“Picca e moschetto”
Il tercio è una formazione di fanteria dell'esercito spagnolo composta da circa 300 tra picchieri e moschettieri largamente impiegata durante le guerre del XVI e XVII secolo.
Nasce nella seconda metà del XV secolo e trae ispirazione dall'accorgimento strategico che rese gli Svizzeri i soldati più forti d'Europa: riunire in serrati quadrati picchieri ed alabardieri, supportati tutt'intorno da fanti armati d'archibugio.
Questa nuova formazione, capace persino di sgominare le sofisticate armate di Carlo il Temerario di Borgogna, si diffonde presto tra gli eserciti di tutta Europa e dà ufficialmente inizio a quella che gli storici militari definiscono l'età della “picca e del moschetto”.
Debutto e trionfo del “tercio”
Alla fine del XV secolo la Spagna è impegnata in una guerra per il controllo del Regno di Napoli e per la prima volta, in Italia, il generale Gonzalo Fernandez de Cordoba utilizza questa nuova formazione, unendo soldati armati con moderna artiglieria insieme ad altri equipaggiati in modo quasi medioevale.
Anche nella formazione di Cordoba i militari sono raggruppati in quadrati serrati ma quantitativamente sono un terzo rispetto alle analoghe formazioni svizzere: da qui il nome di “tercio”.
La composizione del tercio era fissa e così costituita:
1500 picchieri (picas secas) stretti in un rettangolo compatto (cuadro), armati di spada, daga e lunghe lance atte a sgominare la cavalleria e ad infrangere gli impatti nemici
100 uomini armati di spada e scudo per i corpo a corpo
500 moschettieri armati d'artiglieria e raggruppati in 4 quadrati, detti “mangas” (maniche), a difesa de del “cuadro” di picchieri
Questa formazione mista, nonostante la lentezza negli spostamenti, rimase sostanzialmente invitta per tutto il '500, grazie anche alla scarsità di artiglieria in dotazione agli eserciti e il suo carattere totalmente statico.
Ma nel XVII secolo, con l'avvento di un'artiglieria più versatile ed efficace e l'introduzione di nuove tattiche di combattimento, i problemi per questa gloriosa “istituzione” dell'esercito spagnolo divennero evidenti.
Sconfitta di una leggenda
Durante la guerra dei Trent'Anni un primo cedimento della formazione dei “tercio” si ebbe a Breitenfeld nel 1631, quando le forze svedesi del re Gustavo Adolfo, dotate di moderna artiglieria, sgominarono i tercio della Lega Cattolica guidati da Tilly: il fuoco di fila svedese, sparato da moschettieri che dopo aver fatto fuoco si ritiravano a ricaricare lasciando posto ad un'altra fila pronta a sparare, falciò letteralmente gli spagnoli ma i superstiti di questa carneficina furono comunque in grado di riorganizzarsi in “tercio veterani” e di prendersi una rivincita sulle truppe di Gustavo Adolfo a Nördlingen nel 1634.
La leggenda del tercio tramonta definitivamente con la battaglia di Rocroi del 1643, quando i veterani delle Fiandre, dopo essere rimasti isolati dalla loro cavalleria ed aver retto strenuamente agli urti dei francesi, furono completamente annientati da un fuoco d' artiglieria ad altezza d'uomo ordinato dal Principe di Condè.
Questi infatti si era diretto verso le forze spagnole insieme ai generali francesi per trattare la resa spagnola quando venne investito dal fuoco dei picchieri delle “mangas”che si credevano attaccati ancora una volta.
La vendetta del Gran Condè per aver sparato sui più alti ranghi dell'esercito francese fu terribile e l'attacco che ordinò di sferrare fu quello che pose definitivamente fine non solo al “mito” del tercio ma anche alle tecniche di combattimento di “picca e moschetto”, inaugurando l'era della “guerra lineare”.