Nella maggior parte degli stati gli eserciti continuarono a dipendere dall’arruolamento volontario, anche se quasi sempre accompagnato da frodi, pressioni e perfino minacce. Così fu in Francia, in Piemonte e soprattutto in Inghilterra.
Era generale convincimento che per l’esercito si dovesse attingere il più possibile dai gruppi sociali di minor valore economico. Così scriveva il conte di Saint-Germain: “… per formare un esercito non dobbiamo distruggere la nazione; e se la privassimo dei suoi elementi migliori la distruggeremmo. Così come stanno le cose, l’esercito dev’essere inevitabilmente formato dalla feccia del popolo e da coloro che non sono di alcuna utilità per la società “
Anche Federico II aveva affermato che bisognava conservare gelosamente le persone utili e laboriose, e reclutare uomini nel proprio paese solo in tempo di guerra, in caso di estrema necessità. Il presupposto che i settori produttivi e istruiti della società fossero troppo preziosi per essere messi a repentaglio in una guerra, e che la loro funzione fosse pagare la guerra e non combatterla, riscosse adesioni quasi universali.
In queste circostanze tutti gli eserciti del diciottesimo secolo ebbero nelle loro file vagabondi, disadattati e perfino criminali. Tali elementi si trovavano in varia proporzione in tutte le forze combattenti d’Europa. Il desiderio di risparmiare il servizio militare a grossi settori della popolazione, inoltre, indusse quasi tutti i governi a servirsi di mercenari stranieri, che per tutto questo periodo conservarono gran parte dell’importanza di cui avevano goduto già ai tempi del rinascimento. L’esercito francese comprendeva alla metà del secolo più di 50.000 stranieri, e ancora alla vigilia della rivoluzione ne aveva in servizio più di 40.000. I cantoni svizzeri e l’Irlanda continuarono, come nel secolo precedente, a fornire un numero considerevole di reclute agli eserciti degli altri stati (ancora nel 1808 la Spagna aveva sei reggimenti di svizzeri). Adesso però furono superati, come esportatori di militari, da alcuni piccoli stati tedeschi, soprattutto dall’Assia-Cassel. Tra il 1677 e il 1815 i sovrani di questo stato povero ma relativamente popoloso conclusero trentasette trattati con i quali si impegnavano a fornire, dietro pagamento in denaro, un certo numero di sudditi agli eserciti di altri stati. Di norma, il fatto di fornire forze ausiliarie non coinvolgeva uno stato nella guerra in cui quelle forze venivano impiegate; per tutto il secolo, dunque, questo fu il sistema corrente con cui i governi più indigenti si procuravano parte delle ricchezze degli stati vicini.