Dalla Spagna al trono di Francia
"Il suo incedere era quello d'una regina o d'una dea, i suoi occhi, che avevano i riflessi dello smeraldo, erano bellissimi e pieni insieme di dolcezza e di maestà..." (A. Dumas da "I tre moschettieri")
Anna d’Austria, madre di Luigi XIV, nacque a Valladolid nel 1601. Figlia di Margherita d’Austria e Filippo III, a dieci anni venne promessa sposa a Luigi XIII. Come era consuetudine all’epoca le famiglie regnanti si univano in rapporti di parentela, il che non scongiurava tuttavia guerre e rivalità sanguinose. Nel 1615 si celebrò a Bordeaux il matrimonio tra i due coetanei. Maria de Medici, la passionale fiorentina madre di Luigi XIII, sempre vestita a lutto, si affrettò a spingere il figlio nel letto della sposa perché compisse il suo dovere coniugale; il giorno appresso comunicò all’Europa intera che il matrimonio era “perfetto”.
Uno strano matrimonio
La verità però era un'altra: Luigi XIII era andato in bianco. Benché Anna fosse molto bella, addirittura una delle più belle donne del suo tempo, bionda, con vita snella, seni superbi e mani così belle e candide che quando si toglieva i guanti tutti si mettevano in adorazione, il giovane marito ancora adolescente e non iniziato all’amore preferiva la compagnia maschile. Questo fu un problema che accompagnò Luigi per tutta la vita. Riservato e tenebroso, ebbe un rapporto contrastato con le donne, di odio e distacco, incapace di una vita sentimentale e privo di romanticismo.
La povera Anna, dal canto suo, era invece spagnola e romantica; nonostante le sue iniziative e il desiderio di diventare francese in tutto restò in balia degli eventi, sola a corte ancora adolescente, perché i servi venuti con lei della Spagna furono rispediti a casa da Luigi XIII quando si seppe che a letto non valeva nulla.A Luigi la giovane moglie piaceva e non poteva che rallegrarsene, ma passarono altri due anni perché assolvesse ai suoi doveri coniugali; fu solamente nel gennaio del 1619 che il suo matrimonio fu perfetto, quando, dopo aver assistito alla prova d’amore tra Carlo di Lorena e Catherine Henriette de Vendome, si esaltò e invitato dalla giovane sposa. All’epoca il sesso era vissuto con meno pudore, e in particolare i nobili facevano in pubblico il loro primo dovere coniugale per motivi più di testimonianza che di lascivia.Felice del nuovo gioco, il re per qualche mese diede prova di grandi capacità amatorie rinunciando alla caccia e al seguito dei suoi favoriti, ma presto ne fu pago e lasciò la moglie sola a consolarsi a corte. Del resto i due erano ben diversi: la regina infatti amava l’intrigo, il gioco, i divertimenti e la mondanità. Il marito era l’opposto, probabilmente era omosessuale e solo il fervido credo lo bloccò dal commettere atti impuri, concedendosi solo amori platonici con i ragazzi del suo entourage.
La corte
A corte c’erano molte teste matte che vivevano grazie a una ricchezza non guadagnata, e passavano il tempo a complottare intrighi in sfarzose feste consolandosi del loro dolce far niente facendo all’amore.
Tra le dame che più influirono sulla regina è da ricordare Marie de Rohan duchessa di Chevreuse, una delle donne più belle e affascinanti del suo tempo. Famosa per i suoi intrighi e temuta da Richelieu che la chiamava la chevrette (la capretta), Marie de Rohan era un arrivista che seduceva tutti i potenti che conosceva e dedicava tutta se stessa a esser brava a letto. Aveva un carattere molto forte, e a corte era riverita e imitata.
Divenuto re d’Inghilterra nel 1625, Carlo I Stuart mandò in Francia Gorge Villier duca di Buckingam, suo favorito, per trattare due delicate questioni: l’alleanza tra Inghilterra e Francia e il matrimonio tra il re d’Inghilterra e la principessa Enrichetta, sorella di Luigi XIII.
Il duca di Buckingam
Il duca di Buckingam era un giovane focoso e passionale, bello e affascinante, abituato ad avere ciò che voleva. Arrivò a Parigi con ben 27 vestiti, di cui uno tempestato di diamanti che a una festa volarono in mezzo alla sala da ballo, conquistando la corte e soprattutto le dame che se lo mangiavano con gli occhi. Il matrimonio del re suo protettore fu concordato, ma non gli riuscì di convincere il re di Francia all’alleanza con l’Inghilterra; arrabbiato per questo con Luigi XIII, pensò bene di sedurre la bella moglie gaia e spensierata. Fu proprio la Chevreuse che allestì lo scandalo, allontanando le dame della regina e spingendo il duca di Buckingam nella stanza da letto. Il giovane inglese si scagliò con forza sulla regina, che sebbene affascinata si dimenò per scrollarselo di dosso, finché arrivarono le dame che trovarono la bella Anna sconvolta e addirittura con le cosce scorticate dal vestito del duca. Disse del duca Anna:“ E’ l’uomo più degno di amarmi che esista”. Su questo intrigo Dumas incentrerà la parte fondamentale del suo romanzo “I tre moschettieri”.In seguito la regina fu pesantemente accusata dal re e dal cardinale perché non giovò affatto a cementare la pace con la Spagna, tanto più che, sempre spinta dalla duchessa di Chevreuse, nonostante la guerra franco-spagnola continuò a tenere corrispondenze segrete con i familiari e fu solo per la bontà di Luigi che non venne allontanata da corte o peggio giustiziata per alto tradimento. Tuttavia, se i rapporti tra moglie e marito erano freddi, in seguito a questi episodi divennero impossibili.
