Fame e carestia
Scritto da Stefano Torselli. Pubblicato in storia barocca
La fame e la carestia accompagnavano fedelmente la guerra e la seguivano, come conseguenze inevitabili. Le soldatesche saccheggiavano i depositi per nutrirsi, chiedevano «contribuzioni», devastavano le campagne. I campi rimanevano privi di braccia perché gli uomini erano morti o fuggiti o arruolati dai « colonnelli ».
Era valido il terribile consiglio di una madre tedesca:
Sei grande ormai, il tamburo rulla di paese in paese per arruolarti. Seguilo, figlio mio: se cadrai in battaglia, non sarai strozzato da qualche soldato.
Con una casa distrutta e una famiglia massacrata o morta di un’epidemia, con la fame che mordeva lo stomaco vuoto, tanto valeva farsi mercenario e muoversi in cerca di prede sui campi altrui. Fra predoni e mercenari infatti non c’era molta differenza, e il composito esercito di Wallenstein somigliava spesso a un’orda di affamati saccheggiatori. Gustavo Adolfo, il re di Svezia che faceva la guerra « non per divertimento », fu più scientifico: ordinò la distruzione dei raccolti non ancora maturi perché il nemico non trovasse più alcuna risorsa.
La fame era terribile nelle città assediate, dove la gente mangiò i topi e i cani. Questi, nelle campagne, si riunivano a branchi e, famelici e idrofobi, erano un costante pericolo. Sono stati testimoniati numerosi casi di cannibalismo, la gente mangiava radici e le erbe dei campi, anche quelle immangiabili e velenose, pur di mettere qualcosa in bocca. Si faceva pane con ogni sorta di farina, mescolandovi paglia e corteccia d’albero. Una donna fu vista addentare, insieme ai cani, la carogna di un cavallo. Un nobile tedesco scrisse:
« Gli uomini per la fame mangiano ogni genere di cibi innaturali e persino si divorano fra di loro, ...; sono preda del delirio, sembrano animali privi di ragione, perdono la parola e ululano come cani, strisciano a quattro zampe invece di camminare eretti... ».
Finché vi fu un po’ di dignità umana, sia pure nella disperazione, i contadini insorsero contro i soldati, si organizzarono in bande e assalirono i reparti isolati e gli sbandati. Si ripeterono episodi delle feroci insurrezioni contadine tedesche di un secolo prima (quelle represse dai Principi con l’approvazione di Lutero).
I contadini bavaresi fecero avvertire il comandante del l’esercito imperiale: "Noi abbiamo due nemici: il maggiore è il Principe Elettore, che con la sua superbia è responsabile di averci portati a questa miserabile condizione, l’altro è la soldatesca a piedi e a cavallo, gente senza onore, più terribile dei briganti... Li perseguiteremo e li colpiremo a morte quando li avremo tra le mani."