La grazia, più bella ancora che la bellezza. La Fontaine
L’infanzia di una favorita
Prima favorita di Luigi XIV, Louise-Françoise de La Baume Le Blanc de La Vallière nacque il 6 agosto 1644 a Tours, figlia di Laurent de La Vallière, signore di un feudo nella valle della Loira.
Bella, benchè leggermente claudicante (cadde da bambina da un asinello saltando una siepe di bosso) e soprattutto dotata di molta grazia, la fanciulla crebbe avendo sempre sotto gli occhi, nel palazzo paterno, una targa quadrata di marmo che recava una scritta presaga: “Ad Principem ut ad ignem amor indissolubilis”, Al principe come al fuoco(dell’altare) l’amore indissolubile.
I La Vallière erano devotissimi e Laurent combattè da valoroso nella famosa battaglia di Rocroi ottenendo in questo modo il titolo di marchese. Morì nel 1651, quando Louise aveva sette anni, lasciando la famiglia in un mare di debiti. La piccola fu mandata nel convento delle orsoline a Tours, dove due sue zie erano monache, e vi rimase quattro anni, tra letture, preghiere e ricami. La madre di Louise, invece, si risposò con Jacques de Courtavel marchese di Saint-Rèmy che si prese cura dell’educazione di Louise e di suo fratello Jean- François. Fu grazie al patrigno, primo maitre d’Hotel del duca Gastone d’Orleans zio di Luigi XIV, che l’undicenne Louise entrò in contatto con la corte di Blois.
Una provinciale a corte
Accanto alle tre figlie di Gastone d’Orleans, Louise imparò a cantare, a danzare, a cavalcare all’amazzone e a conversare con arte.
Era molto colta e appariva fresca e seducente con un viso graziosissimo, i capelli biondo argento, gli occhi blu, una voce dolce e flautata e un’andatura claudicante che le conferiva, se possibile, ulteriore fascino.
Madame de Motteville così la descrive: “La sua bellezza non era delle più perfette. Ma tutta la sua persona, benchè non fosse ben fatta, era tuttavia, per le sue maniere e per il suo stile, del tutto amabile”.
A 15 anni Louise si recò a Parigi con le principesse d’Orleans, per il matrimonio del re con l’infanta di Spagna, Maria Teresa e nel luglio 1661 ebbe la fortuna di poter entrare a corte a Fontainebleau e di essere scelta come dama d’onore di Enrichetta Anna Stuart, duchessa d’Orleans cognata di Luigi XIV. Abbagliata dalla corte più scintillante del mondo, la giovane provinciale ebbe modo di poter vedere ogni giorno Luigi XIV, del quale, presto, si scoprì innamorata.
La donna dello schermo
Nel frattempo Luigi XIV, già stanco dell’insulsa moglie spagnola, che aveva accettato di sposare per ragioni di Stato, cominciò a rivolgere le proprie attenzioni alla bella e spregiudicata cognata, moglie di suo fratello Filippo d’Orleans, vittima di un matrimonio disgraziato.
Il re apriva i balli con Enrichetta, mostrando palesamente di esserne soggiogato e la sera rimanevano nei boschi, mano nella mano, facendosi rischiarare il cammino da discreti servitori. Ormai lo scandalo era nell’aria: una relazione tra cognati era inammissibile anche per una corte amorale come quella del Re Sole.
Anna d’Austria, fuori di se non smetteva di rimproverare al figlio di avere offeso la sua corte, tenendo un comportamento opposto ai principi della religione Cristiana. Il re “Cristianissimo”, d’accordo con la bella cognata, decise di porre fine alle chiacchere con uno stratagemma: finse di essere innamorato di una bella dama di compagnia, il gioco della “donna dello schermo” ben noto a Dante Alighieri.
Luigi ed Enrichetta scelsero tre damigelle che il re corteggerà una dopo l’altra: Mademoiselle Bonne de Pons, Mademoiselle Chémérault e Mademoiselle de La Vallière.
La prima favorita
A diciassette anni, l’esile e bionda Louise, era un vero e proprio sogno, era inoltre molto istruita e ciò piacque al re che amava le donne colte ed intelligenti.
Presto Luigi si invaghì di quella “creatura graziossima, dolcissima e assai ingenua e, infondo al cuore, provinciale” che all’inizio aveva corteggiato unicamente per sviare la corte.