La nascita del Delfino
Oltretutto Anna non riusciva a dare eredi al marito, e ci vollero ben 22 anni perché nascesse finalmente Luigi XIV. Benché i rapporti furono rari, tuttavia la regina abortì ben due volte, di cui una per esser caduta al Louvre rincorrendo la dama de Chevreuse.
Nel 1638 e nel 1640 partorì due figli, e questo la riappacifico un po’ col popolo, che la odiava dicendo che era sterile e menagramo, ma non certo col marito, che al momento della nascita del delfino non volle nemmeno abbracciarla.
Anna fu amata anche dal Richelieu, ma senza corrisponderlo; a causa di questo ebbe non poche grane. Per quanto il cardinale fosse integerrimo nei suoi doveri verso la Francia, la accusò ingiustamente di aver partecipato al complotto Cinq-Mars nel quale il re rischiò la vita. Forse era il solo complotto nel quale Anna non fu implicata.
La Reggente
Il 14 maggio del 1643, alla morte di Luigi XIII, Anna diventò reggente con la compartecipazione del cardinale Mazzarino, il principe diConde', il fratello del marito Gastone d'Orleans e i segretari di stato, così come il re aveva disposto nel suo testamento. Tre giorni dopo la morte di Luigi XIII il parlamento di Parigi cancellò il testamento e lasciò alla regina la reggenza piena. Il regno appena finito era stato importante per la Francia ma duro, in particolare per l'aristocrazia, a cui il re e il cardinale Richelieu non lesinarono soppressioni, distruzioni di castelli e tagli di testa, rendendo la Bastiglia la prigione più ricca d’ingegni d'Europa. Il parlamento pensò di avere in Anna un’alleata che abbandonasse la linea del primo ministro onnipotente e mantenesse il regno in pace.
Il giorno dopo la proclamazione della regina, la Francia ottenne una delle sue vittorie più importanti contro gli spagnoli nei Paesi Bassi, distruggendo l'armata spagnola e i temutissimi Tercios, la fanteria paragonata alla falange macedone.
Fin dall’inizio, la reggenza della regina contrastò fortemente con quella passata di suo marito. Anna non fu più ribelle, ma anzi divenne esemplare nella condotta del regno, forgiando il figlio - Luigi XIV, il Re Sole - per diventare il miglior re di tutti i tempi insegnandogli l'arte di stare a corte. Anna era cresciuta nella severa Spagna, memorabile per l'etichetta rigida e il distacco aristocratico. Il figlio apprese e seppe esser ben più di lei compassato, sfoggiando sempre uno stile olimpico nel rispetto dei rituali e delle circostanze.
Madre e Regina
La regina si svegliava tardi e dedicava molto tempo alla sua persona, attorniata dai servi che l'assistevano nei lunghi bagni e nella toilette dai mille accessori d'oro e d'argento. Nella vedovanza non fece più uso di trucco alla spagnola, e lasciò che fosse il candore del suo viso contornato dai capelli biondi a dare autorità alla sua bellezza.
Amava molto il teatro e la mondanità; si spostò dal Louvre a Palais Royal, fatto costruire dal Richelieu, perché più pratico, meno austero e dotato dal più bel giardino di Parigi. Si recava a teatro con il volto coperto da una maschera, o raggiungeva quello di Palais Royal tramite passaggi segreti direttamente dalle sue stanze. Alla regina piacevano molto le commedie italiane perché più improvvisate di quelle francesi e più scurrili, tanto che un prelato di corte protestò con la regina chiedendo che fossero bandite tali rappresentazioni. La querelle che nacque vide vittoriosa la regina, che non era per niente bacchettona e traeva gran sollazzo dalle rappresentazioni italiane.Il lunedì e il giovedì pomeriggio erano dedicati a riunioni, quasi dei talk show dell'alta società in cui la regina era maestra nel dirigere la conversazione tra le dame. Si trattava di straordinari eventi di mondanità, molto più acculturati di oggi, dove si assiste passivi a conversazioni di basso profilo; un tempo era fondamentale avere una propria opinione su tutto. “Conoscere e creare” era il motto dei tempi.
Sempre, nelle occasioni mondane e regali, era presente il grande Corneille, autore del Cid, tragedia che piacque così tanto da far guadagnare al suo autore un titolo nobiliare. La regina si svegliava tardi e faceva abbondanti colazioni ricevendo a letto ministri e anche ospiti, ma riservando alla sera le riunioni del consiglio ristretto dove partecipavano Mazzarino e le persone più fidate. Le riunioni diurne erano invece tenute a porte aperte, ma nessuno vi metteva mai piede. I rapporti col cardinale Mazzarino furono di gran lunga migliori rispetto a quelli con Richelieu, tanto che si pensa potessero esse amanti, o addirittura sposati. Mazzarino era ben diverso dal suo predecessore: meno mondano e più torvo, aveva però l'abilità di ascoltare le donne. Di certo, dalle lettere rimasteci s’intuisce che tra lui e la regina c'erano sentimenti che andavano al di là della semplice amicizia.