Il movimento frondista
Con la parola fronda si era soliti indicare un gioco molto in voga nella Parigi del Seicento tra i monelli di strada: quello della "fronde" (fionda).
Tuttavia con questo termine, storicamente parlando, viene ricordata la sollevazione in Francia contro l'assolutismo monarchico e il governo del cardinale Mazzarino. Le fionde divennero le armi più utilizzate per attaccare le finestre del palazzo del cardinale.
Il movimento, avvenuto durante la minore età di Luigi XIV e la reggenza della regina madre Anna d'Austria, fu originato dall'ostilità dei Grandi notabili provinciali per l'accrescimento del potere monarchico promosso da Richelieu e dal suo successore Mazzarino, e in particolare per il controllo centrale istituito sulle province tramite gli intendenti.
L'impopolarità di Mazzarino, le rigorose misure fiscali del soprintendente d'Emery, la crisi economica connessa con la Guerra dei Trent'anni e la lenta diminuizione dei prezzi iniziata nel 1630 e divenuta acuta nel 1648, furono le cause scatenanti della sollevazione.
La goccia che fece traboccare il vaso fu l'editto dell'aprile 1648, che sospendeva per quattro anni gli stipendi dei membri delle corti sovrane: Cour des aides, camera dei conti, ecc.; esclusi dall'editto i membri dei parlamenti.
E' interessante notare come a capo del movimento si posero alcuni membri della famiglia reale, tra cui lo zio del re, Gastone d'Orleans e sua figlia Anna Maria Luisa (la Grande Mademoiselle) e successivamente anche il Grand Condé; il tutto per avere maggior voce in capitolo nel governo del regno.
Il movimento subì due fasi: la Fronda parlamentare (1648-1649) e la Fronda dei principi (1650-1652). Analizzeremo qui le due fasi che furono determinanti per il consolidamento del potere regio in Francia.
La Fronda Parlamentare
Il Parlamento di Parigi, per solidarità nei confronti delle corti sovrane, rifiutò di registrare l'editto, e su impulso del consigliere Broussel e di Paul de Gondi, coaudiatore dell'arcivescovo di Parigi, indusse le corti sovrane a pubblicare la Dichiarazione dei ventisette articoli del 15 giugno 1648, che reclamava la soppressione degli intendenti e la sanzione parlamentare per ogni nuova imposta.
Anna d'Austria cedette e il 13 luglio 1648 richiamò gli intendenti, ma quando Broussel venne arrestato, a Parigi scoppiò una sommossa che portò alla liberazione del consigliere: questa sommossa (26 agosto 1648) viene ricordata come "giornata delle barricate".
La corte, che già nelle giornate del 12-13 settembre si era allontanata, dovette riparare a Saint Germain una seconda volta il 5 gennaio 1649.
Intanto le milizie parigine furono sconfitte dal Condé a Longjumeau e a Charenton e nel marzo del 1649 gli insorti si arresero con la pace di Rueil (30 marzo 1649).
Il Gran Condé
Luigi II di Borbone Condé, detto il Gran Condé, fu uno dei più grandi condottieri del suo tempo. Temperamento ardente ed impulsivo si schierò all'inizio in difesa della corte (era un principe del sangue) e messa sotto assedio Parigi, costrinse i parlamentari a trattare; ma avendo richiesto un prezzo altissimo per i suoi servigi, fu fatto arrestare da Anna d'Austria nel 1650 e venne rinchiuso a Vincennes. Fu liberato nel 1651 su ordine di Mazzarino ma a quel punto il Condé si pose a capo della Fronda dei Principi.
La Fronda dei principi
Nel gennaio del 1651 una nuova sollevazione dei parlamentari e del popolo parigino a opera di Gondi costrinse il cardinale Mazzarino a riparare in Renania. Il Condé, venuto in contrasto con Gondi, lasciò Parigi alla fine del 1651 riparando a Bordeaux, che aveva anch'essa aderito al movimento frondista, e contemporaneamente si alleò con gli spagnoli. Successivamente marciò su Parigi, battendo a Bléneau (aprile 1652) il Turenne, passato dalla parte di Anna d'Austria e, nei primi di luglio entrò nella capitale. Ma le devastazioni e gli eccessi da lui favoriti gli alienarono l'appoggio dei borghesi, che il 13 ottobre lo cacciarono dalla città.
Il 21 ottobre 1652 Luigi XIV rientrava a Parigi, seguito il 3 febbraio 1653 dal cardinale Mazzarino. Ripresa Bordeaux dalle truppe regie nel 1653, Condé passò in Spagna e fu condannato a morte in contumacia (venne graziato 6 anni dopo).
Conclusione
Il Parlamento parigino fu privato del diritto di rimostranza e gli intendenti furono ristabiliti; la rivolta si concluse quindi con un fallimento, e il potere regio in compenso ne uscì consolidato; Luigi XIV, che aveva vissuto un'infanzia agitata fra i pericoli della Fronda, ne trasse impulso per instaurare il suo assolutismo e per imporre ai Grandi un forzato soggiorno a Versailles, allo scopo di meglio sorvegliarli.