Enrichetta sbalordita fu la prima a capire che nel cuore del re era nato un amore sincero e si sentì terribilmente tradita e umiliata: lei bella e potente ripudiata per una semplice damigella e per giunta zoppa e lei stessa aveva organizzato tutto quel pasticcio.
Luigi XIV si era innamorato della sensibilità, della fragilità e della timidezza di Louise; la sua vita fino a quel momento era stata piena di donne volitive: le sorelle Maria e Olimpia Mancini, irruenti e passionali, la moglie Maria Teresa, dal carattere autoritario e tirannico e la piccante e calcolatrice cognata. Il suo narcisismo aveva bisogno di una creatura come Louise, devota e adorante.
Louise, dal canto suo, dopo aver rifiutato due biglietti amorosi del re, pregò il poeta Bensérade di scrivere per lei la risposta: “Rispondentegli voi per me: perché voi avete l’arte di dire di no quando si vuole dire si”.
Felice di essere corrisposta, era però consapevole di vivere un amore proibito e sapeva che un giorno quel legame le avrebbe procurato una grande sofferenza; inoltre si sentiva terribilmente in colpa verso la regina Maria Teresa che proprio in quel periodo era incinta.
Anna d’Austria cercò di fermare di nuovo il figlio ma non funzionò, chiese quindi al re di essere almeno molto discreto per non turbare e offendere la moglie legittima ma ben presto tutta la corte, sbalordita, fu al corrente della relazione.
L’oscura, zoppa, Mademoiselle de La Vallière, un’ipocrita e una civetta, ha dispiegato un’arte diabolica e ha conquistato il monarca.
Si mobilizzò perfino Nicolas Fouquet che arrivò ad offrire a Louise una forte somma di denaro perché lasciasse il re e questo fu per lui un gravissimo errore. Probabilmente voleva ricattarla e farne un’alleata politica ma non aveva fatto i conti con l’onestà della favorita che aveva ceduto al re per amore e che non avrebbe mai accettato di separarsi da lui per denaro.
Louise rifiutò con sdegno l’offerta, che somigliava ad un insulto, e riferì tutto al re.
Dopo la morte del Cardinale Mazzarino, Luigi XIV aveva spesso pensato a come eliminare quel ministro, corrotto e arrogante, che aveva dichiarato di essere il solo padrone nel suo stato e forse l’offerta provocatoria fatta a Louise fu la goccia che fece traboccare il vaso. È comunque un fatto che nel maggio del 1662 Luigi fece arrestare Fouquet dal capitano dei moschettieri, D‘Artagnan, divenuto celebre grazie ai romanzi di Dumas; fu il primo atto rivoluzionario del suo regno.
Un amore disinteressato
La corte non fu mai tenera con la Vallière, giudicata una stupida perché non approfittò mai minimamente della posizione di amante ufficiale del sovrano; né impicciona, né intrigante aveva un piccolo entourage che deluso e seccato pensò presto di abbandonarla. I cortigiani aspiravano ad una padrona ambiziosa e arrampicatrice e una favorita che amava il re in maniera disintessata non rientrava nei loro calcoli.
Alla corte del Re Sole gli intrighi erano all’ordine del giorno e la povera Louise fu più volta vittima della perfidia e dell’invidia di alcune dame, come ad esempio Olimpia Mancini che la detestava.
Spesso preda di violente crisi di coscienza la favorita pensò più di una volta di ritirarsi in convento e, infatti, nel febbraio del 1662, dopo una lunga lotta interiore, si rifugiò nel convento della Visitazione di Maria ma fu il re in persona che andò a riprendersi l’amante; amava molto Louise e dopo questo episodio decise di affidarla a Colbert perché la proteggesse.
Nel 1663 la Vallière rimase incinta del primo dei sei figli che diede al re, di cui solo due sopravvissero: Maria Anna di Borbone (1666-1739) detta Mademoiselle de Blois, futura principessa di Conti e il conte Charles de Vermandois (1667-1683).
Curiosamente la dolce e tenera Louise non ebbe mai uno spiccato senso materno e visse le sue gravidanze vergognandosi del proprio stato. Fu la moglie di Colbert, Marie, ad occupparsi dell’educazione dei suoi figli.
L'incostanza del re
Benchè amasse appassionatamente la de La Vallière il re si sentiva preso dalla bellezza di alcune dame di corte ed era assai incline a soddisfare sempre i propri desideri; la sua norma era: sempre indulgenza verso se stesso e verso i suoi capricci.
