Principessa Orsini
Scritto da Laura Savani. Pubblicato in società barocca
Giovinezza
Anne-Marie de la Trémoille de Noirmoutier nacque a Parigi nel 1642, figlia di Louis II de La Trémoille, duca di Noirmoutier e di Renée Julie Aubri. Nel 1657, a soli 15 anni, sposò il Principe di Chalais, Blaise Adrien de Talleyrand (antenato del celebre diplomatico) che nel 1663 rimase coinvolto nel duello in cui perse la vita il duca di Beauvilliers; l’episodio è ampiamente descritto dal Saint-Simon nelle sue “Memorie”.
Il secondo matrimonio
Il Principe fu quindi costretto a lasciare la Francia e a rifugiarsi in Spagna; morì alcuni anni dopo a Mestre. Anne-Marie invece si stabilì a Roma e nel 1675 sposò in seconde nozze il duca di Bracciano e principe di Neroli, Flavio Orsini. Il matrimonio non fu sereno forse a causa della differenza di età dei due coniugi (22 anni); tuttavia la duchessa si consolò facendo del suo salotto romano un centro d’influenza francese.
Quando anche il secondo marito morì, nel 1698, Anne-Marie ereditò un ingente patrimonio che fu la causa di accese battaglie legali contro il duca Livio Odescalchi. Questi sosteneva di essere stato adottato dal duca di Bracciano e di essere dunque l’erede legittimo della sua fortuna.
La causa finì con la vendita dei titoli e delle proprietà al duca Odescalchi da parte di Anne-Marie che si consolò mantenendo il nome del marito. Da quel momento essa divenne per tutti la Principessa Orsini, o meglio des Ursins, un titolo però privo di valore legale.
Al servizio della Francia
La Guerra di Successione Spagnolafu il trampolino di lancio della Principessa nella vita politica: fu “assunta” da Luigi XIV come portavoce della causa francese.
Per i servizi resi alla Francia essa ottenne dal re una pensione adeguata al suo rango e quando il duca d’Angiò, nipote di Luigi XIV, divenne re di Spagna con il nome di Filippo V, la principessa si attivò nell’organizzare il matrimonio di questi con Maria Luisa Gabriella di Savoia di soli 12 anni, figlia di Vittorio Amedeo II.
Fu lei ad accompagnare Maria Luisa a Madrid (1701) ottenendo grazie all’intercessione di Madame de Maintenon, sua intima amica,l’ambitissimo posto di “camarera mayor” (prima cameriera della regina).
La camarera mayor
Sulla giovanissima Maria Luisa, una creatura dolce e delicata, la principessa Orsini esercitò un’enorme influenza fino al 1714, anno in cui la regina morì di parto. Per i due giovani sovrani, Anne-Marie fu una vigile e materna governante; nelle sue lettere di notevole interesse storico e di costume ella descrive la giornata dei reali e delle loro abitudini: in alcune si apprende che Filippo e Maria Luisa dovevano essere portati a letto e sorvegliati come due bambini; in altre la principessa parla del proprio imbarazzo quando al mattino doveva entare nella camera da letto reale.
Ufficialmente la principessa Orsini svolgeva ilruolo di prima cameriera, in realtà era molto di più: corrispondeva direttamente con il nonno di Filippo V, Luigi XIV, di cui era la fiduciaria; gestiva e controllava la nobiltà spagnola filoaustriaca, divenendo in breve per la Francia, un vero e proprio agente segreto. Quando però alcuni ambasciatori francesi pretesero un posto nel Governo, la principessa si oppose dichiarando che il re di Spagna aveva il dovere di scegliere solo nobili spagnoli. Per questo motivo rischiò la sua posizione e fu richiamata in Francia. Tornò in Spagna grazie all’intervento di Madame de Maintenon e vi tornò ancora più potente. Divenne il capo del partito borbonico e nominò personalmente il Ministero facendosi molti nemici tra cui l’Arcivescovo di Toledo, Portocarrero. Ebbe inoltre parte attiva nella riorganizzazione delle deboli finanze del regno.
Schieratasi apertamente dalla parte di Filippo V che considerava un figlio, la principessa perse in gran parte l’appoggio di Luigi XIV.
