A partire dal seicento l'Inghilterra espande la sua politica economica nel nuovo mondo e verso tutte le zone commerciali del globo. La sua espansione per quasi 3 secoli l'ha portata ad avere nel 1931 il più grande impero mai realizzato che contava più di 500 milioni di abitanti avendo un incontrastato potere sui mari del mondo.
L'inizio di questa storia è casuale e non organizzato e prende l'avvio dalle imprese dei pirati e bucanieri. Nel 1663 Henry Morgan attacca l'avamposto spagnolo di Gran Grenada con lo scopo di impossessarsi dell'oro e delle ricchezze spagnole, la sua attività non è per nulla contrastata dal governo inglese.
La situazione geopolitica delle colonie
Dopo la scoperta dell'America numerose spedizioni nei mari del mondo spinsero l'Europa in cerca di oro e guadagni, la Spagna divenne presto l'impero più ricco e potente seguito da Portogallo, Olanda Venezia e altri paesi. Il regno britannico arrivò per ultimo e partì da una posizione di svantaggio economica, tecnica e geografica.
Le rotte verso le Americhe per l'isola inglese erano più svantaggiose a causa dei venti non favorevoli rispetto a Spagna e Portogallo e la navigazione quindi più lenta e costosa. Le navi inglesi erano anche tecnicamente più arretrate meno veloci e potenti rispetto a quelle spagnole, portoghesi e veneziane. Inoltre è opportuno ricordare che economicamente il governo inglese non era una autocrazia come la ricchissima spagna ed era anche più povero.
La pirateria
Da questi punti di svantaggio però nel giro di un secolo gli inglesi riuscirono a conquistare il mondo e questo grazie alla relativa libertà di impresa e di azione di uomini, marinai e armatori navali e imprenditori seguiti e appoggiati dalla Corona ma con un ideologia ben diversa da quella degli altri paesi.
I primi viaggi a cercar fortuna, sia in Africa che nelle Americhe non portarono vantaggi agli inglesi inoltre dovevano scontrarsi con le navi spagnole, l'unico modo per riuscire nelle imprese era attaccare la Spagna e per questo il governo inglese lasciò e di fatto autorizzò le imprese piratesche nelle mani di avventurieri come Morgan o Drake.
I comandanti bucanieri spinti dal guadagno e dalla impunità patria presto migliorarono la tecnica marittima di costruzione ma anche di navigazione migliorando la salute a bordo delle navi divenendo quindi più potenti.
La ricchezza accumulata dai pirati però non venne sperperata ma reinvestita in piantagioni e attività economiche che accrebbero ancor di più il potere degli impresari. Morgan acquistò in Giamaica un enorme quantità di terreno per la coltivazione della canna da zucchero che era molto ricercato in Europa.
Alla fine del 600 la Giamaica divenne importante guadagno anche per il governo inglese con i dazi sullo zucchero di conseguenza da ritrovo di pirati venne fortificata per diventare una base imperiale.
Zucchero, caffè, tabacco e stoffe
Perché l'impero prendesse vita ed avesse il necessario stimolo ad espandersi è fondamentale riflettere sugli usi degli inglesi. Nel diciasettesimo secolo in poi con la diffusione dei nuovi alimenti scoperti nelle esplorazioni i cittadini britannici e poi europei divennero ghiotti consumatori di zucchero, caffè, the, tabacco e stoffe indiane. All'inizio questi prodotti vennero pubblicizzati come salutari e miracolosi per la salute e presto crearono dipendenza incrementando la domanda e di conseguenza la produzione.
La moda delle stoffe indiane era talmente alta che nel 1664 nell'isola britannica furono importate 250.000 pezze di calicò oltre a tafeta, cotone e seta. A differenza del consumo di zucchero e spezie la moda dell'abbigliamento non aveva limiti, vestiti ed accessori venivano cambiati in continuazione.
Le compagnie delle indie e la guerra anglo-olandese
Nel seicento nacquero numerose compagnie di navigazione e commercio dalla Scozia alla Russia tutti imitavano le antiche compagnie veneziane e spagnole verso l'Asia e l'India. Presto la competizione di questi commerci fecero calare il costo della merce riducendo i profitti e nonostante i presunti monopoli gli stati vennero alle armi. Nel 1623 inizio il conflitto commerciale tra Inghilterra e Olanda con la vittoria della seconda e la quasi bancarotta nel 1673 degli inglesi. Benché l'Olanda fosse un terzo della Gran Bretagna aveva un sistema finanziario più sviluppato e riuscì addirittura a risalire il Tamigi e imprime la sconfitta.
Il regno inglese mutò il governo e la politica fin tanto che nel 1688 con la Gloriosa Rivoluzione Guglielmo d'Orange d'Olanda governò l'Inghilterra, i conflitti tra i due paesi cessarono e le compagnie commerciali si unirono ma soprattutto gli inglesi impararono dagli olandesi la finanza e fondarono nel 1694 la Banca d'Inghilterra e le necessarie strutture finanziare e di bilancio del debito pubblico.
L'impero dei mari
L'Inghilterra del diciottesimo secolo aveva il 3 % della produzione mondiale contro il 24% dell'India e la popolazione indiana era 20 volte quella inglese, era impensabile che la Gran Bretagna potesse dominarla ma con la guerra dei sette anni si ebbe la svolta che portò l'impero Britannico a dominare il mondo. La rivalità con la Francia fu elaborata con l'alleanza della Prussia e con ottica globale di batterla sui mari per i possedimenti asiatici. Così William Pitt riuscì ad ottenere dal parlamento il rafforzamento della marina che poté così contare di 105 navi contro le 70 francesi e ben 55.000 marinai. La marina inglese divenne forte anche per la supremazia e tecnica navale che contemplava una dieta equilibrata per evitare la moria dei marinai.
Nel 1759 la Francia, a seguito di numerose sconfitte da parte dei generali e ammiragli inglesi di cui ricordiamo Pocock, Cook e Wolfe, cercarono di invadere l'Inghilterra ma le navi britanniche nonostante la tempesta riuscirono a rispondere inseguendo la flotta francese fino sulle coste della Bretagna e a distruggerne per tre quarti!
Da questo momento la supremazia mondiale fu incontrastata e nonostante alla fine del settecento la stazza della navi mercantili inglesi era più del doppio di quella francese e sei volte quella spagnola. Tra la fine del settecento e gli inizi dell'ottocento la politica inglese nei possedimenti cambiò radicalmente i bucanieri vennero sostituiti con funzionari governativi e il colonialismo incominciò a diventare l'asse portante della politica economica inglese nonostante la perdita delle colonie americane che ottennero l'indipendenza.