Il sistema feudale è un sistema politico e istituzionale complesso, lo storico Marc Bloch lo delinea con queste parole:
Le antiche lingue germaniche possedevano tutte una parola che, lontanamente imparentata al latino pecus, serviva a volta a volta o secondo i vari parlari, a indicare talora i beni mobili in generale, talaltra la forma allora più diffusa e più preziosa di tali beni: il bestiame. Il tedesco che ha fedelmente conservato il secondo di questi significati, lo usa ancor oggi: Vieh. Il gallo-romano, derivandolo dagli invasori germanici. Dapprima fu per mantenergli almeno uno dei suoi significati: il più largo, quello di «beni mobili».
Ma tale termine doveva facilmente scostarsi dal suo contenuto etimologico. Nelle case dei signori, dove era usato giornalmente, ci si abituò a ritenerne solo l’idea di remunerazione in sé, senza più annettere nessuna attenzione alla natura mobiliare o immobiliare dei doni. Un compagno, sino allora nutrito dal padrone, riceveva da lui una terra. Questa era detta, a sua volta, il feus dell’uomo. In seguito la terra divenne a poco a poco il salario normale del vassallo, fu a questa forma di retribuzione, a esclusione di qualsiasi altra, che il vecchio nome, partito dal significato opposto, venne alla fine riservato. Nei paesi di lingua germanica, tuttavia, Vieh conservava il suo significato di «bestiame», escludendo più nobili accezioni . Poiché le distribuzioni di terra, di cui beneficiavano gli uomini di servizio, erano, in via di principio, provvisorie, si prese l’abitudine di indicarle con un sostantivo tratto da un verbo molto comune, il cui significato era: «cedere a termine, prestare». Il feudo fu un prestito: Lehn (Bloch, 1949, pp. 263-65).
Il feudo è una retribuzione per un servizio che ha quindi carattere provvisorio e in genere è costituito daterra o immobili ma il dominio sul feudo non è incondizionato, non è proprietà privata. Non si può vendere, dividere o comprare e introduce una variante nel diritto di proprietà del codice romano.
A partire dal XIII secolo i giuristi elaborarono questo tipo di diritto delineando che il signore concede al suo vassallo il dominio mentre conserva per sé la proprietà eminente, così che i diritti del concessionario non possono essere altro che parziali, limitati da quelli superiori del concedente. Perciò il vassallo ha bisogno dell’assenso di quest’ultimo per disporre a qualunque titolo del feudo. Inoltre, se muore senza eredi, ma anche se viene meno al giuramento di fedeltà che ha pronunciato, il diritto di devoluzione prevede che la concessione feudale venga revocata e i beni detenuti a tale titolo tornino al signore.
La concessione feudale prevede che insieme al bene il vassallo riceva dal signore il mandato ad esercitare una parte più o meno ampia di prerogative sovrane, soprattutto per quel che riguarda l’amministrazione della giustizia. Il sistema si ripeteva dall'alto al basso, da re al barone per cui chi veniva investito di una signoria a sua volta concedeva delle parti ad altri creando una gerarchia di solito verticale ma anche orizzontale di domini di pari livello.
La natura giuridica del feudo
Il sistema feudale nel tempo si evolve verso una privatizzazione e il primo passo è la possibilità di trasmetterlo in eredità, poi dividerlo etc.. rendendolo sempre più privato. I signori feudatari spingevano perchè fosse considerato come proprietà privata contro l'interesse del signore superiore ma a volte erano anche i nobili superiori a insistere che il feudo fosse di natura privatistica così da trattare il feudatario in un suddito come gli altri.
Per contro però quando i baroni erano presi dai creditori invocavano il sistema feudale non privatistico per non vedersi portar via il potere.
fonte scientifica e per approfondimenti:La Feudalità in età moderna di Renata Ago, Laterza 1994