L’organizzazione, i metodi e la produttività dell’agricoltura, sono essenziali per la crescita demografica. In Occidente c’erano vastissime zone in cui la tecnologia era relativamente progredita, il capitale per lo sviluppo agricolo non troppo difficilmente reperibile. Gran parte dei Paesi Bassi, una buona fetta dell’Inghilterra e alcune zone privilegiate della Francia, si trovavano in questa situazione. La produttività era alta mentre non mancava l’interesse per i nuovi metodi e la comunità agricola godeva di una certa prosperità.
Nei Paesi Bassi, o almeno in alcune regioni densamente popolate come le Fiandre, il Brabante occidentale, lo Zeeland e l’Olanda meridionale, molti agricoltori avevano cominciato già nel diciassettesimo secolo a specializzarsi nella coltivazione di prodotti puramente commerciali (lino, robbia, guado, luppolo e tabacco) e avevano abbandonato l’agricoltura di sussistenza che prevaleva ancora su buona parte del continente. La coltivazione dei fiori e degli alberi da frutto vi si era sviluppata in poche zone d’Italia, accompagnata da una letteratura tecnica sui problemi dell’agricoltura. Nel diciottesimo secolo i Paesi Bassi rimasero una delle regioni agricole più progredite dell’Europa. Lì nacque l’aratro brabantino che risale al principio del secolo e viene considerato come il prototipo dell’aratro moderno. Nella seconda metà del periodo diventarono una delle prime regioni d’Europa in cui si coltivasse su larga scala la patata.
In Sicilia una popolazione molto numerosa, un suolo povero, tecniche primitive e una amministrazione dispotica facevano di quei contadini una classe tra le più miserande e disgraziate d’Europa. Benché esportasse ancora grano, l’isola non era più il granaio dell’Europa meridionale; nel 1763-64 una carestia e l’epidemia uccise 30.000 siciliani. Analogamente in alcune regioni spagnole, polacche e dell’Europa del nord est e in tutta la Russiala condizione di vita dei contadini era precaria.
La Francia, gran parte della Germania occidentale e centrale, la Spagna settentrionale, l’Italia settentrionale e la Scandinavia vivevano una situazione precaria: nel 1770 sembra che morissero di fame 150.000 persone in Sassonia e 80.000 in Boemia Anche in Francia, dove la produzione agricola complessiva fu probabilmente più alta che in ogni altro stato europeo; durante il regno di Luigi XV c’erano normalmente quasi 30.000 mendicanti nella sola Parigi.