha fatto del bene a tanta gente. Non è senza emozione che vediamo questa donna meravigliosa, d’una grazia divina e d’uno spirito superiore, dopo essere entrata nel crimine immergervisi sempre più.”
Le messe nere alle quali partecipò la Montespan furono tre con un intervallo di quindici giorni l’una dall’altra; venivano celebrate sul suo corpo nudo e nella prima fu addirittura sacrificato un neonato, sgozzato con un temperino.
Dal diario del primo medico del re apprendiamo che il sovrano, in quel periodo, soffrì di forti emicranie e di improvvisi malori e mancamenti e non è azzardato supporre che questi sintomi fossero il risultato dei filtri d’amore a base di escrementi di capra e bava di rospo che la marchesa gli somministrava, di nascosto, per dominarlo.
Durante tutto il periodo dell’Affare dei Veleni il re si mostrò deciso nel far continuare le indagini senza guardare in faccia nessuno, né l’alta nobiltà, né le grandi dame e persino Olimpia Mancini non sfuggì alle indagini, accusata di avere assassinato il marito con il veleno.
Tuttavia il re fu irremovibile nel far cancellare le accuse contro la Montespan: Nessuno scandalo su Madame de Montespan. Impongo formale divieto ai magistrati di dar lettura di documenti che la riguardino.
Tutti i mostruosi personaggi coinvolti con la storia della marchesa furono eliminati e sbattuti nelle carceri più sicure del regno mentre il nome della Montespan scomparve dall'inchiesta. Quanto alla Voisin fu arsa viva.
Il tramonto della Montespan
Madame de Montespan non soffrì di alcuna conseguenza giudiziaria ma perse definitivamente l’amore del sovrano che vide per l’ultima volta nel 1680 in un incontro organizzato da Louvois. Nel drammatico incontro Athénaϊs ammise le sue colpe e le sue responabilità, dichiarando fieramente che era stata spinta a quei delitti dal suo grande amore per il re. Luigi inorridito non volle più saperne di lei; perdonò la madre dei suoi figli ma non volle più ammetterla al suo cospetto.
Nel frattempo il sovrano aveva cominciato a rivolgere le proprie attenzioni a Madame de Maintenon , la governante dei figli avuti da Athénaϊs, molto più riservata e rasserenante. Era stata proprio la Montespan, qualche anno prima, a volere fortemente la vedova Scarron perchè in lei aveva visto l’istitutrice ideale per i suoi figli. Già nel 1681 la Maintenon poteva ritenersi la favorita in carica e nel 1684, dopo la morte della regina, divenne la moglie morganatica del sovrano.
Athénaϊs rimase a corte per altri dieci anni, fino al 1691, per evitare ulteriori chiacchere. Lasciò Versailles per ritirarsi nel convento parigino di Saint-Joseph che lei stessa aveva fondato, trascorrendo i suoi ultimi anni in esercizi di pietà. In seguito si ritirò nel profondo della provincia a Bourbon-l’Archambault dove morì il 27 maggio 1707. Fu sicuramente una delle donne più belle della sua epoca ma anche una delle creature più assurde del regno del Re Sole.