La peste a Marsiglia
Scritto da Irene Marone. Pubblicato in storia barocca
La morte dal mare
La Grand Saint Antoine sbarca a Marsiglia il 25 maggio 1720 carica di cotone e stoffe dalla Siria: a bordo però c'è la peste, che dilagaherà in città e si propagherà in tutta la Provenza, ove decimerà più di un quarto degli abitanti.
Città portuale e commerciale, Marsiglia è stata spesso teatro di terribili epidemie portate dal mare e per questo motivo si è organizzata in una rete di comunicazione con altri porti del Mediterrano e del Medio Oriente per la segnalazione di focolai sulle navi in arrivo o in partenza.
Al comandante di ogni nave che fa' scalo in uno di questi porti viene consegnato, prima di rientrare in Francia, un documento che specifica lo stato di salute della città. In caso di sospetta peste a bordo si osservava una prassi di diciotto giorni per gli uomini, 28 per la nave e trentotto per il carico. Questi periodi sono aumentati a 25, trenta e quaranta giorni fino ad un isolamento di olre 50 anni per le merci sicuramente contaminate.
La quarantena è scontata sull'isola di Jarre, a sud di Marsiglia, o di Pomègues, ove potevano essere ospitate fino a 35 navi “in attesa”. Per i passeggeri e il cargo sono invece stati orgazanizzati dei lazzaretti vicino al mare, presso Joliette e Arenc.
Nonostante questa meticolosa organizzazione, né l'equpaggio né il carico della Grand Saint Antoine osservano la quarantena: da Smirne infatti ha ricevuto un certificato positivo ma il console Puollard, che firma il documento, non sa che la peste imperversa a Damasco, da dove probabilemnte provengono alcune merci del carico.
Un'imperdonabile leggerezza
Quando la Grand Saint Antoine arriva a Marsiglia ci sono stati già nove morti nell'equipaggio, ma nessuno di loro presenta i tipici sintomi della peste ed inoltre l'autorizzazione rilasciata da Smirne tranquillizza i funzionari. Si propende per una quarantena breve delle preziose merci ma qualcuno degli addetti, probabilmente sotto le pressioni dei mercanti ansiosi di commercializzare le stoffe, sottrae alcune balle di panno che entrano così fatalmente in circolazione.
I primi contagi si hanno nella squadra di trasportatori incaricati di disimballare le stoffe, poi in altre case della città vecchia, che vengono isolate e sigillate sperando di arginare il contagio. I morti vengono sepolti nella calce e viene bruciato zolfo nelle strade, mentre i nobili fuggono verso le residenze di campagna.
L'ultima ecatombe
Nell'estate del 1720 tutte le zone di Marsiglia sono interessate e nel picco massimo della malattia arriveranno a morire un migliaio di persone al giorno.
Anche le campagne provenzali sono interessate dall' epidemia: Arles, Aix en Provences e Tolone vengono colpite da quella che è considerata l'ultima grande pestilenza moderna in Europa e che mieterà 120.000 vittime in tutto.
Nell'ottobre 1720 i casi diminuiscono e lentamente la vita torna a fluire nella città portuale, nonostante una limitata recrudescenza nel 1722: quest'ultima, terribile ecatombe fu fonte di ispirazione per numerosi artisti, tra cui Rigaud, Serre, Thomassin e Delacroix.