Una fatale alleanza
La sua influenza sui sovrani era molto forte ma quando la regina Maria Luisa morì a soli 27 anni nel febbraio del 1714, il declino della principessa era ormai segnato. L’alleanza che nel frattempo aveva stretto con il futuro cardinale Alberoni le fu fatale.
L’Alberoni aveva iniziato la sua ascesa politica in Spagna proprio in quegli anni e con i suoi modi apparentemente soavi non perse tempo a conquistare la fiducia della potente principessa. Entrambi sapevano che Filippo non era tipo da consolarsi della vedovanza con avventure d’alcova; anche se la discendenza era già assicurata il bigotto e sensuale sovrano aveva bisogno di una nuova moglie. Bisognava dunque procurargli una sposa che fosse docile e remissiva come la defunta Maria Luisa, almeno questa era l’idea della principessa Orsini. Ben presto l’Europa intera si mobilitò per proporre nobili fanciulle idonee a salire sul trono spagnolo e pronte a distogliere il re dalla profonda malinconia in cui era precipitato.
La nuova regina
Dalle corti erano arrivate diverse candidature, da Isabella di Savoia a Maria Carlotta di Baviera ma l’abile Alberoni indirizzò la scelta della “camarera major” su Elisabetta Farnese. “La colomba scelta a portare la pace a quel cuore agitato” era l’ultima discendente di casa Farnese, unica erede del piccolo ma strategico ducato di Parma e Piacenza.
Descrivendo la ragazza come “una buona lombarda impastata di butirro e formaggio”, l’Alberoni convinse la principessa Orsini, che voleva solo un’altra Maria Luisa da manipolare, ad appoggiare la sua candidatura. Nell’approvare la scelta di Elisabetta senza il consenso francese, Anne-Marie perse il sostegno di Madame de Maintenon e quindi di Luigi XIV.
La caduta
Filippo V rispettò a stento i sei mesi di lutto, eccitato dai discorsi dell’Alberoni che non smetteva di decantare le qualità di Elisabetta. Costei in realtà non era una padrona facile da servire e tantomeno la fanciulla dolce e timida che l’Alberoni aveva scaltramente descritto alla principessa Orsini.
La regina “parmesana”, sposata per procura il 16 settembre del 1714, giunse in Spagna due mesi dopo. L’impaziente sposo le mandò incontro a Pamplona l’Alberoni, il vero artefice del matrimonio. Cosa si dissero non si sa. Ma il fatto è che all’indomani del suo arrivo, Elisabetta mandò a chiamare la principessa Orsini.
Convinta di riceverne i ringraziamenti per la collaborazione prestata al matrimonio, la principessa trovò invece due guardie che l’accompagnarono a una carrozza già pronta per condurla al confine. Non ebbe nemmeno il tempo di cambiarsi d’abito. Pare che il pretesto per l’immediato licenziamento fu una pecca d’etichetta da parte della principessa che aveva atteso la nuova regina in cima ad una scalinata invece che alla portiera della carrozza.
Secondo il Saint-Simonera già tutto stabilito con il consenso dello stesso Filippo ma è chiaro che l’Alberoni non voleva dividere con nessuno la fiducia della nuova sovrana.
Gli ultimi anni
La principessa tornò per un breve periodo in Francia e in seguito si ristabilì a Roma con la sorella, dove riaprì il suo salotto. Entrò poi in contatto con l’ambiente dell’Arcadia ma a causa della sua condizione di esule caduta in disgrazia non le fu possibile esservi ammessa come “pastorella”. Qualche anno dopo ebbe modo di rivedere il cardinale Alberoni, che caduto anche lui in disgrazia, era stato cacciato dalla corte di Madrid come un servo.
La principessa morì a Roma il 5 dicembre del 1722.
Descritta dal Saint-Simon come una donna diabolica e intrigante, Anne-Marie de La Trémoille fu indiscutibilmente un’acuta mente politica che governò dietro le spalle del mediocre Filippo V. Dama dai gusti estremamente raffinati, introdusse in Francia verso il 1680 l’uso del profumo dei fiori d’arancio amaro (le zagare). La sua abitudine di profumare fazzoletti e trine con questo profumo divenne presto una moda. L’essenza lanciata dalla principessa fu ribattezzata in suo onore Neroli e ancora oggi porta questo nome.