La Vallière soffrì molto per questi infiniti tradimenti ma nel 1664 il re, disgustato dalle sue ultime avventure, pensò di fare di Louise l’amante in carica anche per risarcirla dei tanti torti che le aveva inflitto e volle legittimare il suo legame proibito presentando la favorita, in forma ufficiale, alla propria consorte che però rifiutò di ricevere Louise.
Il 13 maggio 1667 Luigi XIV scrisse una lettera “patente” al Parlamento, con la quale nominava Louise duchessa di Sainte-Christophe e di Vaujours e stabilì che il titolo si estendesse a Maria Anna, l’ultima nata, e a tutti gli altri figli successivi. Un atto che la regina e le altri amanti definirono malignamente la regolarizzazione di un errore di giovinezza; la ricompensa elargita ad una vecchia e fedele domestica e in effetti in quello stesso anno la Montespan divenne amante del re, soppiantando nel cuore del sovrano Louise.
Suor Luisa della Misericordia
Dal 1668 la de La Vallière visse gomito a gomito con la Montespan, una coabitazione crudele voluta dal re che spesso sapeva anche essere malvagio con le sue donne. Aveva proclamato la de La Vallière sua amante ufficiale illudendola, proprio nel momento in cui aveva perso ogni interesse per lei e, istigato dalla Montespan, cominciò a trattarla malissimo, duro ed ironico fino alla crudeltà.
Così esasperata, il 10 febbraio del 1671, giorno delle Ceneri, alle sette del mattino, Louise andò a rifugiarsi dalle Figlie di Santa Maria di Chaillot nel convento delle carmelitane di rue Saint-Jacques e lasciò al re questo semplice messaggio: Ci vado per non uscirne mai più. Ho lasciato a casa mia l’argenteria, i gioielli e il denaro che appartengono ai nostri figli.
Il re fu sinceramente dispiaciuto per questa decisione e fece di tutto per ottenere un colloquio con Louise. Fu Colbert ad assumersi l’incarico e a convincere non senza fatica la de La Vallière di incontare il re a Versailles.
In un primo momento sembrò che Louise tornasse a riprendere il suo posto anche se ormai il re la considerava solo un’amica. Dal canto suo Louise era incerta e combattuta sul suo ingresso in convento: pensava ai suoi figli di cui si era sempre poco curata ma che non voleva lasciare al proprio destino ma alla fine decise di ritirarsi per sempre nel monastero delle severissime Carmelitane. Vi fece il suo ingresso il 19 aprile del 1674 all’età di trent’anni assumendo il nome di Suor Luisa della Misericordia; indossò il rozzo abito religioso e tagliò da se i bei capelli biondi.
All’amica Madame de Bellefonds scrisse: Sono soddisfatta e così tranquilla…Sono in ammirazione della bontà di Dio.
In convento compose un libretto, “Refléxions sur la misericorde de Dieu”, della cui cui autenticità, però, non si è certi.
Prima di lasciare il mondo, Louise salutò il re piangendo e si prosternò davanti alla regina alla quale chiese perdono. Infine salutò i figli e lasciò la corte dove aveva vissuto tredici anni.
Il 3 giugno 1674 pronunciò i voti davanti alla corte: c’era la regina, la Montespan, Olimpia Mancini, Madame de Sévigné, solo il re non volle parteciparvi. Non voleva mai più rivedere la propria amante, era sempre così con le donne che aveva amato, le “rimuoveva”.
Madame de Scudéry che era presente lasciò scritto:
Essa compì l’azione con molta pietà. Penso che non sia mai apparsa più bella e più contenta. Dovrebbe essere felice anche solo per il fatto di non dover più rintuzzare la perfifia di Madame de Montespan. Se dobbiamo dire la verità è stata una vera martire.
Madame de La Vallière morì Carmelitana, il 4 giugno del 1710, a 66 anni, precedendo di cinque anni il suo amante, il Re Sole.
Nel 1683 Madame de Sévigné scriverà:
Madame de La Vallière non è stata un’amante stordita, volubile e incostante e l’ha ben mostrato con il suo pentirsi e poi con la sua penitenza fino alla fine della vita. Era una persona del tutto piacevole, buona, dolce, tenera. Non aveva amato il re per ambizione ma aveva per lui una passione sincera e in tutta la sua vita non aveva mai amato altri che lui.
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